Attentati Foggia, Carniola legame tra New Coffee e Poseidon

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Gli ultimi episodi criminali avvenuti nel capoluogo daunio sono chiaramente collegati tra loro. Il pregiudicato Alessandro Carniola è il fil rouge che unisce la bomba che nella notte scorsa ha colpito il ristorante-friggitoria Poseidon di vico Ciancarella all’attentato incendiario contro un furgoncino della New Coffee 0861, parcheggiato in strada, nella notte del 7 gennaio scorso.

Il Poseidon era stato colpito da un attentato dinamitardo già il 12 novembre 2019, un fatto su cui indagarono sia gli inquirenti sia la commissione di accesso che ha portato ad agosto scorso al commissariamento per mafia del consiglio comunale. L’organo di indagine, mandato da Prefettura e Viminale, trattò l’episodio sia parlando dell’ormai ex consigliera comunale Liliana Iadarola e del suo compagno, il pregiudicato Fabio Delli Carri, sia nel capitolo dedicato all’appalto relativo alla videosorveglianza.

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Lo scorso anno la G.D.C. Servizi, impresa cui appartiene il Poseidon, aveva come titolari Alessandro Carniola e Stefania Ricci, quest’ultima socia di maggioranza (col 95%) ed ex amministratrice dell'impresa GOSS srl “a cui il Comune di Foggia ha affidato sistematicamente i servizi di manutenzione ed installazione del sistema di videosorveglianza”. Per il danneggiamento al Poseidon le indagini portarono all'individuazione quale autore del reato dell’albanese Erjon Rameta (detto Antonio l’albanese) e al deferimento di Delli Carri per il reato di favoreggiamento personale. Rameta è stato condannato in primo grado nel 2021 con l’aggravante della mafiosità, anche per la bomba del 16 gennaio 2020 contro "Il sorriso di Stefano", struttura di Luca Vigilante. Ma il presunto esecutore materiale non ha mai svelato chi siano stati i mandanti. Il collaboratore di giustizia Carlo Verderosa ha definito Rameta come un soggetto vicino alla mafia foggiana, sostanzialmente a disposizione delle varie batterie.

Gli inquirenti scrissero che “ad ulteriore conferma della riconducibilità di quegli attentati alla Società Foggiana non pare superfluo evidenziare come uno dei destinatari degli episodi incendiari contestati a Rameta, ovvero Alessandro Carniola, figura anche all'interno della “lista delle estorsioni”, sequestrata dalla Polizia. In quella lista è presente la dicitura “1000 Carnio”, che Verderosa ha riferito essere relativa al pagamento di mille euro, somma mensilmente versata a titolo di estorsione dal titolare del Poseidon Alessandro Carniola”. Marito di Ricci è Marco Damiano, già coimputato, in concorso con il defunto suocero dell’ex sindaco Landella (Massimino Di Donna), Giovanni Longobardo, i vertici Ataf Massimo Di Cecca e Raffaele Ferrantino, Leonardo Ciuffreda e Michele Di Maio, nell'ambito del procedimento penale della Procura di Foggia, riguardante una serie di illeciti che sarebbero stati commessi per la gestione di appalti relativi alla partecipata del tpl, per l’appunto Ataf spa. Ricci, continuava la commissione di accesso nella relazione, era anche amministratrice unico e socia, in ragione del 33% delle quote, della G.D.C. Servizi srls, titolare del Poseidon.

Oggi la situazione societaria è mutata: il socio di maggioranza (col 66,67%) è Alessandro Carniola, mentre l’altra socia è la 23enne Anna Carniola (33,33%), l’attuale amministratrice unica.

Carniola è anche il fondatore ed ex titolare del marchio New Coffee 0861, che oggi appare come di proprietà dell’impresa individuale Valerio Vangi, foggiano classe ’87, ex dipendente dei Carniola. Ma sul sito di New Coffee 0861 campeggia ancora il nome di Alessandro Carniola. Ma chi è Carniola? La commissione di accesso definiva “inquietante” il suo curriculum penale, “tanto più se considerato alla luce delle cointeressenze economiche - nella società G.D.C. servizi s.r.l.s." - con Stefania Ricci, la titolare di un'impresa, la GOSS, che svolge per conto del Comune di Foggia i servizi relativi al sistema di videosorveglianza”. Nel 2012 Carniola fu destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'operazione antimafia della DDA di Bari “Baccus”, che ha riguardato 24 soggetti responsabili di associazione a delinquere fina1izzata all'estorsione, usura, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti aggravato dalla metodologia mafiosa. Il blitz coinvolse esponenti di rilievo della Società Foggiana, tra cui Emiliano Francavilla, vertice della batteria dei Sinesi-Francavilla, e Fabio Trisciuoglio (figlio di Federico, boss della batteria Trisciuoglio-Tolonese-Prencipe). Nel 2015 Carniola fu condannato dal Tribunale di Foggia, in primo grado, a 4 anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Non è tutto. Nel 2012 Carniola fu arrestato nell'ambito dell'operazione di polizia “Caronte” con altri, in quanto responsabili dei reati di estorsione e usura, aggravati dalla metodologia mafiosa. Del sodalizio criminale faceva parte anche Emiliano Francavilla. Tre anni dopo, nel 2015, Carniola fu condannato con sentenza (diventata nel 2018 irrevocabile) a 2 anni e 8 mesi di reclusione e 4mila euro di multa.

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Per la commissione di indagine “l'inserimento del Camiola nel circuito che alimenta le casse della mafia foggiana è confermato dall'atteggiamento omertoso che ha tenuto durante le indagini relative all'attentato al Poseidon”. Inoltre, Carniola è stato destinatario di interdittiva antimafia, come amministratore dell’impresa Pepe Games.

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