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Ci sono quelli per cui l’occhiale è solo un accessorio. Quelli che ne hanno uno, o al massimo due. E sono ancora convinti che si indossino per proteggersi dal sole o se si hanno problemi di vista. Poi ci sono quelli che hanno capito che gli occhiali sono un accessorio, come le borse e le scarpe, e che ne hanno qualcuno in più. E poi ci sono tutti gli altri. Per tutti gli altri c’è Roberto Poliseno, precursore nel campo della moda, della tendenza e del look. A un solo sguardo, già sa. Se sei tipo da Dior, da Prada o da Chanel. Bon ton, rock o estremamente ardito. Lo stile è un fatto che si possiede oppure no. E poco ha a che fare con la ricchezza. La sua storia, quella vera, dopo che viene licenziato dall’ottica in cui ha lavorato per 14 anni, inizia con un guizzo d’orgoglio. Vende la casa che stava costruendo per la sua famiglia e dirotta quell’investimento in una attività sua, in piazza Federico II. E porta il lusso dei grandi brand a Foggia. Poi, dopo anni di soddisfazioni e riconoscimenti, realizza un altro sogno: la sua galleria in Corso Vittorio Emanuele 19. Non ci dorme per qualche notte e in piena pandemia si lancia in questa nuova avventura. Cosa fa la differenza? La passione. Il cuore grande per le persone e per la moda. Lui ha entrambe le qualità. Ed è per questo che accontenta i suoi clienti speciali anche di sera, quando le luci si dovrebbero spegnere e i negozi chiudere. Roberto Poliseno non sa dire di no, perché oltre alla competenza ha quella vena di follia e quella grande empatia che lo fa amare da uomini e donne. Lo stile Poliseno è riconoscibile da lontano.
Nuovo negozio. Maggio di due anni fa. In un periodo non proprio semplice. Ero arrivato. Quello che dovevo fare in quella piazzetta l’ho fatto. Non potevo andare oltre lì, invece io avevo bisogno di stimoli nuovi.
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Cosa hai fatto in diciotto anni in quella piazzetta?
Ero rimasto senza lavoro. Dopo 14 anni come dipendente in un negozio di ottica a Foggia. Sono stato licenziato, mi hanno rivoluto, ma io non torno indietro. E con mia moglie abbiamo deciso che era il momento di metterci in discussione. Avevo una casa in costruzione, l’ho venduta e ho dirottato quell’investimento nel lavoro, mettendo su il negozio. L’ho affittato e allestito. Ho iniziato con le piccole cose, ma la mia ambizione era quella di vendere il lusso, perché a quei tempi a Foggia era quello che mancava. Il mio negozio era piccolo ma era una chicca. Ma poi la zona lì iniziava a morire. Quella zona mi stava stretta perché il mio negozio era diventato una goccia nell’oceano. Iniziavo a stare male perché ho capito che era diventato un recinto.
Cosa è scattato per innescare il cambiamento?
La proprietaria di questo negozio in Corso Vittorio Emanuele mi ha chiamato per dirmi che questi locali si erano liberati e mi ha chiesto se fossi interessato. Mi ha detto che riteneva che meritassi uno spazio differente rispetto a quello in cui ero e che questa sarebbe stata la cornice perfetta per me e per le mie ambizioni. Tu dovresti stare in centro, mi ha detto. Io questo negozio lo guardavo sempre perché abito qui accanto e ogni giorno lo desideravo, pensando a quanto sarebbe stato bello essere qui. Mi piaceva. La mia ambizione era questa. Mi piaceva la vetrina, volevo la galleria. Poi ho iniziato a non dormire la notte. Pensavo a questa cosa. Mi è venuta la guerra in testa. Ho chiesto a mia moglie cosa ne pensasse e lei mi ha detto: tu sei un pazzo. Il periodo era quello del lock down. Dell’incertezza, ma io ero fermo in questo desiderio e ho deciso di cambiare. Perché dico sempre che nella vita, fare un passo indietro, ecco, si può sempre fare, ma ci si prova. E io ho avuto ragione.
Per 18 anni hai detto, volevi portare il lusso a Foggia. Ma cos’è il lusso quando pensiamo alla moda e al mondo dell’ottica?
Il lusso è nicchia. Partiamo da questo. E non tutti lo capiscono. Non è la firma, il marchio, il pezzo costoso. E tutta un’altra cosa. Il lusso è la ricerca che non tutti comprendono. Io ho questa dote. Riesco a percepire le cose belle, ad anticipare le tendenze.
Lo stile Poliseno è riconoscibile nei tuoi clienti.
Ho clienti che abitano fuori e quando indossano i miei occhiali in città note come capoluoghi della moda si fanno notare.
La differenza è la selezione, la ricerca. L’occhio nel capire cosa sta bene e a chi.
Il gusto o ce l’hai o non c’è. Non te lo puoi inventare.
Da queste parti come siamo messi a gusto?
La gente lo capisce. Anche perché esistono i social. La gente oggi è aggiornata. Oggi le persone le cose belle le vedono e le vogliono.
E tu devi proporle.
Tu devi anticipare i tempi. Devi farle arrivare prima che diventino fenomeni. Prima che le vogliono perché le vedono sui social, le devono vedere da te e se di te si fidano, avranno avuto qualcosa di unico prima degli altri.
E’ stata una grande emozione stare in questo negozio.
Per me e anche per la gente. Tutti mi dicono che stanno bene qui, che si rilassano. Questo negozio l’abbiamo pensato io e Iole Stanziale, il mio architetto. Non abbiamo fatto neanche il render di questo negozio perché lo avevamo in testa ed eravamo anche complici.
Bello. E’ la complicità che instauri con i tuoi clienti.
Sì. Mi appaga. Ecco perché dico che ci sono cose come sintonie, che non si possono inventare. Sono quasi diciotto anni che vendo occhiali per mio conto e altri quattordici prima.
34 anni a vendere occhiali. Come è cambiato questo mondo rispetto a quando hai iniziato?
Ho iniziato che le firme erano poche. Valentino e poche altre. Versace… Erano gli anni ’80. E’ cambiato tutto quando i brand del lusso hanno preso piede, recentemente è entrato LVMH, e il livello si è alzato molto, con marchi sempre più di proprietà che cercano di essere in linea con le collezioni in passerella. La moda è molto veloce, cambia velocemente.
Ma l’occhiale non è solo un accessorio. E’ molto di più.
L’occhiale è una cornice. Io dico sempre che quando un quadro è bello e metti una brutta cornice, quel quadro non renderà più. L’occhiale sono due cerchi. Ma importanti. Perché tu in una persona la prima cosa che guardi è il viso. L’occhiale fa due cose secondo me: o abbellisce o imbruttisce la persona.
Il tuo compito è abbellirla.
Io do un consiglio. Studio il viso della persona, se è allungato, ovale, le mandibole, cerco di pensare a qualcosa in linea con il volto. Il più delle volte si fidano di me.
Lusso non sempre è sinonimo di alta spendibilità. Perché non sempre scegliere ciò che ti sta bene vuol dire spendere troppo. Questa è la forza del tuo atelier?
Zone Transition
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Abbiamo il pezzo forze, occhiali di un certo livello, come quelli di Cartier a 2700 euro di corno, fatti con il corno, pezzi unici. Ma non si trovano solo questi pezzi così estremi. La gente percepisce soprattutto la passione. E a me quello appaga.
(pubblicato il 6 gennaio 2023)
