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Si è svolto un paio di giorni fa l’incontro presso la sede della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Foggia sul tema dell’abusivismo nel settore dell'acconciatura e dell'estetica, un fenomeno purtroppo molto marcato in Capitanata. Ma facciamo un passo indietro. Già in tempi di pandemia esplosero le denunce fatte da titolari di attività commerciali del settore – costretti ad essere chiusi per evitare il propagarsi del contagio - nei confronti di “liberi professionisti” che si recavano durante i lockdown nelle case della gente per fornire servizi di ogni genere, dai capelli all’estetica in generale. Quella, però, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Si è vista solo la punta dell’iceberg di un fenomeno ben più radicato e profondo sul territorio. N’è convinto Antonio Trombetta, direttore CNA Foggia che a l’Attacco ha detto: “In Puglia contiamo oltre 10mila imprese dedite a questo settore – dice – in provincia di Foggia oltre 1.200 tra acconciatori ed estetica; registriamo un tasso di abusivismo che si aggira intorno a quasi la metà del settore”.
“Abusivi che si aggirano nelle case di clienti pur mantenendo attività chiuse come partita Iva e Inps. Questo determina una concorrenza sleale per chi esercita attivamente la professione. Come CNA abbiamo il dovere di richiamare l’attenzione, di mettere in campo proposte e cercare di porre un freno alla questione. Come CNA Puglia stiamo lavorando alla definizione di una proposta di legge regionale che definisca le politiche di valorizzazione e al contempo metta in atto regolamenti e procedure per contrastare l’abusivismo. Per contrastare questa legge abbiamo deciso di iniziare questo processo partecipativo che sta coinvolgendo ad oggi circa 50 operatori di tutta la Puglia tra enti di formazione, acconciatori ed estetiste. Abbiamo definito un regolamento e speriamo di mettere entro ottobre nelle mani dell’assessore all’artigianato una proposta di legge condivisa con la categoria”.
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Al momento si è in una fase di informazione e formazione degli aderenti al tavolo. Sarà l’esito finale di questa discussione a tracciare poi delle direttive. “In realtà alcune cose sono già possibili, c’è la legge regionale dell’artigianato che prevede l’iscrizione d’ufficio in presenza dei requisiti di legge anche di chi omette di presentare domanda d’iscrizione alla Camera di Commercio - aggiunge Trombetta – la Camera avvalendosi delle attività ispettive può procedere, verificate le condizioni soggettive e oggettive dell’abusivo, all’iscrizione d’ufficio ed a imporre l’apertura di partita iva e di posizione Inps”.
“E’ chiaro che si tratta di un’operazione macchinosa – evidenzia – perché significa mettere in campo un’attività ispettiva costosa e impegnativa. Siamo altrettanto consapevoli che in una città dove la cultura della legalità e dell’ordine è ancora tutta da consolidare potremmo avere a disposizione poche forze. L’idea su cui stiamo lavorando è questa: l’accettazione da parte del cliente di un servizio a domicilio ne accetta conseguentemente anche un’attività d’ispezione presso la propria abitazione”.
“Questo risolverebbe molti problemi – sottolinea ancora Trombetta. Sono convinto che in questo settore, dove comunque non abbiamo a che fare con delinquenti ma con giovani che preferiscono il guadagno veloce e facile non soggetto a tassazione, se si crea il clima di controllo molti desisteranno. Alcuni nostri iscritti denunciavano proprio qualche giorno fa la difficoltà di trovare dipendenti perché si preferisce oggi esercitare abusivamente, senza fare un percorso lavorativo all’interno di un negozio. L’abusivismo crea danno non solo perché ruba mercato ma anche perché impedisce alle imprese legali di darsi un’organizzazione e di crescere”.
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Dati alla mano su Foggia città ci sono circa 231 acconciatori, uno ogni 658 abitanti. Almeno il 30% di loro opera abusivamente. “Con 231 acconciatori operativi, bisogna ragionare intorno ad un centinaio di operatori abusivi – ribadisce Trombetta – ci sono altri casi scandalosi: Zapponeta, ad esempio, ha un solo acconciatore iscritto su oltre 3mila abitanti. Poggio Imperiale ne conta due. Monte Sant’Angelo invece, ne conta 14. In provincia, insomma, la situazione è davvero disastrosa. Tutti pensano di guadagnare veloce e subito tanto mancano i controlli”.
