Immondizia, immondizia e ancora immondizia. Altro che tuffo nella natura, tra prati e fiori il parco dei Tratturi di Foggia, sito a fine via Gandhi, è diventato pian piano una vera discarica a cielo aperto nel silenzio assordante di istituzioni e Forze dell’Ordine.
Meta di sportivi di tutte le età, il tratturello è oggi abbandonato al degrado, al suo interno ci si trova di tutto: carte, plastica, gomme, vetro, letame e sporcizia di ogni genere. È la denuncia giunta a l’Attacco da diversi cittadini foggiani fruitori dell’area. “Anziché chiamarlo Parco dei Tratturi forse sarebbe meglio chiamarlo Parco della discarica a cielo aperto – si legge da una nota inviata da un cittadino foggiano alla redazione del giornale - da italiano, ma soprattutto da foggiano, non mi resta che la rassegnazione perché la parola bonifica e controllo restano solo pura utopia. Preferisco non aggiungere altro perché a Foggia non si riesce nemmeno più a sopravvivere, si respira anzi un forte clima di rassegnazione a causa di tutto il menefreghismo che vige in questa città. In più occasioni ho pensato di trasferirmi altrove con la mia famiglia, magari in un paese dove c’è ancora rispetto della cosa pubblica, dove c’è davvero qualità nella vita, magari dove non bisogna sempre aver paura di uscire di sera. Resta per ora un desiderio, magari domani si avvererà seppur a malincuore”.
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“Uno scempio – ha ripreso Nicola, pensionato foggiano impegnato nella sua corsetta mattutina –questa è un’area straordinaria frequentata anche da gente che arriva da altri posti più lontani della città – ammette – ma l’hanno resa invivibile, altro che bagno nella natura.
Se per correre devo scansare scarpe abbandonate, sacconi di rifiuti e addirittura gabinetti. Non c’è molto da aggiungere, se non che la via è lasciata completamente al degrado e all’incuria. Mi chiedo dove siano le istituzioni”.
Altro che strutture da valorizzare. Purtroppo Parco dei Tratturi presenta più accessi, uno di questi è la via che lo collega alla statale 16 e che fornisce, in buona sostanza, l’entrata di mezzi al suo interno. Insomma una buona maniera per entrarci con auto e carri e scaricare rifiuti, magari di notte, lontani da occhi indiscreti. L’evidente mole di rifiuti infatti, lascia pensare che siano stati trasportati a bordo di mezzi che hanno lasciato tra l’altro, evidenti impronte sullo sterrato.
“Qualcuno ha deciso di venirci a buttare reti di porte di campetti da calcio – aggiunge Saverio – son arrivati fin qui pur di scaricare questa roba, incuranti del grave danno che fanno alla natura e all’intera zona. Parlo di viagliacchi che agiscono nell’ombra, appoggiati dalla totale assenza di controlli da parte delle forze dell’ordine” - ha ribadito.
Eppure la situazione che riversa al Parco dei Tratturi non è nuova. Sono anni che sporcizia e degrado imperano in modo dilagante. “Speriamo che le immagini possano smuovere le anime aride e sporche di alcuni cittadini ma anche la dormiente amministrazione comunale visto l’abbandono totale non solo del parco, ma anche di altre zone della città, ridotte a cumuli di immondizia. Con la speranza di una bonifica e di un controllo dell’area affinché in futuro si possa chiamare davvero Parco dei Tratturi” – denunciavano alla stampa circa due anni fa alcuni cittadini foggiani. Ma a distanza di tempo, purtroppo, nulla è cambiato e Parco dei Tratturi n’è solo un esempio. Basta girare per Foggia e rendersi conto che siamo ancora lontani anni luce da quel rispetto ambientale che oggi tanto viene sbandierato. E zona che giri degrado che incontri. Lì dove arriva l’uomo fa danni e la mancanza di regole, controlli e punizioni genera un menfreghismo dilagante pericoloso per l’ambiente e non solo.
Zone Transition
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“La pandemia ci avrebbe dovuto rendere migliori, avrebbe dovuto farci capire la reale importanza della natura e di come sia fondamentale la sua salvaguardia – conclude Saverio prima di continuare la passeggiata in compagnia del suo Lino, piccolo incrocio di volpino – ma così non è stato. Continuiamo a lamentarci di tutto e di tutti, di quanto non siano veritiere quelle classifiche che puntualmente ci segnalano agli ultimi posti per vivibilità. Credo invece che sia arrivato il momento di farci un esame di coscienza”. Insomma nella citta delle bombe, non ci si fa mancare niente. Intanto, a distanza di anni Parco dei Tratturi, che oggi costeggia un quartiere in via di espansione per via delle nuove costruzioni che impegnano la zona, è ancora lì, abbandonanto a se stesso. Quelle distese di verde che circondano l’area gridano giustizia. E qualcuno dovrebbe finalmente rispondere a questo appello, molto sentito anche dalla società civile.