Subito una precisazione sul conto di Amadou Sarr, nuovo attaccante del Foggia: segna, e anche tanto. È forte di testa, calcia benissimo sia di destro che di sinistro, fa gol da fuori e dentro l’area di rigore. E spesso con i suoi gol è stato decisivo per le sue squadre. A renderlo unico – e speciale – è però il suo comportamento dentro e fuori dal campo.
Nato nel ’04 a Gossas, in Senegal, è cresciuto a Ormelle, in provincia di Treviso. Fortemente legato alla sua famiglia, eredita l’amore per il calcio dal padre che, una volta arrivato in Italia, si inserisce subito in una squadra amatoriale. Il caso vuole che in quella squadra giochi anche un dirigente della Liventina, società trevigiana che dal 2012 è Centro di Formazione Inter.
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“Perché non porti tuo figlio da noi?”, ma Amadou è ancora troppo piccolo e, prima di arrivare alla Liventina, va al Basalghelle. Il cui allenatore è Gianfranco Zigoni, ex giocatore di Juve, Genoa, Roma e Verona.
In poco tempo Zigoni nota il talento di Sarr e chiama Bruno Cover, attuale Responsabile Scouting della Liventina Opitergina.
Dopo la segnalazione di Zigoni, Cover va a seguire Amadou in un torneo giornaliero: “L’ho visto in campo, mi ha fatto subito un’ottima impressione e anche la sua famiglia, che ho conosciuto in quel torneo. Il bambino era molto timido e magrissimo. Sempre a disposizione della squadra, aveva doti di velocità, elasticità, riusciva sempre a rubare il passo agli avversari, arrivare in porta e segnare”
Dopo un solo anno al Basalghelle, Amadou si trasferisce quindi alla Liventina: “Appena arrivato lo abbiamo subito aggregato ai ‘03 nel campionato esordienti e ha poi continuato a giocare sotto età anche nei giovanissimi”.
Zone Transition
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Nonostante sia il più piccolo in campo, Sarr riesce sempre a essere determinante. Sarr è unico.