Ennesimo rinvio per il processo per presunte tangenti al Comune di Foggia a carico dell’ex sindaco Franco Landella e di altri dodici imputati. Erano previste, nell’udienza di ieri presso il tribunale daunio, tre questioni: lo scioglimento della riserva sull’ulteriore eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni, l’affidamento dell’incarico peritale al dottor Gallo, ma soprattutto l’audizione del teste Luca Azzariti.
Tutto slittato al 13 marzo prossimo a seguito del legittimo impedimento manifestato dall’imputata Daniela Di Donna, dipendente comunale e moglie di Landella, il cui avvocato difensore Giulio Treggiari ha presentato un’istanza di rinvio sulla base del certificato ospedaliero che assegna alla donna trenta giorni di prognosi. Il presidente del collegio ha sottolineato come il referto medico, stilato presso il Pronto soccorso, sia stato emesso il 31 gennaio, “a ridosso dell’udienza” determinando il rinvio dell’udienza per “la necessità della trattazione unitaria di tutte le posizioni”.
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In aula ieri mattina erano presenti due imputati – l’imprenditore Paolo Tonti e l’ex dipendente comunale Giuseppe Melfi, entrambi difesi dall’avvocato Umberto Forcelli – e Azzariti, che era pronto a testimoniare. Il presidente ha calendarizzato le prossime udienze, fissandone una ogni mese: il 13 marzo ci sarà la decisione rispetto all’uso delle intercettazioni e la nomina del perito, mentre il 24 aprile sarà ascoltato Azzariti. Poi udienze fissate per il 29 maggio, il 19 giugno e il 10 luglio. Dunque, prima della pausa agostana si dovrebbe tornare in aula altre cinque volte. A distanza, ormai, da tre anni dagli arresti del 2021, c’è la volontà dei magistrati di velocizzare lo svolgimento del processo, che ha fermato le carriere politiche degli ex eletti e che tiene banco nella città capoluogo.
Oltre ai coniugi Landella-Di Donna, a Tonti e Melfi, sono imputati l’ex presidente del consiglio comunale Leo Iaccarino, gli ex consiglieri di maggioranza Dario Iacovangelo e Antonio Capotosto, l’imprenditore agricolo Francesco Landini, Giada Pirazzini, Donatella Iaccarino, Giuseppe e Potito Casparrini. Molteplici le accuse, dalla corruzione alla tentata concussione fino al peculato. Avevano già patteggiato Marianna Tucci, moglie di Iaccarino, e Davide Saurino. Stralciata la posizione di Michele De Carlo.
Il 42enne foggiano Luca Azzariti ha oggi un ruolo molto più pubblico rispetto agli anni dei fatti che lo hanno portato ieri in tribunale come teste. Da maggio 2023 è presidente della Sezione Terziario di Confindustria Foggia e prende parte come relatore agli appuntamenti dell’associazione dell’aquila. Nel suo passato una lunga esperienza in Lega Coop dirigendo importanti imprese, l’impegno per sette anni nel Consorzio Nazionale Servizi operando al vertice del settore sviluppo e promozione del centro-sud Italia, la presidenza del Consorzio Stabile Intesa di Roma e la direzione deil Gruppo Sofein di Torino. Oggi svolge la propria azione imprenditoriale interagendo nel complesso ambito del management della società Azimut Facility.
Sono due i procedimenti giudiziari scaturiti dal mega appalto del Comune di Foggia relativo alla pubblica illuminazione, ovvero il project financing da oltre 53 milioni di euro. Il primo è stato quello in sede di giustizia amministrativa: sia TAR Puglia che Consiglio di Stato rigettarono il ricorso presentato contro il Comune da Gi.One e Go4Green. A giugno 2020 l’amministrazione Landella disse no al subentro della piemontese Gi.One spa alla ferrarese Sitie nell’ati con Go4Green per l’affidamento in concessione mediante project financing della progettazione, realizzazione dei lavori di riqualificazione e adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione, gestione e manutenzione degli stessi, con valore stimato di 53.009.418 euro, oltre I.V.A., e durata temporale prevista di 20 anni.
Ben più delicata è la vicenda penale, nata dalle indagini su presunti accordi corruttivi, che coinvolge Landella e altri ex eletti di maggioranza. Prima la minaccia di “mandare tutto a puttane”, poi la richiesta di una tangente quantificata dapprima in mezzo milione di euro e poi ridotta a 300mila euro. Per l’accusa Landella avrebbe chiesto i soldi ad Azzariti, amico di Iaccarino e direttore della GIone spa di Pinerolo. Nell’ordinanza cautelare del Gip Sicuranza si sottolinea che - dopo la determina del 15 giugno 2020 col no al subentro di Gi.One - Andrea Pinotti, rappresentante dell’ati Sitie-Go4Green, ascoltato dagli inquirenti l’11 maggio scorso, ha precisato che “in un primo momento il subentro stava andando a buon fine, nel senso che gli uffici comunali di Foggia non facevano alcun problema, ma poi è saltato tutto con una determinazione negativa del Comune che è giunta del tutto inattesa”. Per l’accusa “la precisazione di Pinotti corrobora il racconto reso il 4 maggio da Iaccarino, secondo il quale l'operazione di subentro è saltata per espressa volontà del sindaco”.
Zone Transition
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“Originariamente era stato ipotizzato il delitto di corruzione passiva del sindaco, il prosieguo delle indagini ha imposto a questo Ufficio la riqualificazione”, spiegano i pm Enrico Infante e Roberta Bray nelle carte giudiziarie. Dopo l’arresto di Iaccarino e Capotosto, “sono stati acquisiti nuovi elementi di prova relativi alla vicenda corruttiva del sindaco ed afferente all'appalto della pubblica illuminazione. Si tratta delle dichiarazioni acquisite da Azzariti, destinatario della richiesta concussiva formulata dal sindaco in relazione alla partecipazione della società rappresentata da Azzariti al project financing per la pubblica illuminazione comunale”.