Gli inquirenti non sanno il motivo per cui Giuseppe Bruno, 30enne foggiano già noto alle forze dell’ordine, e il presunto complice si sono presentati armati in un’azienda agricola foggiana. Non è chiaro, infatti, se è stato sventato un avvertimento o un vero e proprio agguato.
Bruno poi è stato arrestato per concorso con ignoti in porto e detenzione illegale di una pistola calibro 7.65, oltre che per resistenza a pubblico ufficiale ed evasione dai domiciliari, cui era sottoposto da qualche mese dopo il coinvolgimento in passato in un attentato dinamitardo e il possesso di armi e droga.
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Interrogato dal gip Antonio Sicuranza, Bruno si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha accolto la richiesta del pm e lasciato in carcere l’indagato vista la gravità dei fatti peraltro commessi da una persona che era sottoposta agli arresti domiciliari.
Il giovane è al quarto arresto in 10 anni. Fu coinvolto il 20 novembre 2012 nel blitz Hurt Loker della squadra mobile con cinque arresti (anche due capimafia) per tre attentati nei mesi precedenti.
Invece l’indagato la mattina del 23 settembre – dice l’accusa – si sarebbe recato con un presunto complice in un’azienda agricola. I due centauri, con caschi sul volto, avrebbero chiesto del titolare, fuggendo poi con lo scooter Yamaha T max alla vista dei carabinieri che hanno piazzato un posto di blocco in mezzo alla carreggiata.
Il conducente del motorino ne ha perso il controllo dopo aver urtato l’auto dei carabinieri, cadendo e venendo bloccato; il passeggero è fuggito a piedi.
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Se davvero i due dovevano uccidere l’imprenditore - come ipotizza l’accusa, pur se l’imputazione nei confronti di Bruno è di concorso con ignoti nel porto e detenzione illegale di una pistola - si tratterebbe del secondo agguato sventato in città in tre mesi dalle forze dell’ordine.