L’ultimo pentito della “Società”, Giuseppe Francavilla, “scagiona” Giuseppe Albanese e sostiene d’aver saputo che non era lui uno dei killer che il 6 settembre 2016 al rione Candelaro cercarono di uccidere il capo clan Roberto Sinesi mentre era in auto con la figlia e il nipotino di 4 anni: Sinesi e il bambino rimasero feriti.
Albanese, 43 anni, detto “Prnion”, detenuto da novembre 2018 anche per altre vicende, è sotto processo dal 4 luglio 2023 in Tribunale a Foggia per il triplice tentato omicidio aggravato dalla mafiosità collegato alla guerra del 2015/2016 tra il clan Moretti/Pellegrino/Lanza e i rivali Sinesi/Francavilla che in 13 mesi contò 10 agguati con 3 morti e 11 feriti/scampati.
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“Qualche giorno prima di Pasqua 2017 ebbi un incontro con Rocco Moretti”, il racconto di Giuseppe Francavilla riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno: “Eravamo io, mio fratello Ciro” (pentitosi a dicembre scorso), “Moretti, Rodolfo Bruno” (cassiere del clan Moretti ucciso il 15 novembre 2018) “Massimo Perdonò e Franco Tizzano. Ci incontrammo in un deposito sulla circumvallazione, l’incontro lo chiese a me Moretti. Roberto Sinesi non era presente perché detenuto. La prima cosa che disse Rocco Moretti fu: ‘Chiedo scusa per il fatto del bambino’ che non era stato visto da chi ha dato il via; aggiunse che la responsabilità era sua e non delle persone presenti in quella riunione. Aggiunse: ‘Lui’ (riferito a Roberto Sinesi) ‘è stato l’autore dell’agguato a Bruno Lanza’ (per il quale furono arrestati e condannati due foggiani, tra cui un nipote di Sinesi) 'e adesso noi abbiamo fatto questo, quindi abbiamo pareggiato i conti. Lui non è morto, Lanza non è morto, aspettiamo che esce’ (Sinesi), ‘poi se vuole chiudere chiudiamo, altrimenti andiamo avanti’”.
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Il 29 ottobre 2016 il clan Sinesi/Francavilla per vendicare il ferimento del boss e del bambino decise di uccidere Albanese mentre si trovava all’interno del bar “H 24” di via San Severo. Vi fecero irruzione due killer con fucile e pistola ammazzando Roberto Tizzano, ferendo Roberto Bruno, parenti di esponenti del clan Moretti/Pellegrino/Lanza, mentre Albanese si salvò rifugiandosi nel bar. Condannati Francesco Sinesi, figlio di Roberto quale mandante; e Patrizio Villani, poi pentitosi a maggio 2022 quale esecutore. A dire di Francavilla “Francesco Sinesi sospettava del coinvolgimento di Albanese nell’azione omicidiaria del padre e decise di attentare alla sua vita”.