Debiti fuori bilancio e interessi legali soprattutto da Politiche abitative, Servizi sociali e Lavori pubblici

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Esiste una responsabilità per aver determinato debiti fuori bilancio e ne esiste un’altra, anche più grave, per gli interessi legali maturati nel tempo a causa dell’inerzia e della sciatteria amministrativa. Importi che talvolta arrivano anche ad importi considerevoli, tutti a danno della comunità. E’ il tema emerso dalla seduta consiliare di martedì scorso al Comune di Foggia, approfondito ieri su queste colonne. La mancata tempestività nel riconoscimento e nel pagamento dei debiti fuori bilancio dell’ente provoca una maggior spesa, come stigmatizzato nei propri pareri dall’attuale collegio dei revisori dei conti, presieduto da Pompeo Balta. In particolare, martedì sono stati approvati 21 debiti fuori bilancio di cui tre aggravati dagli interessi legali nel frattempo accumulatisi. Ci sono precise responsabilità, individuabili in ciascun caso, ma al Comune capoluogo nessuno è mai chiamato a pagare per esse. Nel bilancio di previsione 2024-2026 sono stati previsti 3,2 milioni di euro per il pagamento dei debiti fuori bilancio, di cui oltre 612mila euro relativi ad impegni già assunti. Ma quali sono gli uffici che maggiormente hanno sbagliato? Negli scorsi anni a primeggiare in questa classifica negativa sono stati tre Settori di Palazzo di città: i Servizi sociali, le Politiche abitative e i Lavori pubblici

Nei primi due casi la dirigente è stata, fino all’insediamento dell’amministrazione Episcopo, la sipontina Silvana Salvemini, che poi ha lasciato l’ente per scadenza del contratto a tempo determinato ed è stata sostituita dalla segretaria generale Maria Giuseppina D’Ambrosio. Mentre rispetto ai Lavori pubblici il dirigente era l’ingegner Paolo Affatato, da alcuni mesi trasferito alle Attività produttive. 

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La responsabilità degli uffici è quella di non aver predisposto gli atti in modo celere, nemmeno dopo varie sollecitazioni da parte di altri Settori (come l’Avvocatura e come il Servizio economico finanziario, che puntualmente iscriveva tali debiti in bilancio). Ma nella tecnostruttura comunale ammettono che la colpa è anche nella mancata vigilanza da parte di chi reggeva l’ente, ovvero la commissione straordinaria in carica tra 2021 e la fine del 2023, e in chi guidava la macchina amministrativa, vale a dire la ex segretaria generale D’Ambrosio. 

Chiarissimo quanto è affermato dai revisori nei pareri per i debiti approvati nella seduta di martedì scorso. Di quello più rilevante si è detto ieri su queste colonne: ben 94mila euro di interessi legali rispetto al solo contenzioso con Arca Capitanata, terminato nel 2019 con l’ordinanza del Tribunale di Foggia, per complessivi 1.479.649,91 euro. 

“Gli interessi legali sono dovuti al mancato pagamento del decreto ingiuntivo notificato nel 2019 e non opposto”, rimarcano i revisori, riferendosi poi ad Affatato: “Fra l’altro le somme necessarie al pagamento dello stesso erano state stanziate nel bilancio di previsione 2021-2023 e non impegnate dal Servizio lavori pubblici”.  

Infine il collegio invita l’ente a cambiare registro, sollecitando: l’adozione dei provvedimenti di riconoscimento dei debiti fuori bilancio “con la periodicità” stabilita dalla legge; l’accertamento delle “cause e responsabilità che hanno generato l’obbligo ponendo in essere una rigorosa attività di responsabilizzazione del personale tutto attivando le procedure sanzionatorie previste dalla normativa e le azioni di rivalsa nei confronti di coloro che hanno determinato la maturazione degli oneri principali e degli oneri accessori a titolo di interessi legali, rivalutazione monetaria e spese legali”; “la trasmissione alla Procura regionale della Corte dei conti dell’eventuale provvedimento di riconoscimento dei debiti fuori bilancio o di transazione e darne immediata notizia al collegio”.  

Riguarda, invece, l’ufficio delle Politiche abitative il debito fuori bilancio da 38.581,26 euro in favore del signor Giuseppe Ciuffreda per il pagamento di canoni di locazione di un immobile di via Sperone, locato dal Comune sin dal 2000 “per far fronte a casi estremi di emergenza abitativa”. Nel 2018 l’uomo promosse ricorso per decreto ingiuntivo per via del mancato pagamento dei canoni. 

I revisori, ricostruendo i fatti, spiegano che a luglio 2022 l'Avvocatura trasmise al Servizio Politiche abitative la sentenza di condanna dell’ente, affinché provvedesse a dare corso al procedimento per il riconoscimento del debito fuori bilancio, ma Salvemini non diede corso a quanto segnalato dall'Avvocatura civica sull'assunto che la problematica non fosse di competenza del Servizio Politiche abitative, da lei diretto. Per tale ragione, perdurando ancora l'inadempienza da parte dell’ente, Ciuffreda notificò l’atto di precetto per la somma complessiva di 34.419,24 euro e l’atto di pignoramento presso terzi, a seguito del quale l'importo esecutato è lievitato a 38.581,26 euro. 

Sono relativi a colpe del Servizio Politiche abitative anche i casi analoghi dei debiti fuori bilancio riconosciuti rispetto al contenzioso da 150.390,65 euro con Francesco Antonio Marinari (presso i cui locali fittati al Comune alloggiavano sette nuclei familiari) e da 35.983,94 euro nel contenzioso con Ida Ciannameo (per il pagamento di canoni di locazione di un immobile in via Sturzo). Il collegio dei revisori rileva che “in entrambi casi emergono: il mancato pagamento nei termini contrattuali dei canoni di locazione e spese accessorie; la non opposizione e il mancato pagamento dei successivi decreti ingiuntivi; la tardività della procedura di legittimazione per debiti fuori bilancio”. 

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“Si rammenta che il mancato riconoscimento dei debiti fuori bilancio nell'esercizio di maturazione altera il valore del parametro di deficitarietà. Peraltro, in sede di redazione del parere al bilancio di previsione, questo Collegio ha richiesto a tutti gli uffici la dichiarazione di sussistenza di debiti fuori bilancio da riconoscere e finanziare. Il Servizio Politiche abitative, più volte sollecitato, non ha riscontrato la richiesta”, sottolineano i revisori. Ma, anche in questo caso, ne pagheranno le spese solo i foggiani

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