“Il regalo più bello al presidente Emiliano, nel giorno del suo compleanno, lo abbiamo fatto noi costringendo la sua maggioranza a bocciare la proposta di legge che reintroduceva il TFM - esultano i componenti del gruppo regionale di Fratelli d’Italia, il capogruppo Renato Perrini e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Tommaso Scatigna e Tonia Spina -. Per mesi, infatti, la maggioranza, e in modo particolare il PD, è stata dilaniata fra chi era a favore e chi era contro solo per diktat-minaccia dall’alto”.
“Oggi chiedendo di anticipare in aula la discussione abbiamo, finalmente, risolto il problema: costretto la maggioranza a decidere! Certo aprendo all’interno del centrosinistra una voragine interna, ma questo non è un nostro problema: noi di Fratelli d’Italia abbiamo dichiarato in apertura di seduta di essere contrari e che, comunque, avremmo votato contro, ma il nervosismo mostrato in aula, in primis dal presidente Michele Emiliano, la dice lunga sullo stato di salute delle forze politiche che governano la Regione Puglia”.
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“Infine, una considerazione doverosa sull’idea che questa maggioranza ha della democrazia: assistiamo da un po’ di Consigli all’utilizzo degli emendamenti che con la forza dei numeri zittiscono la minoranza, sovvertono l’ordine dei lavori e inventano regole a uso personale. Dopo i metodi usati per approvare la legge sulla Parità di Genere e quella di oggi per abrogare il TFM denunciamo un clima avverso alle opposizioni, aggravato dal fatto che siamo di fronte a un presidente del Consiglio, Loredana Capone, che invece di essere arbitro e mediatore, svilisce il suo ruolo istituzionale con considerazioni e prese di posizione politiche pericolose per la tenuta dei lavori d’aula”.
“Oggi abbiamo ottenuto un risultato importante con la bocciatura del TFM, nonostante i tentativi del centrodestra di approvarlo con il voto segreto - commentano i consiglieri del MoVimento 5 Stelle Marco Galante (capogruppo), Rosa Barone, Cristian Casili e Grazia Di Bari -. Peccato che per farlo si sia perso del tempo prezioso, che avrebbe potuto essere impiegato per esaminare leggi sicuramente più importanti per i cittadini. Per questo avevamo votato contro l’anticipazione della discussione del TFM, mentre qualcuno della maggioranza approfittando del voto segreto ha fatto il contrario di quanto dichiarato”.
“Ora si va avanti nella battaglia contro la scellerata autonomia differenziata voluta dal governo, per l’istituzione del salario minimo, per il rafforzamento delle misure per la trasparenza e l’anticorruzione con l’istituzione del NIR, per abbattere le liste d’attesa. Quello che i pugliesi ci chiedono”.
“Finalmente abbiamo messo fine a una telenovela durata fin troppo e molto poco appassionante per i pugliesi - dice la consigliera del M5S Antonella Laricchia -. Spero che oggi si sia messa una pietra tombale sul TFM e di non assistere a nuovi tentativi di reintrodurlo come avvenuto ciclicamente fino ad oggi. Un provvedimento che è riuscito a unire il fronte del NO da Confindustria a CGIL, perché avrebbe aumentato ulteriormente la distanza tra i cittadini e la politica”.
“Dispiace solo che per arrivare a questo risultato si sia bloccata l’aula per ore, offrendo a chi guardava uno spettacolo a dir poco indecoroso e non degno delle istituzioni. Ora andiamo avanti e speriamo di poter discutere finalmente di leggi davvero utili per i cittadini, stanchi di questa pantomima”.
“Finalmente abbiamo scritto la parola fine sulla telenovela del tfm, il trattamento di fine mandato. E abbiamo smascherato l'ambiguità del centrosinistra, che si proclamava contrario ma tramava sottotraccia per portarselo a casa, senza metterci la faccia. In Consiglio regionale si è consumata una seduta a tratti surreale - dice a sua volta Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani -, con la richiesta di anticipazione e poi di voto segreto approvata a maggioranza, la sospensione dei lavori in un clima arroventato per mancanza del numero legale, e poi il voto con scrutinio segreto dell'emendamento che ha soppresso il primo articolo della proposta di legge sull’introduzione del tfm per i consiglieri regionali, determinando la decadenza del testo messo ai voti”.
“Ci auguriamo sia la pietra tombale su un provvedimento nato male e gestito peggio, che da oltre due anni ha messo il Consiglio regionale alla gogna mediatica, facendoci passare per arraffoni e bollandoci come casta. Anche oggi, i fari dei media si sono accesi su questa vicenda, mentre si disinteressano spesso dell’attività che svolgiamo sui territori e nelle aule del Consiglio. Per quanto ci riguarda, la rinuncia al trattamento di fine mandato e la sua assegnazione in beneficenza l’abbiamo messa nero su bianco in tempi non sospetti, già a luglio di tre anni fa, con una pec indirizzata alla segreteria del Consiglio regionale. E d’altronde, quando nel 2020 ci siamo candidati e siamo stati eletti in questa XI legislatura consiliare, sapevamo che non era previsto un tfm”.
Zone Transition
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“Ma ora si volti pagina e ci si concentri su provvedimenti ben più importanti per la vita dei cittadini che siamo chiamati a rappresentare”.