Non un inizio scoppiettante. Anzi, tutt’altro. Sarà stato il tempo grigio, sarà stata la pioggia, il primo vero assaggio di inverno a queste latitudini, ma l’inizio dei saldi invernali a Cerignola può essere annoverato tra i casi di ‘falsa partenza’. Che stentano a far decollare l’economia cittadina. E’ quanto emerge dalle parole degli stessi protagonisti – i commercianti – che dopo un Natale così e così, sulla falsariga di quello dell’epoca Covid (ma senza restrizioni, ndr), non registrano sensazioni positive da queste prime giornate caratterizzate dagli sconti. “E’ da tre anni che viviamo alla giornata”, fa sapere a l’Attacco un giovane titolare di un negozio di abbigliamento.
“Prima il Covid, poi l’aumento delle bollette: sembra essere entrati in un vortice senza fine. I cittadini giustamente destinano risorse extra per altre priorità, come viaggi o cibo. Acquistano un capo quando hanno una vera esigenza”.
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Della crisi del commercio in riva all’Ofanto è stato già scritto su queste colonne. Ma oggi fare un giro per il centro è davvero desolante. I locali sfitti si sono moltiplicati come i funghi, le serrande abbassate non si contano. Questo è lo scenario in piazza Duomo: qui, anche i titolari di una farmacia hanno deciso di spostare la propria attività in un’altra zona della città.
“E’ inutile parlare di saldi – ha detto a l’Attacco il titolare di un negozio di scarpe – ormai gli sconti si attuano 365 giorni all’anno. Senza parlare dei siti online. Non ci sono regole certe, ognuno fa come gli pare, cerca il sotterfugio per tirare a campare. Sono sul mercato da 40 anni, riusciamo a sopravvivere grazie alla clientela fidelizzata nel corso di decenni di esperienza sul campo. Il settore delle scarpe è particolare, non ha dei picchi di vendita nemmeno a Natale, visto che è un prodotto che non si regala. La clientela arriva quando ne ha bisogno”.
Non aiuta – secondo questo commerciante – nemmeno la conformazione del corso principale. “Non siamo attrattivi come qualche anno fa. Vedo pochissima gente non cerignolana entrare nel mio negozio”. E poi i costi sono lievitati nettamente. “Non ho dipendenti, il negozio tutto sommato è piccolo eppure ho una spesa fissa annua di circa 73mila euro. Io so che ogni anno devo pagare questa somma, venda o non venda scarpe. Stiamo parlando di circa 200 euro al giorno. Proprio oggi mi è arrivata la bolletta dell’energia elettrica: sono 400 euro, quasi 100 euro in più rispetto all’ultima che era già maggiorata in confronto a quelle precedenti”.
Zone Transition
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Ognuno fa il proprio resoconto e bilancio e ovviamente c’è anche chi “non si lamenta” per come è andato il periodo natalizio e questo primissimo scorcio di saldi invernali. “Non abbiamo più i numeri pre-Covid – ha riferito a l’Attacco la titolare di un negozio di borse –. E’ cambiato tutto rispetto a circa 10 anni fa: c’è meno gente dai paesi vicini, ci sono tantissimi locali che ormai hanno abbassato definitivamente le serrande. Abbiamo provato anche ad aprire un canale online, ma pure sul web le tasse sono in aumento e quindi ho rinunciato all’e-commerce. Ripeto, non mi posso lamentare per come sta andando, però sono finiti gli anni del vero boom cerignolano”.