Bellezza e varietà. Il Gargano dei sentieri e dei cammini nella ricerca della guida Matteo Falcone

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Lo studio del territorio riporta in vita antiche vie battute da pastori e contadini che ''potrebbero diventare percorsi natura''.
C'è un carattere che incide più a fondo di qualsiasi altra definizione che si possa dare del Gargano ed esso è la varietà che può essere senza dubbio attribuita a paesaggi antropici e naturalistici, specie botaniche e insediamenti geologici, attività tradizionali e siti di pregio ambientale. Un patrimonio per la maggior parte racchiuso nel perimetro del Parco Nazionale del Gargano, ma non solo, che presenta aspetti ancora largamenti ignorati e poco conosciuti. Se si aggiunge che il protrarsi dell'isolamento e della chiusura a scambi commerciali e culturali ha contribuito a rendere irriducibilmente resistente ai cambiamenti il tessuto sociale ed economico ben si comprende l'originalità di ogni aspetto del territorio garganico, inclusi i profili più oscuri del radicamento di fenomeni di sopraffazione e violenza all'interno del sistema della convivenza.


Sulla ricchezza del patrimonio ambientale si concentra il lavoro di conoscenza e ricerca di Matteo Falcone, guida turistica del Centro Visite della Foresta Umbra e guida ambientale ed escursionistica che fa parte dell'Associazione Italiana di riferimento della categoria (AIGAE). Insieme a poche altre unità di volontari esperti e appassionati, tra cui Domenico Sergio Antonacci di Gargano Natour, sta da tempo conducendo un monitoraggio di antiche vie e tracciati caduti con il tempo in disuso e diventati così inagibili, come lo stesso Falcone spiega a l'Attacco: "Disponiamo di strumenti particolarmente adatti a questo lavoro che sono le cartine dell'Istituto Geografico Militare risalenti agli anni Cinquanta. Tali mappe, oltre a riportare i toponimi delle località, dei casolari, delle antiche chiese, delle grotte, delle doline indicano anche la presenza di antichi tratturi e mulattiere che venivano utilizzati soprattutto dai nostri contadini ma anche dai pellegrini che si recavano in preghiera sul Gargano. Essendo una cartina che risale a 70 anni fa molti dei percorsi segnalati sono ormai abbandonati e nascosti dalla vegetazione cresciuta in abbondanza, e quindi non più percorribili, ma con un intervento di pulizia e sistemazione si potrebbero rendere anche percorribili".


Oltre al recupero della memoria di ciò che fu dell'esistenza e dello sviluppo di un contesto rurale dove contadini e pastori conducevano in passato le proprie attività, sarebbe auspicabile restituire questi sentieri a nuova vita, riaprire i collegamenti e riadattare i percorsi ad un utilizzo di tipo turistico che ne valorizzi patrimonio, storie e luoghi. Ma introdurre queste novità non pare così facile: "Soprattutto per la gran parte della sentieristica che ricade in area Parco serve un'azione che parta dall'Ente di protezione che insieme alla Guardia Forestale pianifichi la pulizia dei luoghi. Ma tra burocrazia e disinteresse seguendo questo iter ci vorrebbero anni" si rammarica il naturalista di Monte Sant'Angelo che rivendica anche un allargamento dei compiti affidati alle guide turistiche che sarebbero abilitate anche a svolgere il ruolo di "sentinelle" del territorio, non limitandosi solo all'accompagnamento dei visitatori e degli escursionisti ma destinare una parte del proprio impegno a ricerche sul territorio, segnalazioni, attività di osservazione e descrizione.


"Anni addietro, durante un incontro ufficiale dell'AIGAE che si svolse a Manfredonia l'allora presidente del Parco Pecorella strinse un accordo di massima per autorizzare tale ruolo per le guide del%u2008Parco ma l'iniziativa non ricevette mai un'investitura ufficiale e così non se ne fece più nulla" ricorda Falcone nel sottolineare con soddisfazione come di contro, negli ultimi anni, una nuova generazione di appassionati si sia messa a studiare il territorio e stia già producendo apprezzabili risultati dal punto di vista comunicativo e della divulgazione. Figli dello stesso Gargano che hanno dato ascolto alla volontà di recuperare memoria ma anche darsi futuro, spinti da un senso di appartenenza che non rinnega anche l'origine a volte oscura delle radici profonde e ancestrali della terra di nascita, ma ne esalta bellezza e unicità, riconoscendo l'immensa ricchezza del paesaggio, mutevole e sorprendentemente variegato come pochi se ne possono ammirare.


"Il Gargano vanta una varietà enorme dal punto di vista naturalistico, ambientale e biologico, siamo più fortunati dei colleghi pugliesi - spiega ancora Matteo Falcone -. L'Alta Murgia e il Salento si caratterizzano per avere un territorio abbastanza monotono. La prima è un grande altopiano collinare e carsico quasi del tutto spoglio di alberi e di boschi, mentre il Salento, al di là delle coste per le quali à famoso in tutta Italia ed anche oltre, ha nella zona interna solo una grande pianura brulla. La forza del territorio del Gargano è la sua grande diversità, che lo rende interessante e straordinario, a cominciare dalla pianura composta di alberi di ulivo nella zona più a sud, poi salendo si incontra un grande altopiano inciso da valli che sono state sfruttate nel tempo dagli abitanti di Mattinata, di Monte e di San Giovanni, addolcite dalla realizzazione di terrazzamenti delimitati dai muretti a secco sui pendii; poi ci sono i valloni meridionali, una pregevole macchia mediterranea con piante endemiche rare ed importantissime. La Foresta Umbra con il suo diffuso fenomeno del macrosomatismo vegetale, c'è la vasta pineta di grande valore naturalistico che si estende nel territorio tra Mattinata e Vieste; c'è il gioiello dell'Oasi Lago Salso, purtroppo oggi chiuso per scelte che mi sento di non condividere" conclude Falcone con innegabile accento critico rivolto alla gestione dell'attuale presidenza del Parco del Gargano.


Come la sua ultima opposizione dichiarata e motivata alla realizzazione di una funivia che nei progetti dovrebbe essere realizzata come via d'accesso alternativa alla città di Monte Sant'Angelo: "I valloni meridionali non meritano di essere sorvolati da una funivia. Meritano di essere dichiarati Parco Archeologico e Naturalistico come è stato invocato dal sottoscritto e dagli amici archeologi" ha scritto a proposito Falcone, liquidando la questione.

Daniela Corfiati

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