E’ nata 40 anni fa in via Le Maestre, nel pieno centro storico di Foggia, alle spalle di Palazzo di Città. A 18 anni è diventata donna a tutti gli effetti. Vanta anche dodici titoli in concorsi di bellezza, l’ultimo dei quali, nel 2013, quando ha conquistato la fascia di Miss Transgender Lazio. E’ Jessika Di Biase (all’anagrafe Jessica Calabrice), la cantante trans neomelodica più famosa d’Italia. Che, grazie al suo talento artistico e ad un coraggioso percorso di vita, è riuscita a realizzare i suoi sogni, contribuendo pure a portare all’attenzione del grande pubblico la battaglia per i diritti Lgbt. Di Biase ha da poco aperto insieme al marito una friggitoria a Foggia e rifiutato i provini proposti dalla produzione del Grande Fratello, perché preferisce dedicarsi alla sua nuova attività. Il suo matrimonio con il napoletano Angelo De Novellis è assurto alle cronache delle più importanti testate giornalistiche della nazione.
Di Biase, perché il suo matrimonio è stato così seguito?
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Perché è stato il primo del sud Italia con una transgender. Un trionfo per tutto il mondo Lgbt, nonché un bello schiaffo alla destra italiana. Ci siamo sposati l’8 ottobre scorso al Comune di Foggia. All’International il ricevimento nuziale.
E’ stata difficile una simile unione in una città come Foggia?
Assolutamente no. Per tutte le pratiche, all’Ufficio matrimoni municipale, siamo stati accolti benissimo e con il massimo della disponibilità da parte di impiegati e dirigenti. Non c’è stato alcun problema. Io e Angelo abbiamo avviato il nostro percorso matrimoniale a marzo, dopo qualche mese ci siamo sposati.
Come ha conosciuto suo marito?
5 anni fa a Torre del Greco, in una sala ricevimenti, in occasione di un mio live per una festa nuziale. Alla fine del concerto mi è venuto incontro perché voleva cantassi ad un evento in onore di un suo parente. Alla fine, gli diedi il mio numero, nonostante, in quel caso, avrebbe dovuto interfacciarsi con il mio manager. I primi 3 mesi di conoscenza tra me ed Angelo si sono sviluppati a distanza, comunicavamo su social e WhatsApp. All’epoca, mio marito lavorava a Trieste per una nota catena di ristorazione napoletana
Come nasce la passione per la musica? E per il neomelodico in particolare?
Mi appartiene sin da piccolissima. All’epoca mi piaceva la musica leggera. I miei, data la mia propensione canora, mi iscrissero al Conservatorio di Foggia, dove studiai per 4 anni Canto Soprano leggero. Mio padre era amante del neomelodico e mi instradò su quel genere.
Quando Jessika Di Biase inizia a diventare famosa ?
Proprio a Napoli, attraverso la canzone partenopea, il mio trampolino di lancio. Lì ho vissuto 12 anni e pian piano la mia carriera da cantante e da personaggio televisivo ha preso il volo. Lì ho firmato anche i miei primi contratti discografici, attraverso cui ho inciso tre dischi. Nel tempo ho collaborato con i più grandi della musica partenopea, e cioè Tommy Riccio (autore e interprete di “Nu latitante”), Gennaro Scuotto, Antonio Casaburi, Franco Moreno, Mauro Nardi, solo per citarne alcuni. A Napoli ho fatto successo, tv, musica, soldi.
Che cosa le resta di Napoli?
E’ una città meravigliosa. Con una mentalità decisamente più avanti di moltissime altre, Foggia compresa. Esiste, per esempio, un circuito associazionistico molto vasto e articolato sulle tematiche Lgbt. Un circuito che attiva anche aiuti ben strutturati per chi voglia compiere il percorso di transizione per cambiare sesso, sia dal punto di vista clinico sia quanto a sostegno economico, attraverso, per esempio, piani sanitari integrativi accompagnati da psicologi e psichiatri. Grazie a queste realtà, molte persone possono evitare di prostituirsi solo per procacciarsi denaro utile ad operazioni molto costose. Napoli è anche la città de “Le coccinelle”, che fu il primo gruppo italiano di trans neomelodici. Erano gli anni ‘70. Valentina Ok, inoltre, è stata un’altra esponente nota del genere. Tra me e lei si creò un po’ di rivalità artistica.
Ma in Campania non è stato sempre tutto rose e fiori per lei, non è vero?
No. Sono arrivata lì quando i miei genitori si sono separati: ne approfittai per fuggire via dal pregiudizio di mio padre, che non accettava la mia identità sessuale. Mia madre, invece, devo dire, mi ha sempre sostenuta. In tutti i modi all’inizio, per me, è stata durissima. I miei primi anni ‘napoletani’ sono stati pieni di sofferenza. Facevo una vita trasandata. Ho dormito nei vagoni, nei portoni. Ho elemosinato. Ho accettato l’ospitalità di persone incontrate per strada. Era come se mi fosse caduto addosso un palazzo di 5 piani. Venivo da una famiglia che non mi aveva mai fatto mancare niente e all’improvviso mi ritrovai sola e senza nulla.
Di tutto ciò parla il suo brano manifesto “So femmena”.
“So Femmena” è una canzone contro l’omofobia. E’ la mia biografia, certo. ma anche una canzone universale per tutti quei ragazzi andati via di casa perché non accettati dalla famiglia. In quel videoclip musicale racconto del ritorno di una figlia dalla mamma e del loro abbraccio dopo anni, a transizione compiuta. Grazie a questo brano ho ricevuto il riscontro di tantissime mamme, che, ascoltandolo e guardando il video, sono finalmente riuscite ad accettare il percorso di genere dei loro figli. Figli che prima rifiutavano.
E a Foggia? Si è tolta soddisfazioni?
Dopo quasi dieci anni, quando sono tornata da donna, le persone erano imbambolate. In senso positivo. Mi guardavano come si guarda una madonna. All’epoca ero già un nome considerato nel panorama artistico.. Ricordo che stavo mangiando la pizza in un locale di Foggia, quando a sorpresa il presentatore dello spettacolo in corso mi chiese di andare sul palco e prendere il microfono: cantai ‘Te credev sincera’ di Gianni Celeste (accompagnata al piano dal grande maestro della canzone napoletana Lello Fiore, ndr). Quell’esibizione fu immortalata da un video che diventò virale e collezionò milioni di views. A Foggia, inoltre, ho calcato i palchi e le piazze di tutte le più importanti feste popolari. Quando mi esibii, anni fa, alla festa di San Luigi, c’erano migliaia di persone tra il pubblico.
Ha mai ricevuto discriminazioni in questa città, o nei suoi quartieri popolari?
Mai. Sono sempre stata rispettata.
Cosa pensa di chi associa il neomelodico ad ambienti vicini alla criminalità?
Che è un ragionamento sbagliato. La canzone neomelodica è poesia di Napoli, parla d’amore, di storie vere, al più di tradimenti. Nino D’Angelo era un poeta. Gigi D’Alessio e Patrizio hanno fatto cantare tutta Napoli e l’Italia intera.
E’ stato ingiusto, a suo parere, escludere Gianni D’Angelo e Jo Caradonna dal cartellone natalizio foggiano per i brani “Malavita” e “Se nasce giudicat”?
Penso che non sia giusto etichettare un artista solo per un brano. Certe produzioni musicali possono essere dettate anche, più semplicemente, da un discorso commerciale. Tommy Riccio una volta mi disse: ‘Fino al mio settimo disco nessuno mi filava. Appena pubblicai ‘Nu Latitante’ esplose il successo’. Vuoi o non vuoi quel tipo di filone ha sempre attirato. Anche se, come dimostra la mia storia, non è necessario per raggiungere la notorietà. Si possono trattare tante altre tematiche a sfondo sociale e inclusivo, come per esempio il mondo Lgbt.
Ora si è un po’ fermata con la musica e lo spettacolo e ha aperto una friggitoria con suo marito.
Zone Transition
Zone Transition
Il Covid da un lato e il matrimonio dall’altro hanno cambiato i miei progetti di vita. E poi, ora, con il neomelodico, non si fanno più i soldi come un tempo. Il mercato sta cambiando. Da poco, invece, io e Angelo abbiamo aperto la friggitoria “Sophia Loren”, in via Loffredo, a Rione Martucci. All’inaugurazione c’erano centinaia di ragazzi, ma anche signore di 80 anni. E’ venuta a trovarci anche gente da fuori città e fuori regione. Per l’occasione si sono esibiti Pino Lettera e il mio grande amico Gianni Albino, due cantanti neomelodici napoletani, ovviamente. Mentre io ho cantato il mio caro brano di Gianni Celeste. Con la friggitoria, dove mio marito sforna pizze fritte e greppie napoletane (tipici dolci partenopei, ndr), stiamo animando un quartiere periferico. ‘Sophia Loren’ è già diventato un punto di riferimento e ritrovo per decine di ragazzi che ogni sera si trattengono da noi fino a tardi. Per l’estate prossima abbiamo in progetto di allestire serate musicali.