“Appena due giorni fa a Foggia la temperatura dell’aria sfiorava i 40 gradi. Seppur le T indicate dalla termocamera sono imprecise per tanti motivi, la loro differenza è comunque indicativa. Le zone gialle sono quelle più calde e assolate mentre le blu (viola scuro) sono meno calde (all'ombra di un albero). È evidente che gli alberi diminuiscono l'effetto isola di calore per tutte le 24 ore, il loro contributo a mantenere un clima più fresco in città è evidente (i benefici sono anche economici e non solo ecologici). Gli alberi dissipano il calore mentre il cemento lo accumula e lo restituisce anche di notte”. Questo il post di Maurizio Marrese, presidente del Wwf Foggia, a riguardo dell’importanza del verde urbano proprio per contrastare il clima torrido di questi primi giorni d’estate. Proprio così perché Foggia in questi giorni è stata individuata come una delle città più calde d’Italia e siamo solo al 22 giugno. Come direbbe qualcuno “il bello deve ancora venire”. Proprio in questi giorni sono arrivate in redazione segnalazioni a riguardo della mancanza d’ombra all’interno dei Campi Diomedei di Foggia, uno dei parchi più grandi del Sud Italia da poco riaperto alla cittadinanza che presenta però, pochissima ombra dove tenersi lontani dal solleone.
Gli alberi piantati, infatti, come segnalato da molti foggiani, sono giovani, di piccola stazza e fanno dunque poca ombra. Per quanto sia un bel campo verde, bello anche a vedersi, il parco non è propriamente “agibile” nelle ore mattutine e nel primo pomeriggio. “Andare lì è un po’ come recarsi al mare tutto il giorno senza prenotare o portarsi dietro un ombrellone”, commentava un passante l’altro giorno. “Credo che la scelta di questi ventitre ettari di prati verdi sia sbagliata perché solo la loro irrigazione è insostenibile dal punto di vista ambientale ed economico - dice a l’Attacco Maurizio Marrese - personalmente avrei limitato molto i prati e avrei dato maggiore spazio agli alberi; nei avrei piantati il più possibile anche di grandezze superiori di quelli presenti, e magari di specie autoctone che si adattano maggiormente ai nostri climi”.
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“Credo che il vero problema dei Campi Diomedei sia proprio la mancanza di alberi – ribadisce – una città come Foggia ha bisogno di alberi e non si può permettere di sprecare tanta acqua per questi prati che verranno prima o poi abbandonati, diverranno tutti secchi. Credo che nessuno in Italia possa permettersi di irrigare venti ettari di parco”.
Zone Transition
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“Gli alberi sono piccoli e sono gli stessi utilizzati per i bordi delle strade, non sono specie particolari, in un parco urbano così importante mi sarei aspettato una maggiore cura anche sulla scelta degli esemplari e sulle specie – evidenzia Marrese - nella zona inaugurata ho contato 250 alberi (su quasi il doppio preventivati inizialmente), tutti di dimensioni molto piccole e qualcuno perfino seccato, ma i foggiani quando potranno avere questa tanto agognata ombra? Tra 25 anni? Mi sembra un periodo esagerato anche perché sono dieci anni che aspettavamo questo parco. Mi auguro che nel brevissimo periodo ci si metta ad un tavolo per iniziare a pensare come valorizzare e riqualificare questo parco. Penso alle panchine scomode e inutilizzabili – aggiunge – una città come Foggia che sta diventando sempre più vecchia meriterebbe maggiore attenzione anche per la popolazione più anziana. Un anziano ha bisogno della spalliera, ad esempio. Personalmente sono rimasto molto deluso da questi Campi Diomedei”.