Il livello di allerta a Manfredonia è salito sensibilmente dopo la notizia, poi invece smentita, dell’autorizzazione concessa dal nuovo Governo per l’installazione del megadeposito di Gpl che la campana Energas sta attendendo da un paio di decenni. Sabato mattina tutti i capigruppo in Comune, eccetto il democratico Massimo Ciuffreda e la civica di Manfredonia Nuova Giulia Fresca, per individuare ulteriori iniziative da intraprendere. Il Sindaco Gianni Rotice ha voluto che tutti i gruppi si incontrassero e, convocati dalla presidente del Consiglio Giovanna Titta, hanno fatto il punto della situazione.
In apertura, Rotice ha aggiornato sulle interlocuzioni politiche ed istituzionali, anche a livello governativo, che sono state avviate subito dopo la diffusione della notizia dell’autorizzazione del Consiglio dei Ministri per quello che sarebbe il più grande deposito di Gpl d’Europa.
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Il progetto fu presentato per la prima volta nel 1996, quando la ditta Isosar – oggi Energas spa – chiese i finanziamenti per la realizzazione di un impianto da 60 mila metri cubi, di una condotta di circa 10 chilometri, dell’adattamento del pontile di attracco A5 Molo Alti Fondali e di un raccordo di collegamento tra il deposito e la stazione ferroviaria di Frattarolo.
“Pur se la procedura autorizzativa non è definitivamente conclusa così come, invece, genericamente paventato giovedì sera al termine dalla seduta del Consiglio dei Ministri – ha specificato il Sindaco -, abbiamo confermato senza distinzioni partitiche la netta contrarietà già espressa in occasione del Consiglio comunale monotematico convocato d’urgenza lo scorso 17 marzo”.
La posizione di tutti è espressamente contraria al megadeposito costiero che sorgerebbe in località Santo Spiriticchio. “Non bisogna dimenticare che i precedenti Governi lo avevano lasciato sospeso. Abbiamo tutti una posizione compatta di contrarietà – esordisce l’indipendente Adriano Carbone –, la stessa che è stata già ribadita in più occasioni”.
Non gli è chiaro “se il provvedimento sia stato discusso o ritirato, tuttavia il fatto stesso che se ne sia parlato ha fatto scattare i campanelli d’allarme. Forse qualche furbo di qualche lobby lo ha piazzato nell’ordine del giorno e, in questo periodo di crisi energetica, leggendo di gas si può pensare a qualcosa di positivo mentre la realtà è tutt’altra. Stiamo comunque monitorando tutti gli ordini del giorno del Cdm e facendo pressioni a livello politico, per far intendere chiaramente che la città è attenta, che quel progetto è obsoleto e che nel frattempo sono subentrate dinamiche, come quella degli scavi archeologici a Siponto e dei progetti per il PNRR, che diventerebbero opportunità perse”.
Anche il capogruppo di Forza Italia, Vincenzo Di Staso, è rimasto sul chi va là e pensa che “la difformità tra la prima e la seconda versione di quella comunicazione del Cdm - per ragioni di cui l’onorevole forzista Giandiego Gatta sta cercando di capirne i dettagli - non lascia tranquilli. Pare che non sia stato più discusso, anche se attendiamo conferme ufficiali”.
“Mai come in questa occasione siamo tutti uniti. Nessun compromesso di royalties e agevolazioni. Siamo intransigenti e pronti a dare battaglia su qualsiasi cavillo, pur consapevoli della forza di Energas e soprattutto di un eventuale provvedimento del Consiglio dei ministri”.
Esclusa l’ipotesi di riunire il Consiglio comunale, sarebbe un doppione di quello monotematico svoltosi il 17 marzo scorso, nel confronto “aperto e sincero, di iniziative e idee” andato in scena a Palazzo San Domenico, c’è stata la proposta del consigliere di Molo 21 Gaetano Prencipe di apporre vincoli su quelle aree. Un’ipotesi, mentre sono certi gli effetti collaterali: “risulterebbero danneggiate tutte le aziende che sono presenti in quella zona, la D49, se il tentativo non andasse poi in porto”.
A proposito di porto, a qualcuno non è sfuggito che la concessione Energas per il porto industriale è stata revocata dall’Autorità di sistema del Mare Adriatico Meridionale. Inoltre, si è proposto per l’insediamento sul Bacino Alti Fondali il gruppo Sisecam che fa capo a Franco Favilla. Stando a quello che si intuisce, Rotice avrebbe sentito anche Ugo Patroni Griffi. Non ha cambiato idea, per quanto gli sarebbe impossibile opporsi a una decisione presa dal Cdm. Su questo terreno, forse, l’elemento da portare all’attenzione è lo svantaggio economico derivante dai progetti del PNRR che interessano quell’area e i risarcimenti che verrebbero richiesti da chi fosse costretto a rinunciare agli investimenti fatti in quell’area.
Zone Transition
Zone Transition
L’incontro è terminato con l’invio a Cdm e Regione Puglia, della nuova comunicazione del Comune a cui sarà allegata la delibera di Consiglio adottata nel marzo 2022.
Non c’entrano più le prescrizioni tecniche, la scelta finale dipenderà soltanto dalla politica.