Spaccate a San Severo, vandali in azione (più che la criminalità organizzata): i commercianti sembrano assuefatti e rassegnati

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Secondo alcune ipotesi, chi commette queste azioni potrebbe farlo per un proprio tornaconto. Alcune società della città che orbitano nel settore della sicurezza potrebbero avere degli interessi.
Non ci sarebbe la mano della criminalità organizzata dietro le frequenti spaccate, nell'ultimo periodo, a San Severo. Sono episodi che hanno sorpreso un po' tutti fanno sapere i beninformati, perché negli ultimi tempi certe azioni avvenivano in maniera rara. Recentemente, però, il problema è salito alla ribalta anche delle cronache cittadine ed è presente.
Secondo alcune ipotesi, chi commette queste azioni potrebbe farlo per un proprio tornaconto. Alcune società della città che orbitano nel settore della sicurezza spiegano i beninformati a l'Attacco potrebbero avere degli interessi. Secondo i rumors, sono atti vandalici che però possono creare timore tra i commercianti, i quali sono più che altro danneggiati e infastiditi da tali episodi.
La domanda che in questo caso si pongono gli inquirenti e: A chi giova?. Chi vuole infierire, la criminalità organizzata o coloro che commettono rapine, agisce in un altro modo. Chi fa le estorsioni secondo una strategia ormai diventata un copione per le forze dell'ordine magari prima esegue un attentato dinamitardo e poi è lo stesso negoziante che arriva a capire chi c'è dietro l'atto intimidatorio.


Non sembra, quindi, essere l'azione della criminalità organizzata perché esistono dei codici comportamentali. Tra l'altro nel 2019 c'è stata l'operazione Ares con la quale è stata decapitata la mafia locale e adesso c'è una sorta di vacatio in città.


Ad agire, e questa è l'ipotesi che circola a San Severo, è qualcuno di molto giovane (almeno chi esegue materialmente gli atti), che ha operato in questo modo per dei propri interessi e comunque per instaurare un clima di tensione in città. Un'altra ipotesi potrebbe essere la volontà di ascesa di qualche gruppo giovanile, tra i 18 e i 25 anni, che vorrebbe emergere dal substrato criminale: di soggetti del genere affermano i beninformati ce ne sono tanti in città, hanno manie da boss.

Nelle ultime ore il sindaco Francesco Miglio ha scritto al Prefetto di Foggia Raffaele Grassi per evidenziare i ripetuti e frequenti attentati e per chiedere la convocazione del Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica. Si evidenzia in modo preoccupante il riaffiorare di una delittuosità particolarmente odiosa e che genera un notevole allarme sociale tra i cittadini ma, soprattutto, tra le attività commerciali già duramente provate dall'emergenza pandemica ha scritto il primo cittadino. Ciò richiede l'urgente adozione di provvedimenti straordinari tesi a potenziare in modo significativo il controllo del territorio che già vive una situazione di depressione economica e sociale. Si reputa essenziale il dispiegamento di forze superiori a quelle attualmente utilizzate per fronteggiare un fenomeno delinquenziale negli ultimi tempi crescente.

Non c'è il timore reverenziale del fatto questi atti vengano compiuti in pieno centro e quindi in una zona della città che forse è molto presidiata la telecamera e ciò fa presumere che la mano non è quella di un professionista ma forse di giovani a cui vengono date poche decine di euro per agire in tal senso. Un commerciante a San Severo in questo momento è un eroe ha affermato a l'AttaccoNazario Tricarico: deve combattere contro diverse sfaccettature, contro la burocrazia, contro la criminalità che comunque è sempre presente. I commercianti di San Severo sembrano vivere in uno stato di assuefazione, di rassegnazione. È vero che il riaffiorare della criminalità predatoria preoccupa e genera allarme sociale tra i cittadini. Ed è vero che la nostra economia, già provata da una profonda crisi, oggi fatica tanto di più perché chiamata a destreggiarsi fra le misure restrittive delle misure anti-Covid. Non condividiamo del tutto, però, l'idea di %u2018aumentare le dosi di militarizzazione' del territorio: non basta: è quanto scrive Michele Compagnone di Città Civile.


Non lo vedo come unico e principale rimedio. Ritengo più utile recuperare le ragioni di quella recente delibera di Consiglio comunale che all'unanimità invoca l'istituzione a San Severo di un polo giudiziario autonomo. Perché un Tribunale, con tanto di Procura della Repubblica, ha gli strumenti per dosare e opportunamente indirizzare il lavoro giudiziario e investigativo di tutti gli operatori di giustizia, anche delle forze dell'ordine. I processi criminali di questo territorio sono eterogenei e richiedono competenze e tecniche di indagine coordinate e dedicate. Noi di Città Civile lavoreremo con ferma convinzione per il raggiungimento di questo ambizioso risultato.

Pietro Capuano

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