Dopo gli anni di stasi in materia urbanistica, durante la gestione commissariale del Comune di Foggia, sono grandi le attese rispetto all’amministrazione Episcopo, chiamata a chiudere l’iter del Piano urbanistico generale e a dare risposte a privati, associazioni di categoria, Ordini professionali. Il primo semestre dei nuovi amministratori comunali è stato percepito dalla comunità come un periodo di totale stallo e rodaggio, ma adesso la sensazione è che sia terminata l’iniziale apertura di credito nei confronti di chi aveva necessità di conoscere e ambientarsi. Ci si attende molto soprattutto dall’assessore all’urbanistica e lavori pubblici, il barese Giuseppe Galasso, la cui azione è apparsa finora impalpabile tanto da attirarsi critiche interne alla stessa maggioranza, oltre che nel mondo della rappresentanza. Non sono mancati momenti di aspro confronto la scorsa settimana, in occasione del convegno organizzato da Ance (l’associazione dei costruttori edili di Confindustria) sul PUG, con l’ormai ultra ottantenne professor Francesco Karrer, padre del nascituro Piano, e Galasso. Karrer ha annuito con favore quando l’ex assessore e architetto Virginio Stanziale ha ricordato a tutti la necessità di intervenire in primis sull’enorme e scandaloso abuso di via de Petra, dove vivono in immobili privi di qualunque titolo ben 1.100 persone.
Intanto il Comune si è attivato per rendere operativa la legge regionale 36/2023 sugli interventi di ristrutturazione edilizia, norma che rende definitive le possibilità di aumento volumetrico, indipendentemente dalle possibilità offerte dagli strumenti urbanistici, consentendo ai Comuni di derogare ai limiti di legge e, per di più, di approvare varianti urbanistiche (zone D e F) senza seguire il dettato delle norme nazionali e regionali. Una legge regionale che appare ad alcuni, però, confliggente con la Costituzione e dunque non tranquillamente applicabile.
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Il super assessore all’urbanistica e lavori pubblici Giuseppe Galasso conosce l’enorme distesa di baracche di via de Petra, alle spalle dell'ASP de Piccolellis e a poca distanza dal Tribunale e dall’Ipercoop? E, se sì, ha intenzione di intervenire rispetto a questo caso emblematico della illegalità che da decenni in Comune si fa finta di non vedere? Il nuovo corso, la nuova storia, promessi dall’amministrazione Episcopo, che non si stanca mai di ripetere “legalità”, vuole fare quello che finora non è mai stato fatto? Sono gli interrogativi sollevati dall’architetto foggiano Virginio Stanziale, ex assessore all’urbanistica con Agostinacchio. Dopo aver posto il tema la scorsa settimana nel convegno organizzato da Ance, Stanziale ribadisce la necessità di agire.
“Su via de Petra non possono più non si possono più tenere chiusi gli occhi, perché ci troviamo in una zona importante della città dove sono stati realizzati interventi edilizi totalmente abusivi, peraltro in una zona dove esistono diritti reali del Comune”, afferma il professionista a l’Attacco. “Un abusivismo dipanatosi dagli anni ‘80 fino ai giorni nostri, senza che nulla sia avvenuto per fermarlo. Rispetto alla zona del Salice ci furono vari provvedimenti giudiziari che accertarono l'esistenza di lottizzazioni abusive, ci fu la confisca e aree e immobili furono trasferiti al patrimonio comunale, come era giusto che avvenisse. A via de Petra no, le sentenze con ordine di abbattimento sono rimaste inattuate. Che succede quando il Comune vede realizzare una città vera e propria sulle proprie aree? Io credo che neanche mettendo insieme paesini come Faeto e Castelluccio si arrivi a quanto c’è in via de Petra. Non è una questione di estensione della superficie, è enorme la densità tant’è che il Comune vi ha censito la presenza di 1.100 abitanti. Ci dobbiamo tenere queste case abusive senza fogna, dove sono morti tempo fa due bambini arsi vivi e dove l'acqua è presa dal campo giovanile? Risale al 2022, credo, l'ultima sentenza in ordine di tempo del Tribunale di Foggia sull'abbattimento di immobili abusivi a via de Petra, giudicato che non ha avuto riscontro. Chi si fosse recato sul posto per eseguirla non avrebbe potuto non vedere che agli immobili oggetto della sentenza si aggiungeva tutto il resto, pure ugualmente privo di ogni titolo. Non aver attivato in Comune il procedimento di abbattimento costituisce, secondo me, un’omissione vera e propria. Poi c’è Borgo Croci, dove abbiamo un monumento unico quale la chiesa delle Croci: qui hanno costruito abusivamente proprio dietro l'abside. Faccio questi esempi perché ritengo che, prima di parlare di rigenerazione urbana, serva affrontare tali situazioni. Come si può pensare di risolvere l'emergenza abitativa di Foggia se non si interviene rispetto a tali casi macroscopici? Bisogna essere concreti. Speravamo che la commissione straordinaria in carica presso il Comune tra 2021 e 2023, proprio perché avulsa da ogni condizionamento a livello elettorale, potesse realizzare quelle azioni che la politica aveva difficoltà ad adottare. E invece nulla. Ora si dice che l’aria è cambiata con l'amministrazione comunale in carica. Ebbene, vogliono fare interventi che rendano credibile l'operato di Palazzo di Città? Bisogna trovare soluzioni”.
Stanziale, che era già intervenuto criticamente nel 2022 e nel 2023 rispetto all’inerzia della gestione commissariale di Palazzo di città in materia urbanistica, appare oggi sconfortato. “Dall’adozione del DPP, Documento programmatico preliminare al PUG, sono passati ormai molti anni. Siamo al 2024 e non è cambiato niente. Non si sono nemmeno concluse le conferenze di servizio. Ora rispunta il tema delle aree che RFI intende dismettere, è un problema che si ripropone da decenni. Nel ’92, quando fu adottato il piano regolatore Benevolo, se ne parlava già ma non se ne fece nulla perché il consiglio comunale non ne volle sapere niente. Di fronte a tutto ciò l'assessore Galasso oggi propone la perimetrazione per fare incrementi volumetrici, secondo la legge regionale che ripropone ciò su cui è già intervenuta sfavorevolmente nel 2023 la Corte costituzionale parlando di violazione dell’articolo 117 della Costituzione, ovvero si porrebbe contro i principi della pianificazione urbanistica”, sottolinea.
Zone Transition
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“La città non si costruisce con gli aumenti volumetrici bensì col disegno, con temi ben precisi. Devi avere un disegno compiuto con dei piani attuativi. Se l'idea è fare il PUG e poi i piani attuativi la città è condannata a restare così com’è oggi per altri 50 anni. Per me non serve a niente fare il PUG senza avere le idee chiare su cosa realizzare prima, durante e dopo il PUG. Va anche ricordato che sono davvero pochi i Comuni pugliesi che si sono dotati del Piano urbanistico generale. A Galasso dico di occuparsi delle situazioni esistenti ormai da 30-40 anni e che continuano a perpetrarsi. L'occupazione selvaggia prosegue indisturbata da decenni in questa città, che talvolta mi pare peggiore di quella del dopoguerra”.