Con i medici di famiglia estromessi dalla macchina vaccinale il sindacato Smi dubita che si potranno rispettare i tempi: ''Brancoliamo nel buio''.
Soddisfazione generale è stata espressa dai vertici della sanità pugliese dopo la buona riuscita del V-day, un momento, certamente simbolico (e mediatico) celebrato in tutta Europa, per trasmettere ai cittadini un messaggio di speranza e di fiducia nel futuro; ma si trattava della somministrazione di circa 500 dosi: un'inezia in confronto ai milioni di vaccini che dovranno essere distribuiti nei prossimi mesi e c'è chi si chiede se la macchina organizzativa che si sta mettendo in piedi sarà all'altezza del compito.La giunta regionale martedì scorso ha deliberato l'istituzione di una Cabina di Regia (CdR CovidVacc) quale organismo tecnico-scientifico per il governo e l'attuazione del Piano Strategico Vaccinale nazionale. La CdR, diretta da Michele Conversano, dovrà assicurare il supporto tecnico-scientifico in affiancamento alla competente Sezione Promozione della Salute e del Benessere e fungere da interfaccia unica regionale con la struttura del Commissario Straordinario per l'Emergenza e i singoli Nuclei Operativi Aziendali (NOA-CovidVacc), che sarebbero dovuti essere istituiti prima di Natale dalle Asl, aziende ospedaliere, Irccs pugliesi. Il termine è stato invece posticipato a oggi. Nella fase iniziale della campagna vaccinale, la gestione è centralizzata, l'hub principale è stato individuato nel policlinico di Bari. I vaccini verranno somministrati negli ospedali scelti dalla Regione, con il supporto di unità mobili a seconda delle adesioni. E' previsto l'impiego di circa 230 tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari, 27 i referenti, 11 i punti di somministrazione e 15 i giorni previsti per le prime 95mila dosi.
Dubito che i tempi verranno rispettati, visto che non sono stati coinvolti i medici di medicina generale ha commentato a l'Attacco il segretario regionale dello Smi Francesco Pazienza -. Con i 30/40 accessi medi giornalieri presso i nostri ambulatori avremmo potuto garantire tempi rapidi di somministrazione, come del resto da anni facciamo con i vaccini antinfluenzali. Ma pare che in Italia ci sia una anomala tendenza di far fare i medici ai manager, le strade agli avvocati, i calcoli agli ingegneri e così via. Per farci fare tamponi e contact tracing, che non c'entrano niente col nostro lavoro perché sono cose che fa il dipartimento di prevenzione che ha una specifica competenza, ci reclutano; quando si tratta di cose che riguardano più direttamente il nostro quotidiano, non serviamo. C'è un po' di confusione.
La somministrazione è stata invece affidata a cinque agenzie nazionali che assumeranno personale addetto per tre mesi. I sindacati dei medici sono stanchi di avere indicazioni che nulla hanno a che fare con il lavoro che facciamo, siamo vittime di una burocrazia esasperante: per curare un diabetico dobbiamo mandarlo dallo specialista, persino per prescrivere pannoloni o cateteri dobbiamo mandare il paziente dallo specialista, l'iter per prescrivere farmaci è eccessivamente farraginoso e a farne le spese sono i malati.Coinvolgimento assente anche in termini di mera comunicazione, evidenzia il sindacalista, nonostante medici di famiglia e pediatri di libera scelta siano di fatto il primo front office a cui i pazienti si rivolgono.
Non c'è stato alcun dialogo o confronto. Non abbiamo neanche saputo, se non attraverso i giornali o altri sistemi indiretti, che c'è una piattaforma online attraverso la quale prenotarsi per ricevere il vaccino. Solo domenica dalla Regione ci è arrivata una comunicazione da %u2018divulgare il più possibile', per dare informazioni ai tanti pazienti che ci contattano per avere chiarimenti. Eppure la Asl ha i nostri indirizzi email, quotidianamente ci manda letterine sull'ossigeno, sulla burocrazia, su quello che non possiamo fare; però questa informazione l'ho girata io ai colleghi. Abbiamo appreso quindi che ci sono strutture per le vaccinazioni che dovrebbero attivarsi a breve. Le Asl hanno tempo fino a oggi per organizzare questo tipo di servizio, quella di ieri è stata soltanto propaganda perché la vaccinazione vera e propria comincerà a metà gennaio. Ma ancora non sono pronte e non hanno nulla, sanno solo che dovranno vaccinare gli operatori sanitari. Brancoliamo nel buio, quello che sappiamo lo apprendiamo dai giornali e della televisione. Dovremmo poter dare qualche indicazione ma non ne abbiamo. Io seguo una Rssa in provincia di Foggia e ho spiegato loro come funzionerà, non sapevano nulla: se avessero dovuto chiamare o come avverrà la somministrazione. Insomma, confusione totale.
Alcuni osservatori hanno sollevato perplessità circa le modalità di conservazione del vaccino Pfizer che richiede una temperatura estremamente bassa (- 80 gradi) e hanno destato ilarità le immagini della piccola borsa termica con la quale sono state trasportate le dosi. Bisognerebbe capire se la macchina organizzativa assicurerà che non si sprechi una sostanza così preziosa.
Se tengo conto di come sono andate le cose nei tanti anni della mia esperienza professionale ha sottolineato il presidente Smi -, in casi in cui c'era bisogno di un'organizzazione efficace, l'Italia non ha mai brillato. Spero che, sapendo come va fatto il tutto, abbiano predisposto le cose al meglio. Certo, il dato storico non conforta. Anche i vaccini antinfluenzali hanno bisogno della catena del freddo per essere conservati, a dire il vero non richiedono temperature così basse e a volte mi è capitato di vedere gli scatoloni fuori dai frigo. Questo non ha comportato particolari conseguenze nell'antinfluenzale ma il vaccino anti Covid potrebbe invece andare incontro a deterioramento se non viene conservata la catena del freddo, spero che questa sua particolarità abbia indotto gli organismi interessati a custodirlo nel migliore dei modi, ha concluso Pazienza. In ogni caso non possiamo che essere felici per questa prima soluzione messa in campo in una situazione così drammatica.
Cinzia Celeste