Ieri mattina finalmente l’inaugurazione ufficiale della Ciclovia Adriatica a Rignano Garganico, un evento di grande importanza per il turismo sostenibile dell'intero comprensorio del Gargano. La Ciclovia Adriatica, finanziata dal Ministero e realizzata dalla Regione Puglia con la Provincia di Foggia come soggetto attuatore, rappresenta un'opera strategica del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il suo tracciato si snoda attraverso diversi comuni, offrendo nuove opportunità di sviluppo sostenibile per l'economia locale e valorizzando le bellezze paesaggistiche, culturali e storiche del territorio. “E’ un tassello importante per la nostra regione in quanto l’investimento ha visto protagonisti la Regione Puglia, appunto, con la provincia di Foggia che ha attuato la gara vera e propria - spiega a l’Attacco l’assessora ai Trasporti della Regione Puglia Debora Ciliento – parliamo di un investimento di circa 22 milioni di euro. Parliamo di una ciclovia che si estenderà su circa 76km fino a Manfredonia, e che darà importanza a quel turismo in bici divenuto fondamentale in tutta Europa”.
“Un mondo che porta alla riscoperta di quegli aspetti naturalistici che il territorio offre. Credo sia davvero il giusto percorso da intraprendere e speriamo quanto prima anche giù nel Salento così da poter unire tutta la pista ciclabile nazionale e offrire un’offerta in più ai turisti e agli stessi cittadini pugliesi che potranno quindi sperimentare avventure nuove fatte di panorami mozzafiato e paesaggi incredibili”.
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“E’ un’opera importante – esordisce il Presidente Nobiletti – sono orgoglioso perché la Provincia di Foggia è uno dei primi soggetti attuatori che parte con i lavori. Circa 22 milioni di euro per decine di km di ciclovie che possono rappresentare un volano importante per l’economia, per la parte turistica come quella tra Lesina e Manfredonia. Il turismo delle ciclovie sposta tantissime persone, d’altronde ci sono moltissimi amatori della bicicletta. È un segmento che dobbiamo intercettare, siamo partiti in anticipo rispetto agli altri, speriamo anche di concludere l’opera nel più breve tempo possibile e che possa portare benessere a questa fetta della nostra Capitanata”, conclude Nobiletti.
La cerimonia inaugurale si è tenuta nell'agro di Rignano Garganico ed ha visto la partecipazione di sindaci dei comuni limitrofi e amministratori regionali. L'evento ha voluto rappresentare un’occasione per celebrare il raggiungimento di questo importante traguardo e per gettare le basi per un futuro di crescita e sviluppo per il territorio del Gargano. La Ciclovia Adriatica, infatti, non si configura solo come un percorso ciclabile, ma come un vero e proprio volano per l'economia locale, capace di attrarre nuovi flussi turistici e di promuovere le produzioni tipiche e l'artigianato locale. A presenziare l'evento anche i Cicloamici timonati da Tony Dembech, uno dei massimi esperti della mobilitò sostenibile su bici.
Zone Transition
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“Parliamo di una vittoria a metà - esordisce l’uomo - e comunque restiamo soddisfatti perché finalmente in provincia di Foggia ci sarà una ciclovia Adriatica che dovrà unire Trieste a Santa Maria di Leuca. Ogni regione – spiega Dembech – sta realizzando piccoli tratti, purtroppo però quest’opera è scollegata neo tratti nord e Sud. Come Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta Cicloamici Foggia abbiamo osteggiato questo percorso – ha poi confidato - perché se deve esserci una ciclovia Adriatica o si segue la costa garganica passando dunque nei comuni di Rodi, Peschici e Vieste oppure si segue il tracciato di Apricena, San Severo e Foggia. Parliamo di un tratto sicuramente più dotato di servizi per chi utilizza la bicicletta. Purtroppo questa ciclovia è una via di mezzo e rappresenta una sorta di piccolo deserto per un ciclioamatore in quanto deve attraversare decine di chilometri senza alcun servizio. Io stesso per arrivare ieri sul luogo dell’inaugurazione mi sono dovuto portare dietro quattro litri di acqua proprio perché non si passa davanti ad alcuna attività di ristoro. Ecco – conclude Dembech - se non si fa attenzione a questi aspetti si rischia di far diventare quest’opera solo una tappa di trasferimento. Adesso spetta a Provincia e comuni del territorio far sì che questo percorso si arricchisca di servizi”.