Né Di Bari, né Degli Esposti, sembrerebbe. La programmazione della nuova stagione in casa Foggia parte dalla scelta di chi sarà il successore di Emanuele Belviso, il fido ds buono per tutte le stagioni che patron Nicola Canonico adesso vorrebbe sostituire.
In quest’ultimo triennio il dirigente barese, che lo ha accompagnato anche nella sua avventura a Bisceglie, ha gravitato stabilmente nell’orbita Foggia, anche quando nel ‘22 venne detronizzato per un brevissimo periodo da Lauriola, prima di riprendere regolarmente il suo posto. Belviso c’era anche con Peppino Pavone in sella nell’anno di Zeman in panchina, c’è stato per tutta l’ultima stagione. E ci sarà anche in futuro, magari con altre mansioni e dietro le quinte, perché il patron dei suoi fedelissimi difficilmente si disfa.
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Per ora figura regolarmente nel censimento che il club ha inviato in Lega a corredo dell’iter per l’iscrizione al prossimo campionato e, in attesa di possibili novità, la casella di direttore sportivo resta occupata proprio da Belviso. Per una stagione di vertice, come pare abbia anticipato ai club organizzati che ha incontrato giovedì scorso in due momenti separati, e che dovrebbe vedere il Foggia in lizza per una delle prime sei posizioni, Nicola Canonico adesso è intenzionato però ad alzare il tiro. E pensa a una figura più strutturata, che gli consenta anche di compiere quel salto di qualità a livello di management che spesso gli viene rimproverato di trascurare.
I nomi circolati finora però non sembrano essere praticabili: Alessandro Degli Esposti, che pareva in uscita dalla Casertana, sembra invece che alla fine non si sposti dalla città della Reggia, le sirene di altre possibili destinazioni (Gubbio in testa) non lo entusiasmano più di tanto e il presidente D’Agostino che già dovrà rinunciare a Vincenzo Cangelosi, l’allenatore della promozione in C che si sarebbe promesso al Picerno, non vuole azzerare il progetto tecnico che nell’ultimo biennio si è rivelato vincente. Difficile, dunque, che si privi anche di Degli Esposti, col quale vorrebbe proseguire nel solco delle ultime fortunate annate. Fra il dirigente umbro e il Foggia ci sarebbe stato recentemente un abboccamento, un pour-parler al quale poi però non è stato dato seguito.
Mai intercettato, invece, Beppe Di Bari, che pure da più parti danno per papabile: l’ex sentinella di Zemanlandia che negli anni scorsi ha partecipato in prima linea alla risalita del club rossonero dalla Serie D fino alla B, non è stato ad oggi interpellato. Anche perché non sarebbe un profilo che interessa più di tanto, ma anche lo stesso Di Bari sembrerebbe non prendere in considerazione una sua possibile rentrée dopo la recente esperienza di Crotone dove con la famiglia Vrenna ha incontrato più di una difficoltà a operare in autonomia. Vorrebbe ripartire un ambiente che gli conceda fiducia e nel quale si faccia apprezzare per le sue qualità Di Bari, che sa perfettamente che invece a Foggia non troverebbe le condizioni migliori per esprimere le sue idee.
Indiscrezioni a parte, in casa Foggia si è al lavoro per dare un primo preciso indirizzo alla stagione, Canonico sfoglia la margherita e valuta le opzioni che ha a disposizione prima di orientare le sue scelte, l’individuazione del nuovo direttore sportivo rappresenta il primo tassello che va nella direzione della programmazione, passaggio obbligato poi per concentrarsi sulla individuazione del nuovo allenatore. Che, si spera, parta dall’indicazione del ds, e che in ogni caso non sarà Vincenzo Maiuri, uno dei profili più gettonati in terza serie e che sarebbe entrato nelle mire di diversi club dopo la splendida stagione condotta alla guida del Sorrento.
Dove con un budget irrisorio (non superiore ai 500 mila euro) è riuscito a salvare per tempo i campani, sfiorando anche la qualificazione ai playoff. E mettendo in vetrina tanti giovani talenti che adesso fanno gola anche in B. Maiuri ha deciso, a Sorrento non resta perché dopo due anni considera conclusa la sua esperienza e ora vorrebbe misurarsi in un’altra realtà. L’ipotesi Foggia lo stuzzicherebbe molto, a maggior ragione se ricorda che nel ‘19 dopo aver accettato la proposta dell'allora dg Corda in tutta fretta decise di mollare per disparità di vedute con la dirigenza. Ma l’ipotesi di tornare in un ambiente in cui c’è un presidente fin troppo presente e ingombrante gli consiglierebbe di desistere. Difficile che Maiuri, dunque, torni sui suoi passi, anche se il contatto c’è stato e il tecnico tarantino pur non declinando la proposta avrebbe preso tempo.
A Canonico però da qualche tempo starebbe balenando per la testa anche l’ipotesi-Capuano. Suggestiva almeno quanto intrigante. Il tecnico originario di Pescopagano potrebbe essere la soluzione ad hoc per tamponare la falla tecnica, oltretutto al pirotecnico Eziolino piace molto la figura del tecnico-manager alla Ferguson che si occupa a tutti tondo della sfera tecnica, sostituendosi spesso anche al ds, e l’idea non dispiacerebbe per nulla al patron del Foggia che, riuscisse a convincere Capuano, prenderebbe due piccioni con una fava. Ma arrivare all’attuale tecnico del Taranto appare impresa titanica.
Capuano ha ancora altri due anni di contratto col club jonico e sembra difficile ipotizzare che Giove lo possa liberare tanto facilmente. Dalla città dei due Mari ieri rimbalzavano notizie di un interessamento concreto da parte del Foggia, Capuano farebbe carte false per allenare la squadra rossonera, la brevissima parentesi del ‘19 quando fu allenatore dei satanelli solo per il breve periodo del ritiro pre-campionato gli ha lasciato aperta una ferita ancora sanguinante: “Foggia è un desiderio di tutti e un privilegio di pochi, è una piazza unica che ti dà emozioni come poche posso fare. Tutti mi hanno dimostrato grande affetto, dai tifosi alla società, di cui conserverò un grandissimo ricordo. Vado via in punta di piedi com' è nel mio stile: senza rancore e con profondo rispetto”, disse nel giorno del commiato nell’agosto di 5 anni fa.
Zone Transition
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“Ho risolto un contratto ad Avellino per venire in un’altra importante piazza come Foggia. Solo un uomo con grandissima dignità e principi poteva lasciare questa panchina e restare a casa senza alcun contratto, rinunciando, peraltro, anche agli emolumenti per il periodo in cui ho prestato la mia attività. Non è un gesto eroico, ma di sano rispetto verso i tifosi ed il club. Non c’erano le condizioni per continuare per rispetto della piazza. Ritengo che alle condizioni del momento non avrei mai potuto fare un campionato come desideravo dopo tutto quello che ho fatto negli ultimi anni”. Questa opportunità gliela concederà ora Canonico?