Due episodi incresciosi, simili ma distinti l’uno dall’altro, hanno caratterizzato la prima parte di settimana del Policlino Riuniti di Foggia, e in modo particolare del suo Pronto Soccorso. L’altroieri, infatti, in mattinata, due medici, la dottoressa Anna Maria Quitadamo e il dottore Karim Mariano sono stati aggrediti fisicamente da alcuni pazienti in attesa, per non meglio precisate ragioni. Nel pomeriggio, invece, un caso simile è successo con la primaria della struttura, la dottoressa Paola Caporaletti, violentemente strattonata, insultata e minacciata da una donna, familiare di un paziente in attesa di ricevere delle cure. Secondo le prime ricostruzioni, confusionarie e parziali, Caporaletti sarebbe stata aggredita a seguito di un intervento atto a sedare gli animi surriscaldati di alcune donne presenti in sala d’attesa, che avrebbero iniziato ad inveire contro degli operatori sanitari.
Proprio in quelle ore, tra l’altro, sindacati di categoria, vertici dell’Ordine dei Medici, e gli stessi Quitadamo e Mariano, erano ospiti della Sindaca Episcopo, a Palazzo di Città, per raccogliere solidarietà e promesse d’intervento tempestivo. Rapido è arrivato anche il commento dell’assessorato alla sanità della Regione Puglia. Spartano, dieci righe per condensare tutto. “L’assessore alla sanità della Regione Puglia, avendo appreso dal Sindaco di Foggia e dal direttore generale dell’azienda ospedaliera Policlinico Riuniti dell’aggressione avvenuta nei confronti di operatori sanitari in servizio nel Pronto Soccorso, ha espresso solidarietà e vicinanza a chi è stato colpito, e ha chiesto alla direzione strategica dell’ospedale di porre in essere tutte le attività sia di denuncia che di prevenzione, affinché questi episodi siano puniti e non si ripetano ancora”, si legge. Un po’ più articolato, ma dello stesso tenore, il commento dell’amministrazione comunale, condito di foto a corredo.
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“La dottoressa Quitadamo e il dottor Mariano, entrambi vittime di brutali aggressioni, hanno incontrato nel pomeriggio a Palazzo di Città la Sindaca Maria Aida Episcopo e l’assessore alla legalità Giulio De Santis, che hanno espresso loro la sentita vicinanza e solidarietà personale e della comunità tutta, estesa anche alla dottoressa Caporaletti, a sua volta vittima della stessa violenza, mentre svolgeva il suo lavoro”, scrivono.
“Erano accompagnati dal presidente dell’Ordine dei Medici di Foggia, Pierluigi De Paolis, dai sindacalisti Fabrizio Corsi e Graziano Minafra, e dai consiglieri comunali Pasquale Dell’Aquila e Achille Capozzi”, fanno sapere. “Le continue aggressioni al personale medico, in un ambito estremamente delicato, sono diventate un’emergenza sociale che nessuno dei presenti ha inteso minimizzare”, affermano. “La Sindaca ha immediatamente avviato, nel corso dell’incontro, interlocuzioni informali con le autorità istituzionali direttamente interessate, e con l’assessore De Santis ha pianificato di avviare una campagna di sensibilizzazione e informazione in sinergia con l’Ordine dei Medici, e di valutare con l’avvocatura le modalità per la costituzione dell’ente come parte civile nelle azioni giudiziarie da intraprendere accanto alle vittime di una violenza gratuita e inaccettabile”, sottolineano. “I consiglieri comunali, inoltre, prepareranno una mozione urgente da sottoporre all’attenzione del consiglio comunale”, assicurano in chiusura.
Tra le proposte messe sul tavolo dall’amministrazione comunale, dunque, vi è innanzitutto la necessità di istituire un presidio fisso di Forze dell’Ordine all’interno del Policlinico di Foggia, ma anche di avviare una campagna sociale che possa coinvolgere la cittadinanza dal basso, per sensibilizzare pazienti e utenti del pronto soccorso, e in generale dei servizi ospedalieri, ad approcci positivi e collaborativi con i camici bianchi. Le basi di questo progetto verranno tracciate in un ulteriore incontro in assessorato già calendarizzato per il prossimo lunedì, fanno sapere. Il giorno dopo i fatti, però, e quindi ieri, l’Attacco si è recato in pronto soccorso, che da vicino le cose si capiscono meglio. Il clima era disteso. Il peggio sembrava essere passato.
All’ingresso, alcuni medici hanno confermato tutto. Si sono detti scioccati e poco tutelati, ma non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Prima - spiegano - bisogna fare tutta una serie di passaggi formali attraverso ufficio stampa, direzione generale e quant’altro, per cavare due parole. Leggendo tra le righe di quel poco che si lasciano sfuggire, tuttavia, si avverte come i medici si sentano realmente in pericolo, dopo certi episodi, ma anche come siano consapevoli del fatto che rassicurazioni e promesse di circostanza lascino il tempo che trovano. Gli ospedali hanno un problema, ormai è evidente a tutti. E gli operatori non mancano di sottolinearlo. “Non crediamo possa bastare quello che si è detto”, specificano.
Zone Transition
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“Il clima è rovente, lavoriamo sotto pressione e il personale è carente”, sostengono. “È un circolo vizioso, non sono episodi isolati. Questa situazione di arrangiamento genera tensione, e la tensione sfocia in episodi come questi ultimi”, chiosano i medici.