Quei proiettili contro Rossi. “La differenza che c’è qui? Linguaggio di violenza, elementi ambientali e pregiudicati”

Carattere
  • Più Piccolo Piccolo Medio Grande Più Grande
  • Predefinito Helvetica Segoe Georgia Times

Era agosto 2021 quando una busta con due proiettili fu recapitata all’amministratore unico di ASE spa Raphael Rossi. Già visto per breve tempo a Foggia, il manager era stato chiamato a Manfredonia dalla commissione straordinaria arrivata in Comune dopo il verdetto sulle infiltrazioni mafiose. Un chiaro atto intimidatorio quello dei proiettili.

“L’azienda sembrava legata a contratti di forniture inefficienti impastate da logiche clientelari”, ha raccontato mesi fa Rossi nel suo blog su Il Fatto Quotidiano. “L’azienda chiuderà il 2021 con un notevole risparmio di costi, utili mai registrati e, allo stesso tempo, il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata. Tutto come frutto di un lavoro accurato e puntuale impostato con i miei validi collaboratori e durato poco più di un anno in un’azienda diventata squallidamente un ammortizzatore sociale ed un “poltronificio” per una classe dirigente più interessata a cristallizzare lo status quo che a percorrere la strada del necessario cambiamento. Dal 2015 una politica scellerata ha cambiato sette amministratori unici della società nel segno della discontinuità ingessante dell’azione amministrativa. Nessun concorso era stato mai fatto per assumere personale e la scelta che ho fatto di bandirne uno quest’anno per qualcuno è suonata come “campana a morto” per il sottoscritto in qualità di amministratore pubblico. In ASE su 100 dipendenti complessivi non c’è una sola donna! In ASE, è stato accertato, un dipendente collegato ai clan ha picchiato per strada due netturbini perché tutti vedessero che la criminalità gestisce l’azienda con rigore”.

Carousel Banner 1

Carousel Banner 1

Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta
Mercati di Citta

Carousel Banner 2

Carousel Banner 2

Da Monte Sant’Angelo a Peschici, da San Severo a Carpino, a Carapelle. Sono numerosissimi gli attentati contro le imprese del settore dei rifiuti in Capitanata. Ha notato differenze rispetto a quanto visto altrove in Italia o ci sono elementi comuni?

Al di là degli atti di violenza e minaccia, il fare malavitoso si nutre di una serie di elementi che nella gestione dei rifiuti sono legati a catene troppo lunghe negli approvvigionamenti e nei trasporti. Sono amministratore di imprese pubbliche del settore rifiuti ormai da molti anni e ho girato l’Italia. Sono stato una decina di anni fa a Reggio Calabria e dal 2020 sto a Manfredonia. Non ci sono differenze sostanziali rispetto al resto del Paese, l'unica differenza sono gli elementi ambientali e il linguaggio di violenza. A Manfredonia e Reggio Calabria ho registrato episodi di minaccia e persone fortemente pregiudicate nel personale, le quali erano peraltro in numero non episodico. Mi spiego meglio: mentre altrove i pregiudicati erano magari 1 o 2 unità nei due casi di Manfredonia e Reggio Calabria ho trovato diverse unità con pregiudizi penali e per reati connessi a atti di violenza.

Peraltro nelle relazioni delle commissioni di accesso dei due Comuni di diversi dipendenti delle rispettive imprese dei rifiuti è stato segnalato non solo il pregiudizio penale ma anche la vicinanza ai clan. Come si spiega i molteplici danneggiamenti e attentati in Capitanata?

Come esiste la parte esterna del fenomeno criminale così esiste una parte sommersa che è anche culturale. E’ la cultura della violenza che si esprime con questi mezzi, magari non comprensibili ai più. Ritengono di comunicare con tali strumenti e in effetti è una comunicazione efficace, perché quando l'impresa si ritrova con mezzi danneggiati si interroga su quanto è avvenuto. A me è successo di ricevere proiettili ma tuttora non conosco la loro provenienza.

Nessuna idea chiara al riguardo?

Come si può sapere se provengono da un matto, da un dipendente scontento o dalla criminalità? A Reggio Calabria di notte danneggiarono la mia auto personale prendendola a sprangate. Fortuna volle che ero ancora in ufficio a lavorare e che la Polizia, da me chiamata, arrivò dopo pochissimo e fermò quell’uomo. Era un povero immigrato che per gli inquirenti aveva ricevuto del denaro, pochi soldi, per compiere quell'atto contro la mia auto. Difatti aveva un bigliettino con la mia targa. L'uomo fu processato ma non disse mai nulla.

E a Manfredonia?

Non ci sono elementi che facciano pensare ad un'ipotesi piuttosto che a un'altra. Di certo c'è un contesto di relazioni che sono state tese con fornitori e dipendenti. Aver cambiato le cose in azienda non è piaciuto a tutti. Oggi tutti i fornitori sanno che possono lavorare con me. L’episodio del dipendente picchiatore era riportato nella relazione della commissione di accesso, un fatto che parla del modus e del linguaggio della violenza. Molti in azienda vennero a parlarmi di come quell’uomo in passato li avesse tiranneggiati. Quella persona è stata messa in condizione di non avere più rapporti con i suoi colleghi, è stato tolto dalla funzione gerarchica che aveva in precedenza.

Avete subìto danni ai mezzi o pressioni per le assunzioni?

Nessun danno, perlomeno dal mio insediamento a dicembre 2020. Abbiamo finito una procedura di assunzione di personale, un tema di fortissima attenzione negli scorsi anni. Ho pensato anche che i proiettili fossero riferiti a questo, visto che arrivarono quando discutevamo proprio delle assunzioni. Non ho subìto alcuna pressione per le assunzioni ma penso che in questo abbia contribuito aver denunciato un episodio di corruzione a Torino, quando feci arrestare e condannare il presidente della mia azienda. Forse questo fatto di cronaca ha impedito a certa gente di esporsi nei miei confronti.

Ci sono dipendenti che spadroneggiano?

Anche a livello di personale si tengono in questo momento molto sotterranei.

Pensa che ora che è tornata un’amministrazione ordinaria in Comune sarà nominato un amministratore unico legato alla politica locale, come era in passato?

Il mio mandato dura 3 anni e terminerà a dicembre 2023. Ho chiesto al sindaco Rotice se intende cambiare ma non me lo ha mai chiesto finora.

Perché il settore dei rifiuti è tra quelli più nel mirino della mafia?

C'è un concorso di elementi. Il primo è che il nostro lavoro comporta tanti posti di lavoro e ciò significa per le mafie controllo del territorio e stipendi per i sodali. Il secondo fattore è che il lavoro viene svolto con automezzi, c'è un’attività di trasporto. E dove ci sono discariche c'è anche un’attività di movimento terra. Sono due ambiti di grande interesse per le mafie. Il terzo punto riguarda il fatto che non sono tanti i settori economici che negli ultimi 10 anni si siano estesi come il nostro. E’ un comparto nel quale c'è mercato e i conti vengono sempre onorati, visto che a pagare è il pubblico. Il quarto elemento è che con piccoli imbrogli ambientali – piccoli sul piano pratico ma molto gravi - si può creare facilmente valore, come ci ha insegnato Gomorra. Basta poco per far diventare pericoloso o non pericoloso un rifiuto.

Tra le gare dagli importi più elevati, anche da decine di migliaia di euro, ci sono in Capitanata quelle per la bonifica delle ex discariche. Anche quelle nel mirino della mafia?

I soldi vengono spesi in buona parte nel movimento terra e nel trasporto dei rifiuti. Torniamo a due delle attività tipiche delle organizzazioni criminali. Se queste operazioni vengono svolte in maniera fraudolenta si possono smuovere cifre gigantesche.

Il sindaco di Peschici ha commentato, con senso di impotenza e sconforto, “Ora basta” dopo l’ultimo incendio ai danni di un mezzo della raccolta dei rifiuti.

Quando avvengono fatti gravi come quelli di Peschici o di altri territori il tema è che la risposta non può essere solo quella dello Stato. Devono rispondere i cittadini, a partire dai sindaci. E’ bene che denuncino, che scendano in campo per difendere e richiamare attenzione. Sul Gargano e sull’intera Capitanata c'è in questa fase una attenzione molto grande a livello nazionale ma anche internazionale. E’ proprio il momento del risveglio della coscienza civile.

Una simile attenzione ha portato a 5 Comuni sciolti per mafia e numerosissime interdittive antimafia. Come ci si regola con la clausola sociale che porta in dote ai nuovi concessionari dei servizi pubblici anche un “carico” di pregiudicat magari legati ai clan, o comunque con frequentazioni e parentele particolari?

Zone Transition

Zone Transition

Faccio un esempio. Monte Sant'Angelo e Vieste sono due territori che come ASE vorremmo servire di nuovo. Se i sindaci di queste due città ci chiedessero di assumere il servizio adottando la clausola sociale potremmo coniugare le cose facendo valere la clausola ma soprattutto facendo insieme alla Prefettura un percorso di riabilitazione dei pregiudicati che hanno pagato i propri debiti con la giustizia. Visto che la mafia è controllo del territorio sarebbe un modo per dare un messaggio chiaro: bisogna scegliere la via della legalità, non tagliarli fuori ma riabilitarli a patto che le regole siano poi da loro rispettate. Fui anni fa a capo dell'azienda dei rifiuti di Napoli e tra i dipendenti c'erano decine di persone che venivano dal circuito del contrabbando nel porto.

Clicca qui per Partecipare ai nostri Questionari Chiudi

Partecipa al Questionario di FORGARGANO

QUESTIONARIO SUL PROGETTO FORGARGANO

Gentili visitatori, aiutateci a migliorare il turismo nel Parco Nazionale del Gargano. Le vostre opinioni sono preziose! Grazie per la vostra partecipazione!

Questionario

Partecipa al Questionario di INNOVALEGUMI

QUESTIONARIO SUL PROGETTO INNOVALEGUMI

Invitiamo tutti i visitatori a partecipare al nostro questionario sul Progetto Innovalegumi, nell'ambito del PSR 2014-2020, Misura 16.2, Focus Area 2a. Il progetto mira a migliorare la coltivazione delle leguminose nelle aziende cerealicole pugliesi attraverso la selezione di varietà ottimali e l'adozione di tecniche innovative. Le vostre risposte ci aiuteranno a comprendere meglio le esigenze del territorio e a sviluppare soluzioni efficaci. Grazie per il vostro contributo!

Questionario

   banner whatsapp canale 700

 

testatina dillo al direttore WEB

 

CONTENUTI SPONSORIZZATI

Migliora la tua esperienza: installa la nostra app ora!

Ottieni accesso immediato alla nostra app installandola sul tuo dispositivo iOS!
È sufficiente toccare il pulsante Share (condividi) in basso allo schermo,
poi selezionare Add to Home Screen (Aggiungi alla schermata Home).
Segui le istruzioni per aggiungere l'icona della nostra app alla schermata Home per un accesso rapido e facile.
Goditi una navigazione senza interruzioni e rimani connesso ovunque tu vada!

× Installa l'app Web
Mobile Phone
Offline: nessuna connessione Internet
Offline: nessuna connessione Internet