Non voleva il diritto di replica, ma l’Attacco lo ha cercato e Michele Merla, Sindaco di San Marco in Lamis, aveva cercato di contattarci. È stata una lunga chiacchierata. Toni cordiali,
garbo nell’affermazione delle proprie ragioni, documenti comprovanti il proprio titolo di studio alla mano. Elementi diametralmente opposti rispetto all’agitazione che aveva caratterizzato la mattinata di sabato 26 marzo scorso.
Per quanto il primo cittadino non ne faccia menzione, ma lo riferisce qualche beninformato, alcuni Sindaci si sono incontrati in una sede diversa da quella di San Marco in Lamis per fare il punto e quadrato intorno al collega balzato alle cronache.
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Su queste colonne, erano state portate all’attenzione alcune incongruenze presenti nel curriculum del Sindaco. I curricula, per la precisione, considerato che esistono due versioni.
In una prima, presente sul sito del Parco Nazionale del Gargano, che è stata redatta e firmata con autodichiarazione il 20 dicembre 2017, è scritto di una laurea conseguita nell’anno accademico 1986/87, presso l’Università di Bologna, in Geografia economica. La votazione è quella massima: 110 e lode.
In un secondo curriculum, pubblicato sul sito istituzionale del Comune, invece la laurea è in Geografia e politiche economiche. È rimasta la lode con il voto massimo. Ma è successiva di 9 anni, rispetto al primo documento, la data del conseguimento del titolo: anno accademico 1995/96.
“A qualcuno dà fastidio che io amministri bene – esordisce Merla -. So che non possono essere rivelate le fonti delle segnalazioni, comunque so anche chi è l’autore della segnalazione. Mi sono divertito con lui a giocare come fa il gatto con il topo, su questa cosa del curriculum. Però non avrei mai pensato di finire sul giornale per questo”, racconta.
E, più avanti, specifica di essere stato goliarda e di avere ancora questa propensione.
“Ciò che mi interessa in questo caso – precisa Merla - è chiarire come stanno le cose”.
“Può essere che ci sia un refuso, può succedere - risponde a domanda diretta -. C’è stato un errore di trascrizione”. Si è preparato per non lasciare ulteriori dubbi, con la pergamena della laurea e la tesi.
Si lascia andare anche alla confidenza di essersi laureato “nello stesso corso di laurea dell’attuale vicedirettore dell’Huffington Post, Alessandro De Angelis: quello che somiglia un po' all’assessore Raffaele Piemontese”.
Nonostante li abbia con sé, tentenna molto prima di concedere i documenti comprovanti quale sia la laurea conseguita. Non vuole dare la sensazione di pavoneggiarsi mostrandoli pubblicamente, il sunto del suo discorso. Accetta, poi, sentendosi rassicurato.
Michele Merla, è scritto, ha superato l’esame generale presso la facoltà di Lettere e Filosofie, perciò è “dottore in storia, con lode”. Titolo conseguito presso “l’Alma Mater Studiorum”, l’ateneo felsineo.
La tesi sul Parco Nazionale del Gargano analizza “gli aspetti economici e la ricaduta sul nostro territorio”, spiega. “La mia era una tesi sperimentale in Geografia Economica. Ho ricevuto la lode”.
Sul frontespizio è meglio specificato innanzitutto che il corso di laurea è quello di Storia contemporanea, poi che il titolo della tesi è: “Il Parco Nazionale del Gargano: tra progetti e realizzazioni”.
Un antesignano, come è stato già fatto rilevare. Il PNG, infatti, è stato istituito nel 1995, dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, quindi circa un anno e mezzo prima che Merla ne discutesse nella sua tesi di laurea.
Le parole scorrono fluenti e, risollevato dagli elementi appena forniti, il Sindaco torna anche sulla questione dell’inconferibilità.
Il Ministero della Transizione Ecologica ha detto che l’incarico di membro del Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Gargano non è conferibile, dal momento che è ancora pendente un procedimento penale che lo interessa.
Il reato contestatogli è omissione in atti di ufficio, per non aver “nell’esercizio delle mie funzioni, fermato una manifestazione di tipo religioso durante il Covid-19, quando vigeva il relativo DPCM. Lo hanno commesso anche i Carabinieri, che furono accusati per le mie stesse ragioni”.
La sua versione di quella processione del Venerdì Santo 2020 è che “ritenemmo tutti che fermare la manifestazione avrebbe creato panico. Perciò, ci siamo limitati ad accelerarla”. Merla ricorda che l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani “si sta battendo per cancellare i reati di abuso e di omissione”.
Zone Transition
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Il Sindaco di San Marco in Lamis termina su quella comunicazione ministeriale, che indirettamente determina l’impasse dei Sindaci del PNG. Precisa che “Il MITE non mi ha reso inconferibile. Ha detto, invece, che due designati rientrano nella casistica del Decreto Interministeriale 239 del 2013. Ma non che è inconferibile l’incarico”. Perché? “Perché non ho commesso reati nei confronti delle persone, né verso il patrimonio, né finanziari. Non ho carichi giudiziari. È l’ANAC che può accedere a determinati elementi informativi. Poi è il Consiglio direttivo di un ente o il Consiglio d’amministrazione di una società, o anche di un ente, che deve valutare”.