Tutto tace. E tutti muti come pesci. Bocche cucite ad oltranza da parte della sindaca, del patron e dei possibili acquirenti. In quello che sembra avere tutte le sembianze di un patto di non belligeranza. Destinato a protrarsi fino a quando anche l’ultimo tentativo di ricucire la trattativa per la cessione del Foggia resterà in piedi.
E’ un silenzio ingombrante quello che si sta registrando in queste ore, che si presta a più di una lettura ed interpretazione. Ufficiosamente (perché mancano ancora conferme in questo senso) Nicola Canonico venerdì sera avrebbe revocato il mandato esplorativo a Maria Aida Episcopo, tornando così nella piena titolarità del 51% delle quote in suo possesso. E nella condizione, dunque, di decidere in proprio il da farsi.
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Ma aver chiuso all’improvviso il rubinetto delle parole non è detto non possa voler dire molto altro: potrebbe infatti essere dettato dall’esigenza di vederci chiaro fino in fondo, in quanto l'imbarazzo della parti in causa è forte, ed ognuno attende la mossa dell'altro prima eventualmente di venire allo scoperto e raccontare le sue verità. E allora meglio pazientare ed attendere gli eventi senza necessariamente anticiparli o prevederli: se nell'ombra e lontano da occhi indiscreti si stesse provando a riaprire i termini di una trattativa che venerdì sera veniva data per definitivamente naufragata, ci sarebbe poi infatti tanto da meravigliarsi?
Mai dire mai, ipotesi da non scartare a priori quest’ultima, perché in fondo se si continua a brancolare nel buio e ancora nessuno si prende la briga di spiegare le sue ragioni, vuol dire che (forse) sottotraccia c'è chi è al lavoro per riprovarci e per trovare una possibile via d’uscita.
Potrebbe riuscirci l'amministrazione comunale, che sabato sera era sul punto di diffondere una nota ufficiale che poi improvvisamente è stata congelata (per non urtare forse la suscettibilità di nessuno), potrebbe provarci però in prima persona addirittura Nicola Canonico, che al di là di ciò che un giorno e l’altro pure dà in pasto all'opinione pubblica attraverso i propri canali preferenziali, in realtà poi non avrebbe intenzione di riaprire i cordoni della borsa. E dunque non vorrebbe chiudere la porta in faccia definitivamente a nessuno.
Ma in questo frangente così delicato ci potrebbe essere anche un soggetto terzo (che non è detto non si muova per nome e per conto proprio dell'imprenditore barese) nel tentativo di riuscire laddove gli altri finora hanno puntualmente fallito. Si spiegherebbe così lo strano immobilismo degli ultimi giorni che lascia interdetti, ma che non va necessariamente nella direzione di un epilogo scontato ed inevitabile.
Mai come in questo frangente, oltretutto, il silenzio è d'oro. Ed auspice, forse, di qualche possibile nuovo spiraglio prima che i giochi possano considerarsi definitivamente chiusi.
Si tratterebbe dell'ennesimo colpo di scena che calzerebbero a pennello in una vicenda dalle mille sfaccettature, dove gli equilibri sono sempre labili e precari, ed in cui basta davvero poco perché cambino le carte in tavola. Già, fermo restando però che ci sia una intenzione reale a voler mutare il corso degli eventi.
Sullo sfondo resta la concatenazione cronologica che detta i tempi ed orienta in qualche misura la bussola: è noto che il presidente lo scorso 9 maggio abbia espresso la volontà di disimpegnarsi, e successivamente ha delegato la sindaca a trovare potenziali acquirenti.
Nonostante gli sforzi profusi della Episcopo e da Di Molfetta, però, le offerte ricevute dagli imprenditori locali e non sarebbero state ritenute congrue. Canonico ha anche dichiarato di voler cedere il suo 51% a titolo gratuito e di rinunciare al finanziamento soci che ammonterebbe a circa 4milioni d’euro.
Apparentemente, dunque, un’occasione da cogliere al volo e da non lasciarsi sfuggire per chiudere la parentesi dell’imprenditore barese al vertice del Foggia e per voltare definitivamente pagina. Si dà il caso però che il restante 49% sia soggetto ad una controversia legale in corso con il socio di minoranza Maria Assunta Pintus, che finisce inevitabilmente con il complicare la vendita.
Ma l’escamotage per superare l’impasse del momento ci sarebbe, ed è proprio su questo fondamentale passaggio che si starebbe lavorando per fare sintesi e mettere finalmente tutti d’accordo.
Nel frattempo sui social ed in città divampano le polemiche, che chiamano pesantemente in causa il gruppo di imprenditori foggiani appena respinti (una volta di più) da patron Canonico. A loro verrebbero mosse accuse per aver seguito a monte canali sbagliati nella trattativa, anzichè focalizzare l’attenzione sui punti-cardine che andavano fronteggiati per mettere le mani sul Foggia.
E così venerdì scorso Canonico dopo aver ritenuta insoddisfacente anche l’ultima proposta d’acquisto, avrebbe rotto gli indugi e inviato una pec alla sindaca, con la quale si sarebbe sfilato dall’amministrazione comunale decidendo di muoversi autonomamente. E lasciando con un palmo di naso chi fino a quel momento si era speso per fungere da facilitatore in una intricatissima matassa che continua a conservare ancora molti lati oscuri.
Zone Transition
Zone Transition
Da quel momento in poi è calato il silenzio. E con esso le preoccupazioni sul futuro del Foggia si addensano sempre più minacciose.