La notizia trapela da qualcuno ben informato sui fatti e poi viene confermata dagli organizzatori: sul CibòFest – manifestazione regionale di street food, organizzata dalla Pro Loco di Foggia, con il patrocinio gratuito del Comune e in collaborazione con l’Ente regionale Proloco Puglia Ets ed Amip – si è ingenerato un cortorcuito che sta mettendo in seria difficoltà i promotori. E’ saltata, infatti, la location annunciata, e cioè la villa comunale. L’iniziativa è stata dirottata, invece, su via Galliani. E ridimensionata pure nel numero di giorni inizialmente previsti.
L’appuntamento (pensato sul modello di un Libando in “miniatura”) che vede nel capoluogo dauno la tappa d’esordio del tour regionale (il 4 e 5 giugno sarà a Mattinata, poi Giovinazzo e in altre città), avrebbe dovuto tenersi da oggi a domenica, in villa comunale, appunto. Tanto che CibòFest, dopo aver inviato richiesta via pec il 4 aprile ed essere stato autorizzato dal Comune, negli scorsi giorni, era stato ampiamente pubblicizzato, con toni di grande entusiasmo, sugli organi di stampa locale attraverso un comunicato diffuso dall’organizzazione.
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Fino a quando, tre giorni fa, a poche ore dall’inizio, è arrivato il “niet” del Suap, che ha richiesto ulteriori integrazioni al Piano di sicurezza della manifestazione presentato 2 settimane fa dall’ingegner Schirone, un addetto ai lavori incaricato dalla Pro Loco di Foggia. E dunque no, non si può più fare in villa.
La motivazione successivamente addotta all’impasse, l’altro ieri dalla commissaria Magno in un incontro d’urgenza cui la Pro Loco è stata convocata, starebbe in un divieto della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio. Una motivazione che la Pro Loco avverte come “una scusa”, una pezza a colori.
Contattato da l’Attacco, il suo presidente, Giuseppe Croce, ha raccontato quanto fin qui descritto: “Stiamo cercando di salvare il salvabile. Ma in 9 anni in cui ho guidato la Pro Loco non era mai accaduto nulla di simile. A pochi giorni dallo start ci è stato chiesto addirittura di fornire i libretti di tutti gli espositori e di prevedere la presenza di bagni chimici. Richieste mai effettuate per tutte le altre manifestazioni svoltesi nel corso degli anni in villa”.
La villa comunale di Foggia è catalogata come sito di interesse storico-culturale, è vero, e come tale soggiace ai pareri dell’organo territoriale competente in materia di tutela del patrimonio storico-artistico.
Ma il fatto si configura come una stranezza, se non altro perché, appunto, non si era mai presentato un simile problema in passato, e cioè nel corso dei diversi anni in cui quel luogo, tra i simboli della città, è stato adibito a più riprese a manifestazioni socio-culturali (comprese quelle enogastronomiche), con il tentativo delle passate amministrazioni, e della stessa Pro Loco in questa e in altre circostanze, di valorizzarlo e strapparlo al degrado da cui per molto tempo è stato afflitto.
Per manifestazioni come “Foggia Estate”, “Luminarie in villa” e lo stesso “Libando”, nè il Suap nè la Soprintendenza avevano mai fatto simili pulci, ricordano gli addetti ai lavori. La passata amministrazione aveva invece dovuto richiedere, giustamente, l’autorizzazione su altre questioni, come quelle riguardanti gli interventi sui manufatti: dal progetto di illuminazione pensato dal designer Romano Baratta alla ripulitura del “tempietto”.
Ma tant’è, lì dove è sempre accaduto, ora non sarebbe più possibile svolgere manifestazioni di interesse socio-economico-culturale come CibòFest. E questo crea un precedente anche per il futuro. l’Attacco ha provato a contattare, senza successo, il Comune di Foggia, per un approfondimento sul tema: al numero di centralino indicato sul sito istituzionale nessun operatore disponibile. Il Piano di sicurezza per la manifestazione era stato ovviamente tarato sulla fisionomia della villa comunale. In sole 48 ore, dunque, l’ingegner Schirone avrebbe presentato un nuovo piano calibrato su via Galliani, la destinazione alternativa proposta da Magno. Ma non finisce qui, perché il Suap ha richiesto un’ennesima integrazione documentale anche per questo piano.
Non è dato sapere, dunque, al momento se la manifestazione andrà in scena. “La telenovela non è ancora finita - continua Croce -. Senza contare i danni economici che l’atteggiamento del Comune ci sta causando nel dover spostare tutta la macchina organizzativa su via Galliani. Oltre ai manifesti già pagati. Presenteremo il conto a Palazzo di Città”. Croce&Co restano determinati, ad ogni modo, a non far saltare CibòFest, seppure in versione diversa da quella annunciata. Anche perché, tra gli altri attori economici dell’iniziativa, non bisogna dimenticare i produttori, che saranno presenti con una decina di stand da diverse parti d’Italia e che nel frattempo hanno acquistato merci e prodotti da vendere. Un annullamento totale della manifestazione renderebbe passibile l’organizzazione di doglianze e richieste di risarcimenti, che non è detto non possano sussistere già in presenza del rimaneggiamento subìto.
Zone Transition
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Dagli arrosticini abruzzesi al black angus, dalla paella alla puccia pontina, dalla porchetta di Ariccia alla pinsa romana. “Tanti punti di degustazione itineranti, pronti a stupire - aveva annunciato la Pro Loco - con le particolarità della loro cucina e la bellezza dei trucks e degli ape-car specializzati. Eccellenza, originalità, tradizione e pulizia sono le parole d’ordine”. E poi ancora “sbandieratori, gonfiabili, attrazioni varie e visite guidate per le vie della città con guide turistiche abilitate dalla Regione Puglia”. Ciò che era stato annunciato come un ritorno alla vita dopo il Covid è stato messo in discussione dal Comune.