Unico imputato è il 53enne Biagio Cipparano, reo confesso del brutale assassinio, consumato con oltre quindici coltellate contro la vittima, che si trovava all'interno del suo studio.
Il pubblico ministero Marina Gravina contesta anche l'aggravante della premeditazione, perchè Cipparano avrebbe maturato la decisione di uccidere Paglione almeno dieci giorni prima del delitto, subito dopo avere scoperto l'esistenza di una relazione sentimentale tra la vittima e la sua ex moglie, dalla quale si era da poco separato.
Va ricordato che oggi non è più possibile beneficiare del rito abbreviato per delitti puniti con l'ergastolo (come nel caso dell'omicidio premeditato) e quindi se il GUP riterrà fondata la contestazione dell'aggravante si andrà a dibattimento davanti alla Corte d'Assise di Foggia.
E' proprio sulla premeditazione che ci sarà battaglia tra accusa e difesa. Netto sul punto il difensore di Cipparano, l'avvocato Michele Sodrio: "Nei giorni scorsi il mio cliente ha sostenuto un lungo interrogatorio davanti al PM, ripetendo ancora una volta che non c'è stata alcuna premeditazione e spiegando una serie di circostanze molto importanti. Ha anche ripetuto più volte tra le lacrime che è molto pentito e dispiaciuto per ciò che ha commesso, sia nei confronti della vittima che della sua famiglia. Ne discuteremo di certo all'udienza preliminare, dove intendo comunque proporre istanza di giudizio abbreviato. Io continuo a sostenere che le condizioni psicologiche di Biagio Cipparano escludono la possibilità che egli abbia potuto premeditare alcunchè e meno che mai un omicidio, che tra l'altro confessò spontaneamente dopo pochi minuti, presentandosi al commissariato di Manfredonia. Non credo che si debba andare a dibattimento per una vicenda del genere"