San Paolo di Civitate, ora la Camera del Lavoro porta il nome di Peppino Fiore

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Bracciante e sindacalista, un'intera vita dedicata alle lotte e ai diritti dei lavoratori. Scomparso lo scorso giugno, la sua storia è fatta di lotte e conquiste in favore degli ultimi.
In via Roma 14, da ieri 28 luglio 2021, l'insegna della Camera del Lavoro è nuova, luminosa, e mostra il nome di Peppino Fiore, bracciante e sindacalista morto lo scorso giugno ma ancora vivo nei cuori e nella mente di tanti uomini e tante donne, lavoratori e lavoratrici che lo ebbero al proprio fianco nella lotta per i diritti.

Nato a San Paolo di Civitate il 3 luglio del 1935, Peppino Fiore ha avuto un ruolo attivo in Cgil dal 1956 al 2008: un impegno lungo 52 anni, costante, totale, al fianco di lavoratori e anziani per oltre mezzo secolo, ha ricordato Alfonso Ciampolillo, segretario provinciale dello SPI Cgil Foggia. Gianni Forte, segretario generale dello SPI Cgil Puglia, ha consegnato una targa commemorativa a Maria Vincenza Venditti, moglie di Peppino Fiore.

Antonella Vescovi, responsabile della Camera del Lavoro di San Paolo di Civitate, ha ricordato la figura del grande sindacalista facendo ascoltare l'audio della telefonata pubblica attraverso la quale Peppino Fiore, qualche anno fa, portò il suo saluto ai lavoratori riuniti per celebrare il primo Maggio. Commosse anche le testimonianze di Maurizio Carmeno, segretario provinciale CGIL Foggia, e di Antonio De Maso dello SMILE Puglia.

Splendide le foto dell'archivio storico dell'Associazione Culturale DeSaLeo con gli scatti in bianco e nero che documentano oltre mezzo secolo di impegno politico e sindacale di Peppino Fiore.
Bracciante e sindacalista, ha dedicato l'intera vita alle lotte e ai diritti dei lavoratori. Fosse stato ancora vivo, lo scorso 3 luglio avrebbe compiuto 86 anni. Era giovanissimo quando, da bracciante, iniziò a occuparsi di politica. Un %u2018sacro fuoco' che gli accendeva gli occhi e l'anima. Sotto il sole cocente o nel gelo dell'inverno, viveva in prima persona i sacrifici, il sudore, la fatica dei lavoratori. Fianco a fianco con loro, nelle interminabili giornate passate a coltivare, estirpare, raccogliere e lavorare tutti i giorni, per anni e anni.

La sua attività sindacale inizia quando aveva da poco compiuto i 20 anni. Era il 1956, lo stesso anno in cui fu tra le personalità assieme a Vincenzo Presutto e Attilio Di Gennaro ad adoperarsi per la riapertura della Camera del Lavoro di San Paolo di Civitate.

Nel 1957 la Camera del Lavoro di San Paolo di Civitate aveva 120 iscritti braccianti agricoli. Ed è per loro che Peppino Fiore si adoperò da quel momento e per tutta la vita. Il 2 gennaio 1959, in occasione del primo sciopero provinciale della Federbraccianti, tenne il suo primo discorso davanti a tanti lavoratori. Nel febbraio 1963, assieme a 50 braccianti occupò il Comune per l'emergenza neve che aveva costretto a casa molti lavoratori. Nel 1983, per un'altra occupazione del Comune durata 4 notti e 5 giorni, Peppino Fiore fu processato. Fu lo stesso Pubblico Ministero a crederne il proscioglimento da ogni accusa, avendo riconosciuto la legittimità e la valenza delle richieste fatte dagli occupanti.

Nel 2018, fu lui stesso a ripercorrere le tappe del proprio impegno politico-sindacale nel libro La mia vita da bracciante agricolo a dirigente. Alla fine degli anni '80, divenne segretario provinciale dello SPI Cgil di Foggia. Dal 1999 al 2004 ricoprì il ruolo di presidente del Comitato provinciale Inps. Nel 2008, per motivi di salute, concluse il suo impegno attivo all'interno del Sindacato dei Pensionati, ma è stato sempre vicino allo Spi-Cgil, fino alla fine.
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