Questo fenomeno non deve sorprendere: essendo la scuola un aggregatore sociale, a prescindere se il contagio avvenga nelle aule o al di fuori di esse, rappresenta comunque un fattore facilitante per la diffusione del virus.
Quando in una epidemia come questa si osserva una curva in crescita, non ci si può permettere il rischio che tale crescita diventi incontrollabile. Bisogna intervenire precocemente con misure tempestive. Più tempestive sono le misure, minore potrebbe essere la durata delle stesse. E' per questo motivo che noi monitoreremo la situazione costantemente e rivedremo la misura settimanalmente.
Accanto a queste considerazioni di natura epidemiologica vi sono anche considerazioni di ordine pragmatico circa quello che ha rappresentato l'attività scolastica in termini di impatto sul servizio sanitario. A causa del suo ruolo di aggregatore sociale, ogni volta che si sviluppa un caso di positività nella comunità scolastica, si avvia una macchina sanitaria imponente per isolare i casi e i loro contatti, eseguire i tamponi a tutti ed avviare la indagine epidemiologica in ogni caso secondario che dovesse risultare positivo. A titolo di esempio, nella ASL di Lecce, la meno colpita dal contagio nella nostra regione, a fronte di 34 studenti positivi sono al momento in isolamento domiciliare 840 studenti.
A questo carico di lavoro per gli addetti al tracciamento, che rischia di ingolfare un'attività cardine per il controllo dell'epidemia, si aggiunge l'enorme numero di richieste di certificazioni (spesso accompagnate dalla richiesta contestuale di inutili tamponi) di cui sono inondati i pediatri di famiglia. Le chiedo, onorevole Ministro, invece di avere un atteggiamento inutilmente ideologico nei confronti della didattica in presenza a tutti i costi, di accompagnare l'amministrazione scolastica in un percorso che purtroppo deve modificarsi velocemente in base alle esigenze epidemiologiche di un virus le cui azioni devono essere prevenute e non inseguite. Avrei potuto, da epidemiologo, darle un parere sui banchi a rotelle che hanno monopolizzato il dibattito estivo, o sulla mancata ristrutturazione organizzativa della didattica, quali doppi turni, alternanza di didattica in presenza e distanza, orari di ingresso fortemente differenziati, ecc. Ma non è mio compito farlo.
Noi speriamo comunque che questa interruzione possa portare ad una ristrutturazione organizzativa volta a diminuire sensibilmente la presenza in contemporanea degli alunni nei plessi scolastici. Da parte nostra, siamo impegnati a migliorare la capacità di testing adottando il più possibile l'uso di tamponi rapidi e semplificando la burocrazia che accompagna la scoperta di un caso di positività a scuola. Ma anche in questo abbiamo bisogno di un aiuto da parte dell'amministrazione per ridurre al minimo la richiesta di certificazioni spesso improprie.
Una pandemia la si combatte insieme. Si vince o si perde insieme".