Pug Foggia, Lo Muzio: “La paralisi va superata con una scelta politica, la città ne ha estremo bisogno”

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Un’analisi che si sofferma sull’obsolescenza dell’impianto normativo di riferimento per la programmazione urbanistica, l’asimmetria interpretativa e spesso contraddittoria, la responsabilità istituzionale prima che politica di addivenire ad una conclusione del lungo e complesso iter di approvazione e adozione del PUG. Nicola Lo Muzio, avvocato amministrativista che si occupa specificatamente di diritto urbanistico, ha offerto una ricognizione delle dinamiche che governano e spesso rallentano la pianificazione, come ha avuto modo di illustrare nel suo qualificato intervento al recente convegno “Facciamo la città”, organizzato da ANCE Foggia con la partecipazione, tra gli altri, del progettista del PUG Karrer e dell’assessore comunale Galasso. L’Attacco lo ha intervistato.  

Avv. Lo Muzio, a proposito dei contenziosi pendenti che rallentano il PUG, lei ha parlato di una situazione inevitabile in una realtà viva e che l’Amministrazione comunale ha tutte le risorse e le competenze per prendere decisioni fondate. 
Per procedere con il PUG occorrono ora delle scelte di politica urbanistica, ciò che tiene fermo il procedimento in questo momento non è una questione di natura tecnica, ma una questione di scelte. L’assessore Galasso ci ha spiegato che ci sono dei contenziosi in atto che stanno monitorando e che si riferiscono ad alcuni programmi che sono in itinere, è questa la strettoia oggettiva che c’è rispetto alla possibilità di andare avanti con il lavoro per il nuovo PUG. Ma ogni nuovo piano che sostituisce il precedente atterra sempre su una realtà in divenire, ci sono sempre problemi da affrontare e anche in questo caso andranno affrontati. 

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Ha parlato di un forte ruolo di supplenza, di “tappabuchi” della magistratura nelle controversie della pianificazione urbanistica. Da cosa è motivato? 
Il nostro piano regolatore è incompleto, pieno di lacune, di contraddizioni, di termini e definizioni spesso imprecise. Le cause vanno ricercate nel procedimento di formazione e della sua genesi, con una gestazione molto travagliata di 9 anni, nei passaggi tra Comune e Regione. In molte aree del piano mancano indici e parametri per l’edificazione, si è fatta la scelta di non prevedere zone di espansione urbana, ad eccezione della sola, grande 167, il che ha provocato spinte verso deroghe e varianti, con inevitabili contenzioni e contestazioni. Secondo la mia opinione, alla base di tutto questo c’è l’incompletezza e la scarsa qualità del Piano regolatore Benevolo che ha determinato una incertezza del diritto tale che molto spesso è stato necessario ricorrere alla magistratura per cercare le interpretazioni delle norme. Solo che la magistratura non può risolvere un problema di questo genere per la complessità e l’impatto sulla città, innanzitutto perché anche la magistratura oscilla nelle interpretazioni e quindi non fornisce risposte certe ed univoche. 

A ciò si aggiunge che la normativa tecnica di attuazione del PRG non è mai stata approvata dal Comune in seconda lettura.
Dal punto di vista delle norme tecniche, il piano regolatore prevede l’adozione da parte del Comune e l’approvazione da parte della Regione, secondo l’istruttoria che i due enti titolati compiono insieme. Ritenendo la Regione che il Comune non avesse corrisposto alle prescrizioni indicate e ritenendo che avesse introdotto delle norme non concordate, ha rigettato in blocco la seconda lettura della normativa tecnica di adozione che il Comune aveva fatto. Alle norme tecniche adottate nel ‘96 con integrazioni fatte nel ‘97 dalla Regione, avrebbe dovuto fare seguito una sintesi finale in cui il corredo normativo andava completato, ma a questo non si è mai addivenuti. 

Torniamo al PUG: secondo i dati forniti da ANCE, a maggio 2022, a distanza di 21 anni dalla legge regionale di riferimento sul governo del territorio, nella provincia di Foggia 56 comuni su 64 non si sono dotati del piano urbanistico generale (87%) e 213 su 258 (83%) nella regione Puglia. E’ evidente che la legge non ha funzionato, cosa serve adesso?  
La legge 20 del 2001 doveva servire a sostituire i vecchi PRG che nascono da una logica vecchia e superata che si fonda sulla legge urbanistica del ’42. Il nostro piano Benevolo, sebbene approvato nel 2001, è conformato e predisposto proprio in base ai principi di quella legge. Il testo regionale avrebbe dovuto consentire di fare una riforma complessiva del sistema, cioè di introdurre dei nuovi principi urbanistici all’interno dei nuovi strumenti, definiti non più piani regolatori ma piani urbanistici generali.  La legge non ha funzionato forse anche perché è stata scritta in maniera infelice, mettendo i comuni di fronte alla difficoltà di affrontare un’impresa così ardua come redigere un nuovo PUG, che sicuramente è l’atto più complesso e difficile che un’amministrazione comunale è chiamata a compiere. In questo non siamo soli ma è accaduto nella quasi totalità del territorio regionale, a parte il caso di alcuni comuni più piccoli. La Regione è adesso orientata a fare una nuova legge, ma intanto qui a Foggia non solo ci ritroviamo con un piano regolatore vecchio e superato, oltre che incompleto e un po' sgangherato, ma anche con un impianto normativo che risale al 1980 e che sconta una serie di problematiche rispetto alla realtà viva di cui si diceva pocanzi. 

Zone Transition

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Lei è stato ospite al convegno dell’ANCE che spinge ora in maniera decisa per l’approvazione del PUG. Ma quanto serve davvero alla città? 
E’ molto importante perché siamo in una situazione di paralisi, determinata anche dal quadro normativo urbanistico che abbiamo analizzato. Per quanto possa apparire ingenua, la mia personale idea è che un piano urbanistico generale andrebbe fatto davvero raccogliendo e raccordando tutte le forze sane della città, anche a livello politico con un auspicabile accordo tra maggioranza e opposizione, sono convinto che la scelta di dotarsi di un piano regolatore si collochi su un piano più istituzionale che politico perchè diventa la carta fondamentale della città, letteralmente. C’è l’esigenza politica di fare il PUG, la città ne ha bisogno, serve intervenire con la riqualificazione e la rigenerazione in diverse aree del tessuto urbano. Il fatto che per la prima volta ANCE abbia promosso un convegno pubblico, chiedendo con chiarezza che si faccia presto, invitando Karrer e sollecitando l’amministrazione, a me sembra un segnale positivo. E che gli imprenditori spingano anch’essi questa volta in maniera convergente verso questa direzione, a me sembra un dato di novità.  

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