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“Il capolavoro di Gelsomino è aver consegnato agli industriali CCIAA e Confcommercio, ovvero la più forte e rappresentativa organizzazione di categoria della provincia di Foggia”, analizzano diversi addetti ai lavori in queste ore con un certo sconforto. “Cioè a due ex dirigenti di Confindustria, di cui un ex presidente come Pino di Carlo e un ex vicepresidente come Antonio Metauro. Soggetti che erano ormai ai margini del mondo della rappresentanza e della Camera di commercio. Gelsomino ha dato loro sia Confcommercio che CCIAA, con di Carlo e Zanasi in giunta camerale, e lui fuori da tutto. Peraltro i fedelissimi di Gelsomino, che fino all’ultimo lo hanno seguito – come Lucia La Torre, Gino Notarangelo, Silvio Salvatori – si ritrovano anche loro fuori dalla giunta. E’ questo il meglio che il mondo della rappresentanza imprenditoriale è riuscito a fare?”, commentano a l’Attacco alcuni imprenditori.
“Nessun elemento di novità, una composizione ed equilibri che guardano al passato. Non c’è un rinnovamento generazionale o di genere. Poteva questa rappresentare la prima occasione per un presidente di CCIAA donna o per un presidente under 40? O magari per un presidente individuato in un imprenditore distintosi per studi o per una dimensione internazionale del proprio percorso?”.
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Il riferimento, per quest’ultima ipotesi, è a personalità come il big delle rinnovabili Marcello Salvatori, Michele Frisoli di Manta Group, Nicola Altobelli della troiana Eceplast, Antonella Pasqualicchio, Euclide Della Vista.
“In un territorio che deve cambiare, voltare pagina, guardare al futuro, si elegge un presidente che esprime una categoria ormai superata che è quella degli edili e che era presidente di Confindustria dieci anni fa, peraltro con un ruolo determinante nella formazione di questo equilibrio da parte di Zanasi e Simeone, il primo dei quali non è più titolare di proprie imprese mentre il secondo, presidente di Confartigianato, lavora con gli appalti pubblici. Insomma, non proprio la rappresentanza di una imprenditoria di mercato che pure esiste a Foggia”, continuano gli imprenditori ascoltati da l’Attacco.
Al di là della “trasformazione” confindustriale di Confcommercio, da questi nuovi equilibri camerali emergono anche altri aspetti. Il primo riguarda certamente l’uscita di scena di Damiano Gelsomino e della sua famiglia, espressione del gruppo imprenditoriale più importante di Manfredonia. Troppo roventi le tensioni di questi anni - scatenatasi con vari settori della rappresentanza, dal divorzio col proprio braccio destro Biagio di Iasio in poi – perché il sipontino potesse ricandidarsi. Il profilo più istituzionale e pubblico viene ora meno.
Zone Transition
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Resta però, a livello associativo, la presenza in Confcommercio a Foggia come a Roma. Quest’anno di trattative e manovre in vista della nuova governance di via Protano non pare, poi, aver rafforzato Confartigianato, che negli scorsi anni aveva dato battaglia a Gelsomino e che ora si ritrova a sostenere il medesimo suo nome, ovvero di Carlo.
