“Chiedo pubblicamente scusa e mi sento di dissociare chiunque altro da quanto è accaduto. Chiedo scusa innanzitutto alle donne per aver usato un termine "sessista," anche se in un contesto in cui il femminismo non c’entrava nulla. Chi mi conosce sa quanto rispetto nutro verso ogni essere verso ogni essere vivente. La mia era un'esortazione all'antifascismo e voleva essere più una provocazione che un insulto alla presidente del Consiglio. Non volevo offendere assolutamente le donne”. A distanza di circa dieci giorni sta facendo ancora discutere il caso Gennarone, il rapper che sul palco del primo maggio allestito al Parco San Felice di Foggia ha insultato in modo trivialissimo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per poi scusarsi il giorno dopo. Un caso a cui è poi seguita una denuncia formalizzata l’indomani al Comando provinciale dei Carabinieri da parte della meloniana foggiana Daria Cascarano che etichettava l’artista come “cattivo maestro che si deve rendere conto dell’incidenza che ha sui giovani”, sottolineando che “quello che doveva essere un momento positivo si è trasformato in un attimo di profonda tristezza e di mancanza di rispetto nei confronti delle persone e delle donne”. In questi giorni si sono susseguite versioni divergenti dei fatti.
Fonti legate alla prima cittadina hanno sottolineato come Episcopo e la quasi totalità degli amministratori presenti fossero andati via prima che Gennarone salisse sul palco. C’era ancora, sicuramente, la presidente del consiglio comunale Lia Azzarone, ma nè lei nè altri hanno denunciato l’accaduto quella sera stessa. Questo fino al comunicato stampa dell’ente intorno alle ore 13.00 del giorno dopo, dopo l’ok arrivato da Episcopo.
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Alcuni beninformati riferiscono, da Palazzo di città, che un assessore avrebbe sollecitato il comunicato sin dalle prime ore del mattino, mentre Episcopo era dell’idea di attendere ancora. Ma c’è anche chi, in ambienti vicini alla sindaca, attribuisce la parternità dell’invito a Gennarone al consigliere comunale Francesco Salemme, alias Cisky, amico e cantante dei Tavolo 28, reo di aver fortemente voluto l’artista sul palco del primo maggio. Una versione nettamente smentita a l’Attacco dall’eletto contiano.
“Gennaro è un mio carissimo amico. Ciò che ha fatto sul palco è stato però molto ingenuo da parte sua perché ha permesso, forse per la prima volta nella storia, ad esponenti di destra di usare parole riferite al sessismo e alla violenza di genere nei nostri confronti, quando fino all’altro ieri postavano foto della Schlein con la scimmia di fianco”, esordisce a l’Attacco Salemme.
“Ribadisco, però, che nell’organizzazione del primo maggio non c’entro assolutamente niente. Ho messo agli atti di verbale nella mia commissione (Socioculturale), dunque accessibile a tutti i cittadini, che il 15 aprile fui avvicinato dai ragazzi incaricati di organizzare l’evento che volevano l’esibizione sul palco del gruppo dei Tavola 28. Invito che rifiutai. L’unico tavolo organizzativo a cui ho partecipato si svolse mesi fa insieme ad altri consiglieri comunali e assessori durante un tavolo tecnico in una commissione congiunta. Da allora nessuna notizia sul primo maggio se non la richiesta fattami il 15 aprile ma non come consigliere comunale, bensì come artista dei Tavola 28. Non ho avuto alcuna parte nell’organizzazione dell’evento del primo maggio”, precisare il consigliere.
“La mia chat con l’organizzatore dell’evento è rimasta ferma al 15 aprile. Per quel che ne concerne la reazione dell’amministrazione comunale credo che si sia trovata in contropiede, stupita da quel che è successo. Non era consapevole fino in fondo di quanto era accaduto. Personalmente sono andato al concerto nella parte finale, ma nessuno sotto al palco in quel momento parlava di quanto accaduto, delle parole pronunciate da Gennaro. Anch’io ne sono venuto a conoscenza all’indomani del concerto. Credo che la strumentalizzazione sia oggi un po’ eccessiva: se questa attenzione mediatica, quasi nazionale, fosse stata accesa su un 20enne piuttosto che su un uomo con esperienza e dalle spalle grosse non so come avrebbe potuto reagire”.
“Spero che la destra abbia oggi comportamenti meno sessisti e aggressivi e che questo episodio possa essere un motivo di crescita morale per taluni partiti che solitamente dicono queste cose fuori da un palcoscenico. Spesso gli esponenti politici utilizzano questi stili, che non sono provocatori come invece accade per gli artisti. Spero che si possa davvero arrivare ad una maturità di confronto”.
Zone Transition
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Resta tuttora la sensazione che l’imperdonabile nefandezza venga circoscritta da tanti all’ingenuità di un compagno che ha sbagliato.