L’ex presidente: “Deleghe in bianco in mano ai funzionari e transazioni con soci morosi”

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Si preannuncia infuocatissima l’assemblea ordinaria che oggi in Confcommercio Foggia vedrà il voto per il rinnovo degli organi. Dopo il candidato presidente Gigi Manzionna, anche l’ex numero uno dell’associazione Teo Biancofiore (autore di due denunce penali contro Gelsomino nel 2021) lancia gravi accuse alla governance uscente parlando di “deleghe in bianco ritirate da funzionari”. “Mercoledì scorso, uscendo dalla sede di Confcommercio a Foggia, mentre ero sulle scale ho incontrato un dipendente che conosco bene, avendo fatto il presidente per 11 anni”, afferma Biancofiore a l’Attacco alla vigilia del voto.

“Aveva una cartella in mano e quando ho chiesto di mostrarmi il contenuto ho visto che c’erano all’interno diverse deleghe in bianco. Le ho viste coi miei occhi. Ho redarguito il funzionario, gli ho chiesto “non vi vergognate?”. La sua risposta è stata: “Se mi ordinano di farlo e io sono un dipendente di Confcommercio che devo fare?”. Beh, non ci fermiamo, andremo avanti. Questa cosa non finisce qui”.

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Parole che fanno presagire che le fratture interne all’organizzazione sono ben lontane da una ricomposizione.
“L'assemblea non si fermerà domani, qualunque sarà il risultato. Noi andremo avanti. Il 26, lunedì, c'è un’udienza in Tribunale sul ricorso da noi presentato per la convocazione in via d’urgenza dell’assemblea e la nomina di un commissario. Gelsomino ha convocato due giorni prima l'assemblea elettiva, in spregio alla volontà del giudice di sentire le parti. Lo ha fatto per il timore di ciò che poteva accadere in udienza. Questo”, continua Biancofiore, “ha obbligato Gelsomino alla resa. Gelsomino sta operando, insieme ai propri sodali, per non far svolgere correttamente l'assemblea stessa. Mi riferisco alla raccolta di deleghe in bianco attraverso funzionari fidati, costretti in tal senso. Ma penso anche a come si è proceduto a transazioni con alcuni soci morosi producendo un danno economico all'organizzazione pur di raccattare qualche voto. Ciò rappresenta un’offesa a chi paga regolarmente oltre che una disparità di trattamento con gli altri soci morosi. Le transazioni, che devono essere tutte autorizzate dalla direttrice facente funzioni Bozzini, dovevano essere deliberate dalla giunta, nella giusta misura e per tutti, non solo per i soci morosi scelti dall’attuale governance per avere più deleghe possibili e accaparrarsene il voto.

Anche di questo noi abbiamo prova”. L’ex presidente di via Miranda ammette che l’atmosfera nell’assemblea odierna “non sarà serena e facile”.
“Ci saranno strascichi”, sottolinea. L’Attacco ieri ha rivelato come siano saltati i tentativi di accordo: Metauro aveva offerto tre posti in giunta, Manzionna aveva chiesto invece un comitato di garanzia con pari rappresentanza per i due opposti gruppi. “Abbiamo tentato di aggiungere un'intesa per ricompattare l'associazione”, spiega Biancofiore.
“L’ultima proposta fatta a Metauro, convinti che potesse essere da lui accettata, è stata che nella giunta - composta da 10 persone, ovvero 7 i 3 cooptati dal presidente - ci fosse una divisione equa tra le parti, 5 e 5, con Manzionna vicepresidente di Metauro. Questa ipotesi rappresentava una garanzia per tutti ma soprattutto per Metauro, il quale poteva diventare il presidente capace di ricomporre la rottura durata 18 mesi. Peraltro avevamo detto che non era un problema per noi nemmeno il fatto che uno dei cooptati del presidente fosse lo stesso Gelsomino. Siamo certi che Metauro abbia declinato tale nostra offerta perché Gelsomino ha detto no, visto che vuole avere il controllo di Confcommercio attraverso 7 dei loro – 8 col presidente - e solo 3 referenti della minoranza. Si è persa un'occasione per evitare di portare avanti una così grave frattura. E’ evidente che il gioco di Gelsomino è finalizzato a mantenere le mani su Camera di Commercio, dove si andrà al rinnovo il prossimo anno. Essendo Confcommercio il maggiore azionista di Camera di Commercio, Gelsomino si assicura la continuità e un secondo mandato presidenziale”.

Zone Transition

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Netta la conclusione di Biancofiore: “Per noi sono state compiute azioni scorrette, destinate a falsare il risultato dell'assemblea, perché ottenute con mezzi non permessi. I funzionari devono fare i funzionari e non devono ingerirsi nelle dinamiche del voto. Le elezioni sono una questione che deve riguardare i soli soci di Confcommercio. Peraltro, l’ennesima scorrettezza è stata la censura operata nei confronti dell'altro gruppo, non menzionando nemmeno la candidatura di Manzionna sul sito istituzionale e nelle comunicazioni agli iscritti. Già nel momento in cui ha convocato l'assemblea Gelsomino è come se avesse dato per eletto Metauro, per acclamazione. Noi invece siamo convinti che i soci liberi di scegliere non possano che votare per Manzionna”.

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