Oltre ai tanti “santini” elettorali sparsi lungo le vie della città, senza nessuna presa di posizione da parte di chicchessia, a testimonianza di quanto vana sia la gloria e lo spreco di denaro, il post voto del primo turno, quello legato soprattutto ai candidati consiglieri comunali, visto che al ballottaggio per tanti non cambierà nulla, ha lasciato l’amaro in bocca a diversi di loro che speravano nella riconferma nella massima assise cittadina o in un ingresso auspicato alla vigilia. L’amarezza c’è tanto a destra quanto a sinistra, passando per il centro. San Severo ha vissuto una sentita, seppur piatta, campagna elettorale. Tanta l’attesa, simile a quella della sala parto, per il fiocco azzurro o rosa, da essere seguita anche oltre le mura cittadine da parte di chi era già rimasto/a amareggiato/a in precedenza. I social, poi, restano lo sfogatoio di chi si sveglia dal letargo ogni cinque anni e pensa di stare a Porta a Porta; o chi tra un post filosofico e uno di ricetta della torta di mele, sfodera i panni dell’opinionista.
La prima considerazione, anch’essa amara, fatta dallo zoccolo duro dell’elettorato del centrodestra è stata: “Perché le tre signore non sono scese unite al primo turno, mentre ora sembrano pronte a tutto?” Un semplice calcolo aritmetico, porta a dire che sommando i voti di Lidya Colangelo, Anna Paola Giuliani e Rosa Caposiena, si arriva alla percentuale del 56,18 % e il centrodestra unito avrebbe potuto vincere al primo turno. Ma col senno di poi, non si fa la storia. Un centrodestra spaccato che non ha saputo esprimere un nome quando mancavano 45 giorni al voto. Angelo Masucci, il più suffragato al primo turno, con 11.471 preferenze, che vuol dire il 43,82%, deve riorganizzarsi perché il 23 giugno, si riparte da “zero a zero”, al fischio delle ore 7, quando si aprirà la competizione decisiva. Il patto d’acciaio, l’accordo, Colangelo-Giuliani ci sarà. Probabilmente non ci sarà il Tripartito, con Caposiena, per conquistare con una “guerra lampo” di 10 giorni, Palazzo dei Celestini, che vede alle porte le armate di Masucci, pronte ad intercettare il voto d’opinione.
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Tornando all’amarezza nei rispettivi schieramenti, c’è quella di Enrico Pennacchio (280 voti, in Uniti per San Severo), che dopo aver lavorato bene in cinque anni, nella commissione socio-sanitaria, non riuscirà ad entrare in consiglio comunale; idem per la battagliera Fabiola Florio (368 voti nella lista Caposiena Sindaco) consigliera comunale uscente; altri due esclusi, ma con nota esperienza ammnistrativa alle spalle, sono, entrambi in Forza Italia, Dino Di Monte (302 voti) e Ciro Persiano (81 voti); anche Mario Marchese, già assessore con la prima giunta Miglio, con 158 voti nella lista Popolari, a sostegno di Anna Paola Giuliani, non sarà in consiglio. Qui potrebbe avere influito, nell’elettorato, un primo momento in cui i Popolari erano con Masucci e poi sono passati con Giuliani.
Anche i 54 voti non sono sufficienti a Giorgio Ventricelli, con la lista Giuliani Sindaco, per le sue legittime aspirazioni di consigliere. Nella lista dell’Unione di Centro, erano alte le aspettative per il maestro e noto musicista, Salvatore Cianciaruso (47 voti) e il fisioterapista, Angelo Coco (57 preferenze); anche per l’ex assessore nella prima giunta Miglio, Antonio Cicerale, sceso in campo con Alternativa Civica e Lidya Colangelo Sindaco, sono pochi gli 88 voti per entrare in consiglio comunale; restando nelle liste di Lidya Colangelo, 41 i voti per Giuseppe Modica, non sufficienti per salire a Palazzo di Città. Ma se Atene piange, Sparta non ride, perché nel PD, non saranno in consiglio comunale, malgrado il lavoro svolto nell’attuale giunta, l’assessora alla Cultura e Pubblica Istruzione, Celeste Iacovino (246 voti) e l’assessora all’Ambiente e igiene Urbana, Mariella Romano (244 voti); idem per Antonio Stornelli, sempre PD (198 preferenze), attivo nel sociale; nel PSI, invece, non è andato oltre i 53 voti, Umberto Porrelli che poteva avere più seguito.
Zone Transition
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Mancherà qualcuno nell’elenco anche perché, alcune situazioni - certamente non per tutti i circa 450 candidati consiglieri ai nastri di partenza - qualcosa potrebbero cambiare perché manca l’ufficialità delle istituzioni preposte a cui seguirà la proclamazione nel nuovo consiglio comunale, la cui configurazione si saprà dopo il ballottaggio del 23 e 24 giugno. Inoltre, a seconda di chi vincerà, ci potrebbe essere sempre un posto in giunta, come assessore che lascia il posto al primo dei non eletti.