L’Università di Foggia, in collaborazione con l’Erasmus Student Network, ha previsto una serie di incontri sulla scia delle celebrazioni della Giornata dell’Europa. Tra gli eventi in programma è prevista, per sabato 11 maggio p.v., la proiezione della diretta televisiva dell’Eurovision Song Contest presso il Dipartimento di Studi Umanistici.
“L’organizzazione dell’Eurovision ha vietato l’inserimento di qualsiasi riferimento alla situazione della Palestina, nella quale ogni giorno vengono trucidate intere famiglie secondo dinamiche che studios* di storia contemporanea stanno accostando al genocidio (vedi lo storico dell’Olocausto Omer Bartov, Brown University). Mentre bambini e bambine vengono massacrat*, l’Eurovision song contest sta diffondendo un messaggio e una rappresentazione totalmente imparziali rispetto a ciò che sta avvenendo”.
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“Quello dell’Eurovision è un palco con una responsabilità enorme nel contesto europeo - dichiara Marco di Furia, consigliere del comitato di Arcigay Foggia Le Bigotte -, a livello di immaginario collettivo e di rappresentazioni politiche - e che sta ospitando una presenza - quella di lsraele - che nasce con una forte connotazione politica e propagandistica (lo dimostra chiaramente il fatto che la prima canzone presentata da lsraele avesse un testo talmente orientato da ricevere un invito alla modifica non già dall’organizzazione dell’Eurovision, ma dai media lsraeliani stessi). Cosa fa l’organizzazione dell’Eurovision per proteggere la pluralità e la libera espressione? Semplice: vietare l’ingresso di bandiere palestinesi e/o di altri oggetti che potrebbero “disturbare il successo dell’evento”.
“Alla luce di quello che la manifestazione canora sta dimostrando di sostenere con le sue scelte, e alla luce di quello che invece dovrebbe rappresentare, riteniamo discutibile l’iniziativa di proiettare la trasmissione del contest musicale in un luogo, quello accademico, che dovrebbe essere di confronto, cultura, dibattito politico ed elaborazione politica, contro qualsiasi tipo di invisibilizzazione delle identità” aggiunge Marco di Furia.
“Come Link Foggia consideriamo la pace e la fratellanza tra popoli condizione fondamentale per il futuro e il benessere del pianeta - afferma Francesca Stella, coordinatrice di Link Foggia - e, da sempre, riteniamo che le Università debbano essere i luoghi nei quali gli studenti e le studentesse vengono formati come operatori e operatrici della pace in qualsiasi ambito”.
“L’Università è per noi un luogo dove studenti e studentesse non solo ascoltano le lezioni frontali ma formano il loro pensiero critico, non una grande televisione che trasmette un Eurovision orientato, censurato e che non si fa alcun problema ad ospitare lo stato di Israele nonostante quest'ultimo stia perpetrando sotto gli occhi del mondo una politica genocida nella Striscia di Gaza, senza alcun cenno di voler arretrare dalle proprie posizioni nonostante le pressioni della comunità internazionale e della società civile”.
“Nella Regione di Gaza da ottobre sono state colpite e costrette alla chiusura, tra le altre, proprio scuole e università, con un numero di vittime tra docenti e studenti mai visto prima in uno scenario di conflitto. Proprio in questi giorni, in cui l'assalto senza precedenti a Rafah si muove verso il completamento del massacro di civili più documentato della Storia, a maggior ragione ci sembra che gli organizzatori di questo festival vivano su un pianeta diverso da quello di tutti gli altri, ed è assolutamente fuori luogo che l’Università si presti a questo tipo di iniziative”.
Zone Transition
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“Esprimiamo la nostra ferma dissociazione da questa iniziativa e invitiamo chiunque si consideri un sostenitore della pace, dell’inclusione e della giustizia e del diritto internazionale a fare lo stesso”.