Lunedì 8 luglio ha avuto inizio la XXIV campagna di scavi nel sito archeologico di Campo della Fiera, a Orvieto, su concessione del Ministero della Cultura, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, da sempre sensibile al patrimonio dei beni culturali. Le ricerche, che proseguiranno fino al 31 agosto, sono condotte dall’Associazione Campo della Fiera Onlus, sotto la direzione di Simonetta Stopponi, in collaborazione con il prof. Danilo Leone, docente di Archeologia dell’Università di Foggia, che coordina un team di trenta studenti, specializzandi e dottorandi.
La località Campo della Fiera, alla base della rupe di Orvieto, è stata frequentata dal VI sec. a.C. al XVII secolo. L’eccezionale insieme di monumenti e l’altissima qualità dei manufatti non lasciano dubbi nel riconoscervi per l’antichità il santuario federale degli Etruschi, quello che gli Etruschi chiamavano ‘il luogo celeste’ e i Romani Fanum Voltumnae.
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Nel corso degli scavi si continuerà a indagare l’area del pozzo del Convento della Chiesa di San Pietro in Vetere, ribattezzato "Pozzo delle Meraviglie”, che ha già restituito circa 1000 brocche medievali (XIII-XVII secolo), la maggior parte delle quali integre, fortunosamente salvatesi grazie alla costante presenza dell’acqua di falda che ancora oggi percola dalle pareti della struttura.
Significativo il rinvenimento di una matrice di sigillo in bronzo del re di Francia Filippo il Bello, volontariamente annullata in quattro frammenti.
I preziosi reperti, in corso di studio da parte del prof. Danilo Leone e del dott. Vincenzo Valenzano presso il Laboratorio di Archeologia dell’Università di Foggia, sono stati esposti nell’ambito della mostra ‘La Storia nell’acqua. Il pozzo medievale di Campo della Fiera a Orvieto’, inaugurata lo scorso ottobre a Roma, presso la sede della prestigiosa Fondazione Marco Besso.
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“L’eccezionalità del rinvenimento, dichiara il prof. Danilo Leone, consiste non solo nello straordinario stato di conservazione dei reperti che serbano ancora le decorazioni e i colori intensi degli smalti, ma anche perché si tratterebbe di uno dei pochi contesti ceramici di età medievale e moderna rinvenuti in un complesso extraurbano del territorio orvietano, indagati secondo le moderne tecniche dell’archeologia stratigrafica. La lunga vita del pozzo di Campo della Fiera, continua il prof. Leone, per cinque secoli luogo di confluenza di religiosi, contadini, pastori, mercanti, pellegrini e soldati, permette di annodare la storia del territorio con i grandi eventi e protagonisti di età medievale e moderna, come il Filippo il Bello, papa Bonifacio VIII e la peste del 1348”.