Capita spesso, a Foggia, di ascoltare lamentele e reclami provenienti da vasti strati della popolazione locale, talvolta organizzati in veri e propri - anche abbastanza strutturati - comitati cittadini, che lamentano appunto la situazione di degrado che caratterizza ampi spazi della città. Il più delle volte, tali contestazioni giungono dalle zone maggiormente periferiche, e solitamente anche più dimenticate, se non addirittura abbandonate. Oppure, purtroppo con sempre maggiore frequenza, da una zona centralissima come il quartiere Ferrovia, e in particolare da chi abita in via Podgora, dove il degrado è causato principalmente da una questione innanzitutto sociale, di ghettizzazione ed emarginazione, che nessuna delle tante amministrazioni di ogni colore e schieramento politico che si sono avvicendate alla guida del capoluogo dauno è riuscita mai a risolvere e debellare. Talvolta, però, capita anche che certe lamentele e certi reclami provengano dalle zone meglio tenute della città, quelle che solitamente creano meno problemi e grattacapi di tutte.
In questa specifica circostanza, ad esempio, una particolare segnalazione proviene da Corso Roma, cuore pulsante cittadino, e riguarda in particolare l’angolo di strada che si interseca con via Taranto. Nello specifico, il civico numero 16, da cui arrivano le parole di un condomino che si dice esasperato dalla condizione di degrado in cui lui e i suoi coinquilini sono costretti a vivere da anni, nel silenzio assordante delle istituzioni a cui diverse volte hanno provato a rivolgersi, senza raccogliere alcuna risposta concreta, ad eccezione di qualche sporadica rassicurazione di circostanza.
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“Viviamo in una condizione di degrado da oltre 30 anni”, esordisce una donna residente nel condominio, che per ragioni di privacy preferisce rimanere anonima. “Questa situazione, già di per sé tremenda e insostenibile dall’inizio, negli ultimi due anni è peggiorata, dal momento che questi ruderi, avendo al loro interno una fognatura a cielo aperto, favoriscono la presenza di grossi roditori, serpenti e piccioni, i cui escrementi, oltre ad essere portatori di innumerevoli malattie, ci impediscono di uscire sui balconi e di stendere i panni”, racconta. “Siamo agli arresti domiciliari”, afferma la signora al giornale.
“Mentre aumenta sempre di più la nostra frustrazione, al pensiero che siamo stati presi in giro dalla Sindaca Episcopo, che in campagna elettorale aveva promesso a noi cittadini e residenti della zona che ci avrebbe liberati da questo assurdo degrado”, spiega. “Il punto peggiore riguarda il cortile di proprietà di un costruttore a cui tutti si inchinano”, dice la donna. “Questa persona, da oltre 30 anni, occupa parte del marciapiede sottostante, lungo Corso Roma, creando non pochi problemi a noi pedoni, visto che, interrompendo l’utilizzo del marciapiede, siamo costretti a camminare praticamente in mezzo alla strada, con il rischio di essere investiti e tutti gli altri pericoli che ne conseguono”, sottolinea la signora.
“Abbiamo proposto alla Sindaca di debellare il problema dei piccioni con l’utilizzo dei falchetti, così come è stato fatto in tante altre città italiane, con problemi di questo tipo anche più evidenti rispetto a Foggia, in modo tale che la segnalazione di questo degrado e soprattutto la presenza di ratti e serpenti possa arrivare fino ali uffici sanitari competenti”, prosegue. “Se può servire, siamo pronti e disponibili anche a una raccolta firme, in maniera da sensibilizzare anche l’opinione pubblica su questa problematica vicenda”, continua la donna.
“A dimostrazione che quello che dico sia vero, aggiungo che in questo stesso cortile è presente materiale altamente tossico come l’amianto, che qui non è mai stato eliminato, nonostante le ripetute segnalazioni, e che ci costringe davvero a vivere in uno stato di chiusura in casa”, evidenzia l’inquilina. “Mi rendo conto che non sia per niente facile risolvere il problema, ma quantomeno chiediamo un intervento e di essere ascoltati”, precisa. “Fino a questo momento, il costruttore ha fatto il bello e il cattivo tempo, accordandosi di nascosto con gli amministratori locali che si sono avvicendati nel corso degli anni, attraverso vari scambi di favori, ed è riuscito a mantenere inalterato il suo modo di lavorare”, conclude.
Zone Transition
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“La situazione, però, è diventata davvero insostenibile, e a questa amministrazione comunale, visto che in campagna elettorale ce lo aveva promesso e assicurato, chiediamo di intervenire e di fare qualcosa, perché siamo esausti”.