Lei adescava i clienti che si presentavano all’appuntamento convinti di fare sesso a pagamento. Ma nella stanza irrompevano armati di pistola e coltello i due complici della donna e rapinavano soldi e bancomat.
La tesi accusatoria ha retto al vaglio del giudice di primo grado che ha inflitto tre condanne ai tre foggiani accusati di cinque rapine - quattro a segno, una fallita - compiute tra il 6 e il 26 febbraio scorsi in una casa al rione Carmine Vecchio, a Foggia. Tenendo conto della riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato chiesto dalla difesa, il gup Roberta di Maria ha inflitto 9 anni a testa a Luca Pompa, 34 anni e Marina Taronna, 26enne; e 8 anni a Giuseppe Crudo, 33enne.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Il pm aveva chiesto la condanna di Crudo e Pompa a 8 anni, e quella della Taronna a 6. Gli avvocati Massimiliano Mari (per Crudo), Carlo Alberto Mari (per Pompa), Antonietta De Carlo e Michele D’Angelico (per Taronna) sollecitavano l’assoluzione sostenendo che il riconoscimento fotografico da parte delle vittime non bastasse per una condanna; in subordine la difesa chiedeva concessione delle attenuanti e condanne al minimo della pena.
Zone Transition
Zone Transition
I quatto colpi hanno fruttato circa 3mila euro, un’auto, bancomat, carte di credito, telefonini, libretto postale e postepay. I cinque rapinati raccontarono agli investigatori di come si fossero trovati in balia della banda, quand’erano convinti di incontrare una donna con cui avevano scambiato messaggi telefonici. Il cliente trovava a attenderlo la donna, ma subito dopo - prosegue l’atto d’accusa - irrompevano nella stanza Crudo e Pompa armati: seguivano minacce, in un paio di occasioni pestaggi, e l’ordine: “Dacci tutti i soldi che hai se non vuoi fare una brutta fine”.