I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare applicativa del carcere emessa dal Tribunale di Bari – Ufficio del GIP/GUP, su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, a carico della vittima dell’agguato omicidiario armato verificatosi il 21 ottobre scorso, a Foggia.
Il soggetto, Ivan Narciso, era già sottoposta agli arresti domiciliari in conseguenza dell’operazione antimafia “Decimabis” per la quale, tra l’altro, ha già riportato una condanna in 1° grado a seguito di giudizio abbreviato.
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In particolare, gli investigatori dell’Arma, in relazione alle indagini avviate in conseguenza dell’efferato delitto di presunta matrice mafiosa, dirette e coordinate dalla DDA di Bari, hanno accertato una pluralità di violazioni alle prescrizioni inerenti la misura degli arresti domiciliari sino a quel momento in atto.
Durante il sopralluogo svolto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, con il contributo tecnico della dipendente Sezione Investigazioni Scientifiche, sono state riscontrate diverse presumibili anomalie tra le quali anche il rinvenimento di una somma di denaro il cui possesso, unitamente ad altro materiale ritenuto utile alle indagini, secondo i primi accertamenti eseguiti dagli inquirenti è risultato ingiustificato da parte dell’interessato, motivo per il quale si è proceduto al relativo sequestro preventivo.
Sulla scorta di tali elementi il Tribunale di Bari – Ufficio del Gip/Gup, evidenziando nel proprio provvedimento di aggravamento con elevato grado di probabilità come l’arrestato abbia mantenuto contatti con la criminalità organizzata locale, risultando così l’agguato omicidiario commesso ai suoi danni un indicatore importante del suo perdurante coinvolgimento in logiche criminali, ha sostituito la misura in atto degli arresti domiciliari con la custodia cautelare in carcere.
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Oggi quindi, dopo la dimissione dall’ospedale di Foggia, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia hanno dato esecuzione a tale ordinanza e così tradotto in carcere l’uomo.