Viaggiare è un lusso. O quasi. I nuovi rincari che si stanno registrando presso i distributori di carburanti portano oggi un pieno di benzina a costare 14,6 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre per un pieno di gasolio si spendono 14,4 euro in più rispetto, appunto, all’anno precedente.
I listini alla pompa gravano pesantemente sulle tasche delle famiglie italiane se si pensa che oggi la benzina, con un prezzo medio pari a 1,760 euro al litro, costa il 20% in più rispetto ad un anno fa. Molto male anche per il gasolio aumentato in un anno del +21,6%.
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Secondo il Codacons “gli incrementi hanno effetti diretti sulle spese dei consumatori: solo per i rifornimenti di carburante una famiglia spende oggi +352 euro all’anno in caso di auto a benzina, +347 euro in caso di auto a gasolio”. E non finisce qui. Le conseguenze più pesanti, tuttavia, “ci saranno per i prezzi al dettaglio in Italia l’85% della merce viaggia su gomma, questo significa che i rincari dei carburanti registrati negli ultimi giorni porteranno ad una ondata di aumenti dei listini nei negozi e nei supermercati, con ripercussioni sul tasso di inflazione già alle stelle, e un aggravio di spesa a danno dei consumatori i quali, dopo le bollette dell’energia, dovranno fare i conti con il caro-benzina”.
“Sta aumentando il costo del petrolio, o quantomeno è quello che ci dicono le compagnie petrolifere – spiega a l’Attacco il signor Leonardo, gestore di una pompa di benzina a Foggia – credo però ci siano anche delle grosse speculazioni da parte di operatori del settore”.
Circa 1,90 e 1,75 euro per benzina e gasolio al self (scontati) e oltre due euro per ciascuno al servito. “Stiamo perdendo tanti clienti – continua – l’utente privato sta quasi sparendo: se può fare a meno della propria auto opta certamente per altre tipologie di spostamento”. Dello stesso avviso la signora Pina che aggiunge: “I rincari ci stanno massacrando, i nostri stipendi restano quelli e la situazione è davvero drammatica. Dobbiamo tagliare tutto e la macchina la si usa per lo stretto necessario. Dobbiamo organizzarci diversamente”. “Le attività chiudono, siamo rimasti senza lavoro e qui tutto aumenta – confida Giorgio – ai rincari dei carburanti si aggiungeranno a breve quelli di corrente elettrica e gas. Come faremo? Non c’è lavoro e ci aumentano pure le tasse”? Male, ma non malissimo, quantomeno per ora, anche per i consumatori di metano e gpl costretti a subire un aumento dei costi alla pompa. “Il metano conviene di meno rispetto a qualche tempo fa – ammette un consumatore che aggiunge – se il pieno ci veniva circa 29 euro ora viaggia sui 35 euro. Un rincaro ma siamo, fortunatamente, ancora bassi rispetto al Nord”.
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Nel settentrione, infatti, l’aumento dei prezzi di mercato del gas ha portato il metano a superare anche quota 2 euro al kg. Secondo le ultime rilevazioni, il prezzo medio del metano auto è compreso tra 1,783 e 1,876 (no logo 1,744), mentre i prezzi praticati del Gpl vanno da 0,819 a 0,837 euro/litro (no logo 0,813). “Nonostante gli aumenti resta sempre conveniente rispetto agli tipi di carburante, tranne che per l’elettrico” dicono alcuni clienti incontrati al distributore.
“Sono molto arrabbiato – conclude il signor Ugo mentre accende il motore della sua auto – il rincaro è eccessivo, assolutamente inammissibile e inadeguato. In altre nazioni sarebbero già scoppiate rivolte”. In onor del vero l’aumento del metano ha spiazzato un po’ tutti visto che finora era considerato un carburante economico.
L’incremento, però, è stato causato dal costo della materia prima che da inizio anno ad oggi è quasi triplicato.
Gli effetti negativi dell’aumento del metano, oltre che sugli automobilisti, si ripercuotono anche sui consumatori dato che viene utilizzato anche dall’intero settore dei trasporti (come i camionisti e chi guida i mezzi da lavoro). L’aumento del metano causa problemi anche alle auto diesel, che rischiano di rimanere senza AdBlue per lo stop della produzione del sito di Yara a Ferrara.