I vertici Fpt Industrial hanno comunicato che sarà adottata la cassa integrazione per le officine 1 e 2 dello stabilimento ex Iveco di Foggia per quattro giorni, dal 25 al 28 giugno. Lo comunica Pasquale Capocasale, segretario nazionale Fismic, tra i protagonisti principali delle trattative sindacali con l’azienda metalmeccanica.
“Si utilizzerà questo ammortizzatore sociale - ha detto Capocasale - per fronteggiare il periodo di crisi dovuto a un calo considerevole dei volumi produttivi. Finora si era proceduto ad alleviare questo periodo di crisi attraverso gli strumenti a disposizione dell’azienda, come i permessi annui retribuiti collettivi. Per quel che accadrà a partire dal mese di luglio - conclude Capocasale - nei prossimi giorni riusciremo a capire quali saranno le soluzioni adottate da Fpt”.
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Gli ultimi mesi, a partire dalla fine del 2023, hanno registrato un calo considerevole dei volumi produttivi sfociato nella non conferma dei lavoratori somministrati. In quell’occasione, sempre la Fismic Foggia si era detta preoccupata dopo l’incontro tra le organizzazioni sindacali territoriali e Fpt Industrial. In ballo le carriere di circa 120 lavoratori, che hanno terminato il contratto a dicembre (2023) e che lo termineranno a fine febbraio (2024).
“Secondo i vertici aziendali e i dati presentati all'incontro - aveva detto Capocasale - è stata registrata una contrazione della produzione. Due esempi sono le produzioni dei motori F1C ‘fuso’ (usati da Mitsubishi, che dai 171mila del 2023 sono diventati 157mila) e degli F5 Cnh (montati su diversi mezzi agricoli, da 49mila a 47mila). Fortunatamente i motori prodotti per Iveco non hanno subito decrementi e il peggio è stato evitato. Quel che ci preme sottolineare - ha aggiunto Capocasale - è che molti lavoratori in scadenza di contratto non vedranno un rinnovo e resteranno a casa, anche se la differenza dei dati registrati nelle due annate vede 12 mesi contro 10 del 2023, visto che la commessa ha avuto inizio a marzo. Come sindacato siamo amareggiati, ma non sconfitti: abbiamo infatti chiesto all’azienda di considerare tutte le lavoratrici e i lavoratori a cui non sarà rinnovato il contratto in caso ci fosse bisogno di attingere per rivedere gli assetti produttivi in tempi futuri. In questa maniera - ha concluso Capocasale - sarebbe possibile quantomeno garantire una priorità per il reintegro, se si verificheranno le condizioni”. Ma ciò, ad oggi, non è accaduto.
L’8 e 9 maggio, poi, si sono svolte le assemblee unitarie nello stabilimento Fpt di Foggia. Gli ultimi mesi, come detto, a partire dalla fine del 2023 hanno purtroppo registrato un calo considerevole dei volumi produttivi sfociato nella non conferma dei lavoratori somministrati. All’inizio del 2024 i vertici avevano parlato anche dell’utilizzo della cassa integrazione per sopperire alla mancanza di volumi produttivi. I sindacati, nel confronto con i lavoratori hanno sottolineato la necessità di far fronte comune per superare il momento negativo, ma allo stesso tempo si è convenuto sull’urgenza di traghettare lo stabilimento verso il futuro rispetto alla transizione ecologica in atto anche rispetto alle norme europee che il nuovo parlamento europeo potrà definire a partire da giugno e di includere lo stabilimento dauno in questo eventuale nuovo scenario.
Se il passaggio all’elettrico resterà con le stesse tempistiche di oggi – dicono le sigle sindacali – bisognerà discutere in maniera approfondita sul futuro dello stabilimento di Foggia. Inoltre su sollecitazione dei lavoratori gli Rsa di stabilimento hanno fatto richiesta di verifiche congiunte con l’azienda sulle postazioni di lavoro che hanno criticità evidenti al punto di mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori oltre che la produttività oggi richiesta fortemente da parte aziendale.
Zone Transition
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A fine maggio, invece – a riprova di uno scenario abbastanza critico e complesso che potrebbe evolversi via via nel corso del tempo –, sono state decretate due settimane di cassa integrazione alla Stellantis Europa di Atessa che interesserà un numero massimo di 570 operai e 30 impiegati. L’annuncio era stato fatto a conclusione di una riunione tra la direzione aziendale e il comitato esecutivo sindacale. La cassa integrazione parziale interesserà il periodo da 24 giugno al 7 luglio. Tale necessità, è stato spiegato, è dovuta a un’ulteriore flessione di veicoli su base cabinati e passi corti. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’azienda di tenere conto della maturazione dei ratei. Il reparto Ckd di lastratura non sarà interessato dalla cassa integrazione.