Due imputati, Giuseppe Albanese e Fabio Tizzano, sono killer come lui pur se schierati con il clan rivale e lui cercò anche di ammazzare Albanese; il terzo, Giuseppe Spiritoso, è un grossista della droga per la “Società foggiana”.
Così il pentito Patrizio Villani ha descritto i tre imputati, deponendo da una località segreta collegata in videoconferenza con la corte d’appello di Bari, nel processo di secondo grado “Decimazione” ai tre foggiani condannati a Foggia con sentenza del 3 maggio 2022 a 60 anni di carcere perché riconosciuti colpevoli a vario titolo di mafia quali affiliati alla batteria Moretti/Pellegrino/Lanza. Su accordo di pg e difesa acquisite le dichiarazioni rese dal pentito durante le indagini, poi gli sono state rivolte alcune domande. I tre foggiani, difesi dagli avvocati Francesco Santangelo, Carlo Mari e Roberto Eustachio Sisto, respingono le accuse. A fronte di 29 imputati per 24 capi d’accusa, l’inchiesta “Decimazione” contro la mafia del pizzo conta al momento due assoluzioni e 27 condanne a 277 anni, di cui 17 definitive.
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Patrizio Villani, 47 anni sammarchese, killer del clan Sinesi/Francavilla, si è pentito a maggio 2022 dopo una condanna a 30 anni per un omicidio collegato alla guerra del 2015/2016: in “Decimazione” è stato condannato a 4 anni, 10 mesi e 20 giorni per mafia. Nei verbali da pentito Villani ha detto d’avere il grado della “santa” (il quarto su sette) per il clan Sinesi, per conto del quale commetteva omicidi venendo pagato sino a 40mila euro.
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Le dichiarazioni di Villani contro i tre foggiani, e che i difensori ritengono non attendibili perché prive di riscontri, si aggiungono a quelle di altri pentiti (i foggiani Carlo Verderosa e Alfonso Capotosto, i baresi Domenico Milella e Pietro Antonio Nuzzi) interrogati nel processo a Foggia, e che sono alla base delle condanne di primo grado.