La Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza che ha disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese e del divieto di dimora – emessa dal Gip su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di un 30enne sottoposto alle indagini preliminari in relazione al reato di atti persecutori, cioè lo stalking.
Gli investigatori della Squadra Mobile hanno ricostruito le vessazioni subite dalla vittima, la quale ha riferito che dal mese di maggio ha subito l’ingerenza nella propria quotidianità di un uomo senza fissa dimora, il quale senza motivo alcuno ha iniziato a presentarsi quotidianamente presso la sua abitazione e il luogo in cui la stessa svolge la propria attività lavorativa. In alcune circostanze l’uomo ha tentato anche un approccio fisico, sebbene non violento, spingendosi sino a importunare e intimidire i componenti del suo nucleo familiare, tra cui il figlio minorenne.
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Trattandosi di episodi criminosi ricadenti nell’alveo del “Codice rosso”, le indagini sono state compiute con la massima attenzione e urgenza, in considerazione della gravità dei fatti e del potenziale pericolo per l’incolumità della vittima. All’esito dell’attività investigativa, suffragata dai numerosi interventi del personale della Squadra Volanti e dalla documentazione fotografica prodotta della vittima, la Procura della Repubblica di Foggia ha immediatamente richiesto e ottenuto le misure cautelari.
Malgrado l’applicazione delle misure cautelari l’uomo a esse sottoposto è tornato nuovamente ad avvicinarsi alla denunciante, determinando l’immediato intervento del personale della Questura.
Pertanto, su segnalazione della vittima che ha notato nuovamente l’uomo stazionare nei pressi della propria abitazione, un equipaggio della Squadra Volanti che si trovava nel quartiere Ferrovia ha proceduto con l’arresto in flagranza di reato del soggetto per la violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. All’esito dell’udienza di convalida, il Giudice ha disposto l’applicazione della misura cautelare in carcere.
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“Va precisato che la posizione della persona coinvolta nelle predette operazioni di Polizia è al vaglio dell’autorità giudiziaria e che la stessa non può essere considerata colpevole sino all’eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva”, si legge in una nota.