Scadrà il 25 febbraio 2023 il mandato della commissione straordinaria (Magno, Giangrande, Grandolfo) insediatasi al Comune di Foggia il 26 agosto 2021 a seguito del verdetto sulle infiltrazioni mafiose a Palazzo di città.
La durata dell’incarico è stata fissata inizialmente in 18 mesi ma si dava per scontato che, come avvenuto per tutti gli altri 4 Comuni di Capitanata sciolti per mafia, anche per il capoluogo daunio ci sarebbe stata la proroga a due anni, con la conseguenza che il ritorno alle urne dei cittadini sarebbe avvenuto in autunno, magari a novembre (come Manfredonia, in cui si votò a novembre 2021).
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E invece la caduta del governo Draghi e le politiche del 25 settembre lasciano presagire un avvicendamento al Viminale: secondo l’ex giudice di Corte d’appello Salvatore Russetti l’ipotesi della proroga verrebbe in tal caso meno, senza Lamorgese ministra, e prenderebbe invece quota l’opzione del voto già ad aprile 2023. Ma anche altri analisti locali hanno il sentore che la proroga – pur chiesta dai commissari – possa non esserci. Ne è convinto Giuseppe Mainiero, ex consigliere comunale oggi alla guida della civica “Resto a Foggia”. “Anche a Roma pare si siano accorti che l'operato dei commissari mandati a Foggia sia inadeguato”, afferma.
“È una buona notizia per Foggia, che potrà finalmente liberarsi di questa burocratica gestione che sta ingessando la città. Prima di licenziarsi dovrebbero però fare quelle due cosine per le quali sono stati nominati, che non è il concerto di Ivana Spagna a ferragosto. Non hanno affrontato il tema dell'abusivismo edilizio, dopo un anno i commissari non hanno tirato giù una sola casa abusiva; abusivismo che con Landella era ripreso e con i commissari non si è fermato. Ogni riferimento all'area alle spalle del tribunale e della Chiesa delle Croci è voluto”.
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“Altro tema è l'abusivismo commerciale, laddove diverse aree pubbliche sono occupate da attività commerciali abusive. Temi questi che non vanno affrontati con i sermoni di chi ha gli strumenti per affrontarli. Ribadisco al Procuratore quello che dico da anni: non si può chiedere collaborazione ai cittadini nell'inerzia dello Stato. A Foggia è mancato lo Stato, la disaffezione dei cittadini e il degrado urbano e morale diffuso ne sono stati la conseguenza e non la causa. La ricostruzione di un tessuto civile responsabile non passa per i salotti della città ma dalla bonifica del territorio che tarda ad arrivare. Nelle nostre periferie si opera nella totale assenza del controllo del territorio. Nei quartieri di periferia puoi alzare su una casa in pieno giorno e nessuno se ne accorge, si opera nella certezza che non passerà una sola pattuglia. Il controllo del territorio ed il contrasto alle attività illecite appartengono allo Stato, non ai cittadini. Ognuno faccia il suo dovere, lo Stato e i suoi poteri si occupino del presidio del territorio, il risveglio civile passa da questo”, conclude Mainiero.