Per la prima volta parteciparono alleOlimpiadianche degli atleti professionisti, grazie al ritorno nel programma di gare deltennis. Ilpugilatotricolore, invece, ancora sotto la guida tecnica del maestroFranco Falcinelli, si presentò, come4 anniprima aLos Angeles, con sette pugili: nell'ordineVincenzo Nardiello(Medio-Leggeri),Giorgio Campanella(Leggeri),Giovanni Parisi(Piuma),Andrea Mannai(Mosca),Andrea Magi(Medio Massimi),Luigi Gaudiano(Massimi) e appuntoMichele Mastrodonato(Medi).
Il boxeur sanseverese farà del suo meglio per onorare la maglia azzurra aiGiochi estivi: si aggiudicherà i primi due match, per poi venire eliminato ai quarti di finale da un campione del calibro del tedesco orientaleHenry Maske.In precedenzaMastrodonatoaveva conseguito il bronzo aiX Giochi del Mediterraneo del 1987.Da dilettante ha conquistato le fasce tricolori agliAssolutinel1985e nel1987, che gli consentirono di diventare perno fisso della nazionale tra iweltere isuperwelter.
Chiusa la parentesi dilettantistica con la partecipazione all'Olimpiade,Mastrodonatoarrivò abbastanza celermente alla conquista del titolo Italiano: era dotato di notevole potenza che sprigionava soprattutto dalla corta e media distanza.Infatti, divenne il numero uno italiano anche tra i professionisti, togliendo il titolo tricolore aSanto Colombo, nel giugno del1991aMontichiari, vincendo ai punti in12 riprese.
Difese poi con successo il suo titolo nazionaletre volte, controBenito Guida, Giuseppe Leto,andatoko al 1° round, e controMarzo Dell'Uomo.Non era per niente facile trovare un avversario per lui, la sua potenza era ben nota nell'ambiente, perciò si cercava di evitarlo.Fu proprio questa difficoltà ad accelerare la sfida per il titolo mondialeWBO. All'epoca il campione era l'americanoJohn David Jackson, che accettò di mettere in palio volontariamente il suo titolo proprio aSan Severo.
Si trattò però di un passo troppo affrettato, e infattiMastrodonatofu battuto prima del limite.La successiva sconfitta subita ad opera diValentino Manca, che gli strappò iltitolo italiano, fu decisiva per portarlo alla decisione di appendere i guantoni al chiodo nel1993, con un conto di17 vittorie e 3 sconfitte.
La delusione e il non riuscire più ad accettare talune dinamiche del mondo della boxe lo portarono al ritiro anticipato all'età di appena28 anni."Ero pronto per gli europei - ricorda -, ma il mio manager organizzò un incontro per il titoloWBO World Super Welter. Lui pensava solo al denaro, e non alla mia crescita, costante e continua. E così si finisce col bruciare la carriera di un pugile, proprio come accadde al sottoscritto".
Ma la passione per la noble art non lo ha abbandonato, infatti oggiMastrodonatoinsegna la tecnica del pugilato e i principi etici ad esso collegati nellaAccademia Pugilisticache prende proprio il suo nome.
E dove è convinto che prima o poi tirerà fuori qualche campioncino in erba."Ormai da oltre venti anni lavoro per le aziende che si occupano della nettezza urbana nella mia città - dice oggiMichele-, dopo aver lasciato il pugilato sono tornato a lavorare per occuparmi della mia famiglia, ma non nascondo che la delusione per come fossero andate le cose mi aveva portato alla depressione".
Continua: "Quando iniziai a lavorare per la nettezza urbana mi sentii un po' amareggiato: la città che amo e che ho portato nel mondo mi ripagava con un lavoro che ritenevo modesto, quando però arrivò la raccolta differenziata le cose sono cambiate ed ho trovato finalmente la mia nuova dimensione. Adesso la strada è diventato il mio ring".
Mastrodonatoè stato davvero un pugile diverso.
Pino Autunno