Stando alle ultime comunicazioni ufficiali, sono circa mezzo milione i lavoratori ancora in attesa degli arretrati della cassa integrazione e ben trentamila quelli che ancora non hanno preso nemmeno un euro, pur avendone pieno diritto.
Il decreto Cura Italia, all'inizio dell'emergenza Covid, ha infatti previsto la possibilità di fare ricorso a questo strumento disponendo una "causale straordinaria e generalizzata" per far fronte ad una crisi senza precedenti, ma notevoli sono stati i farraginosi e burocratici adempimenti imposti per l'accesso a tale forma di sostegno ed a farne le spese sono stati, come sempre, i lavoratori ed, in parte, lo stesso tessuto imprenditoriale.
Ma non solo. Alle lungaggini temporali connesse alla materiale erogazione delle liquidazioni (considerata anche la cifra record di 11 milioni di prestazioni in 5 mesi rimessa alla gestione organica dell'INPS), si aggiunge, invero, la mancanza di liquidità derivante dall'insufficienza dei fondi stanziati per la copertura di tutte le richieste.
Ed allora ecco che appare necessario cambiare rotta, mediante l'attuazione di una riforma integrale dell'istituto, che sappia eliminare le criticità di uno strumento destinato, nell'imminente prossimo futuro, a fungere da vera e propria misura funzionale di equilibrio sociale.
Meritocrazia Italia, in questo senso, rinnova la proposta di previsione di una cassa integrazione più estesa, che sia in grado di ampliare la propria portata applicativa, ricomprendendo anche i milioni di lavoratori oggi esclusi (dal negoziante al piccolo ristorante con meno di cinque dipendenti), con applicazione di aliquote differenziate in base ai profili di rischio e con l'ideazione di misure di sostegno strutturale anche per i lavoratori autonomi che non possono lavorare.
Meritocrazia Italia, propone inoltre l'introduzione di correttivi nella gestione dei Fondi di categoria per evitare lungaggini procedurali, eccessi burocratici ed asincronie nel processo di erogazione della cassa, finanche ripensando alla possibilità di optare per una gestione centralizzata ministeriale e dell'Istituto di previdenza, così da evitare diseguaglianze regionali e complessi meccanismi di rimbalzo di responsabilità operative e liquidatorie, in uno al controllo sulle effettive disponibilità di copertura.
Meritocrazia Italia, infine, auspica che vengano utilizzate le disponibilità del Recovery Plan italiano per fronteggiare anche questa importante sfida, con trasparenza, propositività ed ascolto anche delle proposte che vengono dalle associazioni di categoria, di volontariato e dalle parti Sociali, perchè è necessario ridare dignità al lavoro, all'impresa ed ai lavoratori, in uno alla piena ed incondizionata solidarietà alle tante aziende vessate dalla burocrazia degli adempimenti ed alle migliaia di famiglie che hanno bisogno dei mezzi per vivere.