Ritardi nei pagamenti regionali alle paritarie, Barone: 'Sto andando a verificare per risolvere celermente'

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Stanno rischiando la chiusura e, quindi, di non poter svolgere più il loro ruolo di accoglienza verso circa 10.000 bambini.
Come sembra lontano quel 30 aprile del 2020, quando la Giunta pugliese, su iniziativa dell'allora assessore Sebastiano Leo, deliberò un primo intervento a favore delle scuole dell'infanzia paritarie non profit di un milione e 100 mila euro. Una parte, 300 mila euro, sono i fondi stanziati in virtù dell'emergenza economica, mentre i restanti 800 mila euro erano solo un'anticipazione del fondo 2020 per il diritto allo studio, che era già stato stanziato per le paritarie in tempi precedenti all'emergenza.
Soldi che sono ancora bloccati da legacci burocratici, dalla scarsa reattività nel fornire i riscontri richiesti.

L'allarme lanciato due giorni fa, il 27 gennaio scorso, è l'ennesimo di una serie succedutasi nel corso del 2020 e riguarda 500 strutture educative per minori su tutto il territorio regionale, le cosiddette %u2018scuole paritarie'. Attraverso una lettera, si invita il governo regionale ad intervenire ed i firmatari sono: Fabio Daniele, presidente Regionale FISM Puglia; Daniele Ferrocino e Carla Calabrese, per Confcooperative Federsolidarietà Puglia; Massimiliano Maggio, Legacoopsociali Puglia; Carlo Rubino, portavoce Forum Terzo Settore; Orazio Nobile, dell'Associazione dei Centri Socio Educativi Diurni per Minori (A.C.S.E.Mi.) di Bari.
Stanno rischiando la chiusura e, quindi, di non poter svolgere più il loro ruolo di accoglienza verso circa 10.000 bambini. Il problema risiede nel ritardo che la Regione Puglia sta accumulando nell'erogazione delle risorse economiche indicate nell'azione 8.6 del FSE 14/20.
Dal prossimo mese di febbraio, tutti i servizi afferma Fabio Daniele, presidente regionale della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM) - saranno costretti a richiedere alle famiglie il pagamento dell'intera retta. È facile prevedere, quindi, che ciò comporterà verosimilmente la rinuncia alla frequenza dei propri figli, con la conseguenza di dover chiudere il servizio già dal prossimo mese.
L'inopinata chiusura dei servizi per l'infanzia e l'adolescenza, venendo meno ancora per chissà quanto tempo il contributo economico regionale, comporterebbe gravi riflessi sulle oltre 5.000 persone occupate nel settore, il 95% di queste sono donne. Le strutture nelle quali sono impiegati stanno accogliendo i minori, dall'1 settembre 2020, nonostante non possano fatturare le loro prestazioni.
Il ritardo degli uffici regionali risiederebbe, ad avviso, di Fabio Daniele, nel necessario controllo rigoroso degli uffici regionali al Welfare, per qualificare i servizi rivolti alle famiglie. Ciò che non gli torna, però, sono i tempi dei procedimenti amministrativi previsti dalla Legge e dagli stessi provvedimenti regionali, che devono essere rispettati. L'ufficio al Welfare non può considerarsi esente da responsabilità, anche gravi, visti i ritardi amministrativi accumulati.
Difatti, l'invito rivolto al presidente Michele Emiliano e all'assessora, fresca di nomina, Rosa Barone è perché si risolva al più presto la questione e, al contempo, si assegnino agli Ambiti Territoriali, altrettanto immediatamente, le ulteriori risorse economiche necessarie per scongiurare la chiusura dei servizi per l'infanzia e l'adolescenza, consentendo loro di pagare lo stipendio a migliaia di lavoratori.
Non ha fatto nemmeno in tempo a raggiungere i propri uffici e prendere il primo contatto con la nuova realtà, che già l'assessora Barone si ritrova a dover risolvere un problema. L'assessorato al Welfare non è di semplice gestione, semmai ve ne sia uno che corrisponda a questa definizione, però non è proprio un saluto di benvenuto quello che ha ricevuto sul problema riscontrato circa i fondi alle paritarie.
Ascoltata da l'Attacco, Rosa Barone è sul pezzo. La sua voce è quasi trafelata, mentre risponde: Si tratta di un problema di burocrazia. Forse gli uffici stanno controllando fin troppo bene le domande ricevute e questo rallenta il processo.
Una conferma di quello che le sigle firmatarie della richiesta indirizzata alla Regione Puglia avevano già notato. Mi sto recando negli uffici regionali del Welfare per svolgere le verifiche del caso e capire come comportarci, per individuare la soluzione migliore e tempestiva, assicura l'assessora.
Matteo Fidanza
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