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L’intenzione, nel centrodestra uscito vittorioso dalle urne del 25 settembre e al governo del Paese, è chiudere la partita del candidato presidente per la Provincia di Foggia entro i primi di dicembre. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo ancora tanta incertezza, sebbene il quadro potrebbe aver trovato un significativo elemento di novità negli ultimi giorni rispetto alle elezioni di gennaio 2023 per Palazzo Dogana. Come raccontato da l’Attacco nelle scorse settimane, il centrodestra ha finora tenuto sospeso l’uscente Nicola Gatta, valutando seriamente l’opzione del sindaco di Manfredonia Gianni Rotice, civico anch’egli ma sicuramente meno trasversale e dichiaratamente esponente della coalizione.
Le anime critiche rispetto al Gatta bis erano diverse, dopo anni di rapporto freddo e continue lagnanze di non ricevere adeguato coinvolgimento da parte del presidente nella programmazione, nelle nomine e in generale nelle scelte dell’ente.
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Che la situazione fosse rimasta in stallo lo si era compreso quando è saltato l’ultimo incontro previsto col sindaco di Candela, in carica da ottobre 2018 a Palazzo Dogana. A Bergamo, dove Gatta si trovava la scorsa settimana per partecipare come tanti primi cittadini all’importante appuntamento dell’ANCI, il presidente è apparso sorridente e ottimista, sebbene la matassa nel centrodestra non si fosse ancora dipanata in suo favore.
Ora dalla coalizione trapela che la residua contrarietà nei confronti di Nicola Gatta è quella della Lega e del duo formato dal consigliere regionale Paolo Dell’Erba e dal sindaco di Apricena Antonio Potenza, che aderirono ad aprile scorso a Forza Italia.
Dopo la delusione della mancata candidatura di Potenza alle elezioni politiche, il rapporto dei due col partito azzurro è subito diventato teso.
Ma quanto valgono Potenza, Dell’Erba e la Lega in termini di consiglieri comunali, ovvero di votanti alle elezioni di secondo livello previsto per gennaio? Quali sono realmente gli eletti che rispondono ai due storici alleati? E quanto pesa la Lega, che “non è più quella di un tempo”? E’ questo che nel centrodestra si sta cercando di capire, visto che non paiono esserci altri ostacoli per Gatta.
I beninformati spiegano che c’è stato un riavvicinamento tra lui e il deputato di Fratelli d’Italia Giandonato La Salandra, i quali si sarebbero chiariti su diverse questioni. Peraltro, a quanto pare sarebbero stati archiviati anche alcuni paletti che erano stati posti a Gatta nei mesi scorsi: dalla richiesta di definirsi candidato del centrodestra al tesserarsi rinunciando al proprio civismo trasversale, fino alla sollecitazione (rivoltagli dal consigliere regionale Giannicola De Leonardis) di dare prova di fedeltà facendo nomine in favore di FdI per i componenti di competenza della Provincia nei consigli di amministrazione del Consorzio di bonifica del Gargano e del Consorzio per la bonifica della Capitanata. Tutto sarebbe superato oggi.
“Nel centrodestra tengono Gatta sospeso, anche perché tutti sanno perfettamente che nel momento avrà terminato il mandato tanti consiglieri comunali finora legati a lui si sentiranno liberi da ogni vincolo e si guarderanno altrove per un’altra collocazione”, commentavano pochi giorni fa, a l’Attacco, fonti interne a “Insieme per la Capitanata”, ovvero il fronte formato da Pd, civici di Emiliano e M5S.
Zone Transition
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Ebbene, nel centrodestra gli ultimi rumors – rivelati su queste colonne – sulla doppia opzione Nobiletti-Pitta vengono seguiti con attenzione e c’è chi pronostica il successo del secondo. Dopo che i civici hanno rivendicato, per lo schieramento, un candidato presidente che non fosse piddino, i dem hanno rilanciato col sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti, civico sì ma legato al dominus Pd e vicepresidente della Regione Raffaele Piemontese. Ma tale ipotesi non ha suscitato apprezzamento né tra gli emilianisti né tantomeno tra i pentastellati. I primi puntano con forza sul sindaco di Lucera Giuseppe Pitta, rispetto al quale appaiono possibilisti nel M5S. “Su quel nome si può lavorare”, hanno rivelato a l’Attacco alcuni contiani.
