Sta facendo discutere e non poco la versione rilasciata dall’avvocato difensore di Francesco Cannone, il giovane 22enne che ieri pomeriggio ha presentato formale autodenuncia affermando di essere alla guida dell’Audi che si è scontrata con la Panda rossa di Camilla Di Pumpo.
Il suo nome è circolato tra gli ambienti investigativi anche perché dopo accertamenti e testimonianze, oltre alla visione delle immagini di una telecamera di videosorveglianza, si era capito sin da subito che alla guida del mezzo vi fosse un ragazzo e non una persona più anziana.
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Oltre al suo nome, nell’era dei social, è facile che circolino anche dei video. E’ accaduto con i filmati girati in maniera amatoriale negli istanti immediatamente successivi all’impatto avvenuto in via Matteotti. E poi ci sono altri video, postati su Tik Tok, che fanno intravedere il giovane in un’auto lanciata a oltre 200 all’ora o con diverse banconote sul cruscotto.
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In particolare, il passaggio reso noto dall’avvocato difensore rispetto alla prima versione dei fatti, quando ad autoaccusarsi era stato un uomo di circa 60 anni (il padre del ragazzo, Michele Cannone, ndr), ha creato maggiori malumori. Nella denuncia presentata ieri, infatti, secondo quanto reso noto dall’avvocato difensore, il padre ha riferito: “Prima di dire che eri tu alla guida della macchina aspettiamo di capire chi sono i parenti della ragazza, perché ho paura che possano essere dei pregiudicati e possano prendersela con te, lascia fare a me”. Parole ritenute surreali e sconcertanti visto che proprio Michele Cannone è un noto pregiudicato nonché imputato nel processo antimafia Decimabis.