“Rifiuto e vado avanti”. Lo ha già fatto con il gruppo-Salandra (col quale non è mai entrato in sintonia), identico trattamento ha riservato anche a Nicola Di Matteo, liquidato con un laconico “non se ne fa nulla, le condizioni le detto io”.
Canonico a testa bassa e come un caterpillar continua a demolire ogni ostacolo che gli si para davanti e nelle ultime ore ha ribadito il suo no anche all’imprenditore di Villa Literno. Che il Foggia non vuole proprio toglierselo dalla testa e che adesso dopo l’ennesimo gran rifiuto probabilmente virerà sull’Ancona. Che avrebbe una debitoria complessiva di circa 1,5 milioni complessiva, ma senza tanti scheletri nell’armadio.
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Lunedì pomeriggio l’ex patron del Grosseto ha spedito nel quartiere generale di Modugno il suo legale di fiducia, accompagnato da un emissario: obiettivo stanare Canonico e convincerlo a mollare. La proposta, rivisitata, e messa su un piatto d’argento non era nemmeno da buttar via: praticamente tutte soddisfatte le richieste dell’azionista di maggioranza del Foggia, con la disponibilità anche ad accollarsi due delle quattro mensilità ancora da corrispondere ai tesserati per espletare l'iter dell'iscrizione.
Canonico però ha risposto di nuovo picche, senza tanti preamboli sollevando, sembrerebbe, anche qualche perplessità sulla consistenza economica di Di Matteo. “Il Foggia lo cedo solo in mani sicure e a chi dico io”, avrebbe detto troncando sul nascere ogni possibilità di accordo. Della serie: i pretendenti devono avere perlomeno la mia stessa forza economica, altrimenti è meglio che sul ponte di comando resti io. Così parlò l’Onnipotente Canonico, che nei 90’ dedicati ai suoi interlocutori è sembrato per la verità piuttosto nervosetto e spazientito dal fatto che all’orizzonte non si palesi ancora un’offerta che lo possa allettare.
Resta tutto ancora in alto mare, dunque, con estemporanei tentativi esperiti sottotraccia da soggetti non meglio identificati che tentano di battere strade alternative per stanare gli imprenditori locali, allettandoli con soluzioni che però non convincono. E il tempo così passa inesorabile, fra la preoccupazione sempre più palpabile della sindaca Episcopo. Che resta chiusa nel suo silenzio assordante (nella serata di ieri poi la nota, ndr), pur continuando a dialogare con le parti nel tentativo di dirimere una vicenda che con il trascorrere dei giorni diventa sempre più ingarbugliata.
Dopo che la sindaca pare abbia preso tempo prima di spiegare cosa non avrebbe funzionato nel tentativo di mediazione portato avanti, filtra l’indiscrezione secondo la quale entro e non oltre il prossimo fine settimana sarà il presidente in prima persona a sobbarcarsi dell’onere di raccontare dell’ennesimo fallimento della trattativa per la cessione del club, la terza consecutiva in poco più di 20 giorni. Un record. Sarà quella la sede in cui verosimilmente Canonico confermerà di aver ripreso il bastone di comando perché non esisterebbe una valida alternativa e di essere anche pronto a iscrivere la squadra al prossimo campionato.
Un atto dovuto, visto che è l’imprenditore di Palo del Colle ad avere la gestione finanziaria del club e a esserne dunque responsabile in primis, ma non è detto che per l’occasione non rivolga un appello alla città e alla imprenditoria locale affinché gli venga incontro con un supporto economico che lo metta nella condizione di respirare e di non sobbarcarsi un onere piuttosto pesante (servono 2 milioni circa entro il 4 giugno per figurare ai nastri di partenza anche del prossimo campionato).
Proverà insomma il patron a mettere in campo l’ennesima operazione-simpatia che contribuisca a far lievitare il suo consenso agli occhi della piazza nel momento in cui c’è da raccogliere i cocci per la mancata cessione del club e mettere in piedi uno straccio di progetto che tenga agli occhi della tifoseria. Un film già visto, se vogliamo, fin dai tempi in cui Canonico si presentò a Foggia con l’accoppiata Zeman-Pavone nella stagione che coincise con il suo approdo in rossonero. E che sembrò inaugurarsi nel segno della programmazione e della lungimiranza.
Puntò forte sugli effetti speciali anche la stagione successiva l’imprenditore barese quando, dopo il flop di Boscaglia, al mercato di gennaio si inventò l’operazione-nostalgia con il tandem Vacca-Beretta che gli procurò applausi e consensi a scena aperta. Stesso copione rivisto anche con Delio Rossi, rispolverato nel momento del bisogno in cui la piazza stava per voltargli definitivamente le spalle e che gli è servito per riconquistare un briciolo di credibilità dopo la serie innumerevole di errori.
Zone Transition
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Di qui alla deadline del 4 giugno meglio prepararsi al peggio, perché del domani non v’è certezza e altri possibili colpi di scena sono sempre possibili. Ma meglio ancora diffidare e prepararsi anche al meglio: già, perché a Canonico piace sempre stupire e contraddirsi e c’è chi è addirittura pronto a scommettere che il patron non solo adempirà in tempo utile a tutti gli obblighi ancora da fronteggiare ma addirittura, spiazzando tutti, rilancerà il suo progetto. Allestendo una squadra competitiva che sia in grado di tornare a essere protagonista. A maggior ragione se all’orizzonte dovesse profilarsi la possibilità di tornare a giocare il derby con il Bari. Hai visto mai?