Alla fine non se n’è fatto nulla. Per la seconda estate consecutiva la cessione del Foggia non si concretizza. Un po’ perché forse alla base non c’è mai stata una reale intenzione di vendere. E un po’ perché è mancato anche un pizzico di sana follia in chi avrebbe dovuto subentrare.
Già, ci vorrebbe forse uno zio d’America che piomba improvvisamente dal cielo e che con un blitz rilevi il club, servirebbe un magnate che si turi naso e orecchie e che dica: “Ok, il prezzo è giusto!” e mandi in estasi una intera tifoseria.
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Ma si tratta di un’ipotesi remota, che chissà mai se un giorno potrà realizzarsi. Tante, troppe le variabili in gioco in una trattativa che, quasi sempre per la stessa ragione, non riesce mai ad incardinarsi nel verso desiderato. Lo scoglio-Pintus puntualmente viene a galla ed è in quel preciso istante che i possibili acquirenti battono in ritirata.
A sentire però ieri la sindaca, sul mancato accordo finale non avrebbe inciso il contenzioso in atto con il socio di minoranza, che si sarebbe resa disponibile alla cessione del proprio 49 per cento: “Ho avuto due interlocuzioni cordialissime con la dottoressa Pintus - ha confermato Episcopo -. Le ho chiesto se avesse voluto cedere le quote in modo transattivo, in Corporate. Si è dimostrata flessibile a trattare, poi però quando la parola è passata ai legali la strada si è fatta in salita. Nel senso che, a quanto pare, si parlava di una cifra sulla quale oggettivamente non era possibile poter negoziare. Il discorso invece non è scivolato sulla controversia in essere. Ci sono due contenziosi in atto, uno a Cagliari l’altro a Bari, che chiamano in causa le due parti. Per quel che ci riguarda abbiamo proposto una interlocuzione con il gruppo di imprenditori foggiani per una soluzione transattiva, tutto qui”.
La domanda, allora, sorge spontanea: ma il Foggia è o non è al momento vendibile? Una risposta netta e inequivocabile ha provato a darla l’assessore alle Attività produttive e alle Politiche del lavoro Lorenzo Frattarolo, che nella vita di tutti i giorni fa il commercialista, e che quindi ha specifiche competenze in materia: “Le interlocuzioni sono avvenute nelle more della prima proposta. Tra gli acquirenti c’era la volontà di acquisire il 100 per cento del pacchetto azionario del Calcio Foggia. L’attività di mediazione nostra è mutata, e siamo passati su un altro tipo di ragionamento, spostando l’oggetto della vendita che riguarda le quote all’interno della Corporate Investments Group”.
Zone Transition
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L'assessore, a chi gli ha poi chiesto di esprimersi sulla reale possibilità di vendita del club rossonero, ha aggiunto senza esitazione: “La mia risposta da commercialista è assolutamente sì, senza ombra di dubbio. In qualsiasi ambito imprenditoriale esistono vertenze e azioni attivabili. Sulle evidenze che abbiamo noi però ritengo di poter dire senza tema di smentita che le quote siano cedibili”.